Tv pubblica senza spot: consegnato il Rapporto finale. La Ue contraria a nuove tasse per Isp e telcos, la parola adesso a Sarkozy  

di Raffaella Natale |

Francia


Nicolas Sarkozy

Grande attesa oggi per la deposizione del Rapporto della Commissione Copé sulle misure che la Francia dovrebbe adottare in vista della decisione di sopprimere la pubblicità dalle reti televisive pubbliche.

Tra le possibilità considerate, quella di introdurre una tassa sulle entrate pubblicitarie per Isp e telcos.

Misura questa sulla quale si sono già aperte diverse polemiche e sulla quale è intervenuta più volte anche la Commissione Ue.

Giusto ieri il portavoce del Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, Viviane Reding, ha fatto sapere di non essere favorevole all’imposizione di nuove imposte sui servizi d’accesso a internet e l’uso dei telefoni cellulari

“…Non possiamo guardare con entusiasmo all’introduzione di nuove imposte su settori che sono il motore della crescita”, ha detto il portavoce.

Una cosa sono le concessioni che devono essere pagate dagli operatori, un’altra, ha spiegato il portavoce, sarebbe l’introduzione di nuove tasse che dovrebbero essere valutate anche nella prospettiva di eventuali effetti distorcenti sulla concorrenza e la libera circolazione dei servizi.

 

Stando, infatti, al documento che verrà presentato al presidente Nicolas Sarkozy, l’audiovisivo pubblico dovrà essere finanziato da canone, tasse per Isp e operatori tlc, ma anche contributi da parte delle emittenti private calcolate sulle aumentate entrate per la pubblicità.

Il rapporto raccomanda anche di determinare gli obblighi di produzione e creazione per i nuovi attori, vale a dire gli operatori di telefonia.

Le società che operano nel web e nelle tlc hanno già fatto sapere che una tale misura si ripercuoterà sulle bollette e quindi in un aumento delle spese per gli utenti finali.

 

Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni di stampa, Sarkozy dovrebbe semplificare lo scenario previsto dalla Commissione Copé  che ha proposto l’introduzione di una tassa dello 0,5% sul fatturato di Isp e operatori mobili.

Secondo La Tribune, il presidente della Repubblica dovrebbe decidere per una tassa dello 0,8-0,9% e secondo Télérama la tassa prevista potrebbe essere compresa tra lo 0,8% e l’1%.

Inoltre, sempre secondo La Tribune, Sarkozy dovrebbe chiedere il blocco della pubblicità prima delle ore 20 del 1° gennaio 2009 e non il 1° settembre 2009 come suggerisce la Commissione Copé.

 

L’ammontare del canone sarà indicizzato sul tasso di inflazione e allargato fino a comprendere anche i nuovi dispositivi di ricezione della Tv, come pc e telefonini. Si tratta ancora di soluzioni provvisorie, visto che faranno fede quelle definitive adesso in mano al presidente Sarkozy.

 

Sul piano della governance, “France Télévisions diventa un’azienda unica” con diverse unità di programmazione (fiction, cinema, documentari…): “le reti organizzano i propri palinsesti in funzione delle priorità editoriali e nel rispetto della propria identità”.

Ogni unità di programmazione coprirà tutti i supporti di trasmissione radiotelevisiva (Tv, internet, Tv mobile…). Ogni canale conserverà la propria redazione, ma in sinergia con gli altri grazie alla messa in comune dei mezzi tecnici.

 

Il presidente dell’azienda non sarà più designato dal Consiglio superiore dell’audiovisivo, ma dal Consiglio d’amministrazione della Tv pubblica che sceglierà in un lista di nomi – da tre a cinque – sottopostagli dallo stesso Csa.

il parlamento proporrà al governo una lista di 16 nomi o più, per le otto personalità qualificate che siederanno nel Cda, insieme ai due rappresentanti dello Stato e due del personale eletti dai dipendenti.

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