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Cosa fare per la fibra

Italia


L’articolo che segue, a firma di Francesco Sacco e Mauro Fasano, è tratto da la-rete.net (www.la-rete.net), il nuovo sito che intende sostenere il dibattito sulla società dell’informazione in Italia. 

 

L’Italia ha una bassa diffusione della banda larga. Secondo la Commissione UE, la sua diffusione è al 17,1% della popolazione, al di sotto della media UE del 20%, ormai superati anche dalla Spagna (18,3%). Nella classifica per la velocità media delle reti, il nostro paese è al 21° posto nel mondo, dietro al Portogallo. 

 

Eppure, il Commissario alla Società dell’Informazione Reding non perde occasione per ricordare che l’ICT è la chiave per la competitività e la crescita economica in Europa, ed è responsabile per circa il 50% dell’attuale crescita di produttività nella UE. Questa constatazione potrebbe non stupire, dato che la crescita della produttività in Italia langue da anni e, a tratti, addirittura è diminuita.

Se guardiamo da questo punto di vista il problema delle politiche nella banda larga, gli aiuti di Stato per lo sviluppo delle reti di nuova generazione (NGN) potrebbero essere accettabili e giustificabili. Ma, a parte le difficoltà che un’iniziativa di questo genere potrebbe trovare a Bruxelles – che pure oggi in questo senso è più disponibile di ieri – gli aiuti di stato per aumentare la diffusione della banda larga, ad un occhio disincantato, potrebbero sembrare un’idea balzana. Se gli italiani usano poco Internet e preferiscono parlare al cellulare, ha senso investire per spingerli in una direzione contraria alla loro natura?…(continua)

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