Operazione ‘Eiffel’: tre le offerte d’acquisto per le torri di trasmissione Wind e 3 Italia

di Alessandra Talarico |

Italia


Operazione ‘Eiffel’

Sono tre le offerte – non vincolanti – ricevute dagli advisor per l’acquisizione di Eiffel Tower Company, la newco nella quale sono state fatte confluire le circa 18 mila torri di trasmissione di Wind e 3 Italia (H3G).

 

Secondo fonti vicine agli advisor dell’operazione – Morgan Stanley e Intesa-San Paolo – in prima fila ci sarebbe la spagnola Abertis (Autostrade), che avrebbe presentato un’offerta in cordata con il gruppo di private equity Clessidra, il quale però avrebbe un ruolo marginale nell’operazione.

La società spagnola ha precisato che l’offerta indicativa apre le porte a una fase di due diligence, ma non obbliga l’azienda a presentare in futuro un’offerta d’acquisto vincolante.

 

Un’altra offerta sarebbe giunta da un consorzio formato dall’italiana Digital Multimedia Technologies (DMT) di Alessandro Falciai – attiva nel settore delle infrastrutture per comunicazioni e nell’offerta di prodotti e servizi che gestisce 825 torri e punta a salire a 1600 entro il 2010 – e dal Fondo Italiano per le Infrastrutture (F2i, adviser Lehman Brothers), affiancati dai fondi Babcock & Brown (Australia) e Rreff di Deutsche Bank e Unicredit.

 

La terza offerta sarebbe quella pervenuta dalla francese TdF, controllata dall’americana TPG e assistita in qualità di advisor da Lazardis.

Esce dai giochi, almeno per il momento, Atlantia (Gruppo Benetton), data in un primo tempo come partecipante a quest’ultima cordata: la holding finanziaria dell’omonimo gruppo di società attive nella gestione in concessione di tratte autostradali ha precisato in una nota di “…non fa parte di alcuna cordata” e di non aver presentato, né direttamente né indirettamente, “alcuna manifestazione di interesse per l’acquisto delle torri Wind e 3 Italia”, aggiungendo, però, che “si riserverà di valutare nelle fasi successive eventuali forme di partecipazione”.

 

Nelle fasi preliminari della vendita, Atlantia aveva formato un raggruppamento con Clessidra e Sirti.

 

La vendita delle torri di trasmissione , che racchiudono un appetibilissimo set di tecnologie – Gsm, Umts, Dvbh – potrebbe portare fino a 2 miliardi nelle casse dei due operatori telefonici e rappresentano un importante tesoro per chi se le aggiudicherà. Primo perché non è facile ottenere nuove autorizzazioni per la realizzazione di impianti di questo tipo; secondo perchè il flusso di cassa generato è di notevole consistenza, grazie sia ai canoni garantiti da Wind e H3G – che dopo la vendita dovranno affittare capacità dal nuovo proprietario, deducendo così dalle tasse le spese di locazione – sia per le entrate legate all’eventuale affitto di parte degli impianti ad altri operatori.

 

La cessione riguarda il 50,1% della newco Eiffel e dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno.

 

La cessione delle torri è una strategia comune per gli operatori tlc che hanno bisogno di tagliare costi e ridurre l’indebitamento. Una tendenza che, in un contesto di crescente competizione, conferma come prioritario il riassetto dei core business, da cui resta di fatto esclusa la proprietà delle torri radio.

 

Wind e 3 non sono tra l’altro gli unici operatori europei a vagliare la cessione delle torri radio: anche Deutsche Telekom sarebbe sul punto di vendere, così come potrebbe fare con la sua divisione T-Systems Media & Broadcast, che trasmette segnali per la Tv e radio.

E se gli operatori tlc non si mostrano interessati a mantenere il possesso delle reti di ripetitori, il discorso cambia per le società di infrastrutture e per i gruppi di private equity. Con la proprietà di tali sistemi di rete tlc, tv e radio, questi nuovi ‘player’ possono infatti finanziarne le acquisizioni (con debito coperto) dai contratti pluriennali siglati con gli stessi operatori.

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