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Pedobusiness: l’art. 2 del decreto sicurezza favorisce i pedofili. La denuncia di Telefono Arcobaleno

Italia


Ci sarebbe, nell’articolo 2 del decreto sicurezza appena approvato dalla Camera, una disposizione che convoglia la competenza dei moltissimi procedimenti contro la pedofilia on line nelle già intasatissime procure antimafia.

 

Un vero e proprio articolo ‘salvapedofili’ lo definisce Telefono Arcobaleno, che denuncia come questa norma andrebbe ad allungare in maniera spropositata i processi per pedofilia, che già oggi durano in media tre o quattro anni in primo grado.

“Nelle procure distrettuali, oberate da migliaia di procedimenti diversi, il giudizio durerebbe molto di più”, denuncia l’associazione, che da 12 anni lotta contro la pedofilia on line.

 

Per il presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena, l’articolo 2 causerà non solo “inevitabili ritardi nella risoluzione delle indagini”, ma anche bloccherà anche “ogni attività di contrasto del fenomeno pedofilo in rete, che, come tutti sappiamo, deve essere attività dinamica in linea con l’evoluzione tecnologica e con l’aggressività di coloro che fanno mercato dei bambini in tutto il mondo attraverso internet”.

 

Secondo i dati dell’Osservatorio internazionale di Telefono Arcobaleno, il numero dei siti pedofili accessibili via web è triplicato negli ultimi  tre anni, passando dai 13.315 siti del 2005 ai 39.418 siti del 2007.

 

L’attività costante di monitoraggio del web di Telefono Arcobaleno ha portato a ben 21.600 segnalazioni di siti pedofili solo nei primi sei mesi del 2008, mentre ci si aspetta un incremento del 35% delle attività pedofile in rete per la fine dell’anno.

 

Invece che recedere, insomma, il fenomeno pedofilia è in costante e vertiginoso aumento: cresce il numero di clienti, aumentano gli strumenti a disposizione dei pedofili e le opportunità di profitto ormai hanno attratto l’attenzione di professionisti del crimine.

 

Ecco perché è essenziale, sottolinea Telefono Arcobaleno, denunciare e porre l’accento “sull’urgente necessità di valorizzare e incrementare l’attività di contrasto al fenomeno della pedopornografia in internet attraverso azioni integrate sul territorio nazionale e internazionale e attraverso leggi che non favoriscano questo turpe mercato”. (a.t.)

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