Media: i ragazzi italiani usano abitualmente il telefonino, meno il web. Giù Tv tradizionale e radio a vantaggio di playlist Mp3  

di Raffaella Natale |

I dati sono del 7° Rapporto Censis/Ucsi

Europa


iPod

Impressionante il balzo in avanti nell’uso di Internet da parte dei giovani italiani tra i 14 e i 29. Tra il 2003 e il 2007 l’utenza complessiva (uno o due contatti alla settimana) è passata dal 61% all’83% dei giovani, e l’uso abituale (almeno tre volte alla settimana) dal 39,8% al 73,8%.

E’ quanto emerge dal 7° Rapporto sulla comunicazione Censis/Ucsi, promosso da H3G, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia, e presentato a Roma dal Direttore Generale del Censis, Giuseppe Roma, e dal Presidente Giuseppe De Rita.

Presenti Paolo Scaldaletti, Direttore Desk; Annalisa Malfatti, Direttore Affari Istituzionali H3G; Andrea Fabiano, Responsabile Marketing Strategico Rai; Carlo Baldizzone, Responsabile Funzione Strategy Telecom Italia; Roberto Napoletano, Direttore Il Messaggero.

 

Con la 7° edizione del Rapporto, prosegue lo studio avviato lo scorso anno e basato sul confronto dell’uso dei media da parte della popolazione nei principali Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna).

Quest’anno il Rapporto è dedicato soprattutto ai comportamenti giovanili, perché si è ritenuto utile confrontare la situazione attuale italiana con quella rilevata nel 2003, nell’ambito del 3° Rapporto sulla comunicazione, incentrato appunto sullo studio delle diete mediatiche giovanili; e si è scelto di realizzare anche un confronto, al 2007, fra i comportamenti  d’uso dei media nelle generazioni giovanili in ambito europeo.

 

Dalla analisi effettuata si evidenzia un dato importante, un aumento generalizzato nell’impiego di tutti media.

I ricercatori commentano: “…non stupisce tanto che il cellulare sia usato praticamente da tutti i giovani (il 97,2%), quanto constatare che il 74,1% di essi legge almeno un libro all’anno (esclusi ovviamente i testi scolastici) e il 62,1% più di tre libri”.

I dati raccolti dicono che il 77,7% dei giovani legge un quotidiano (a pagamento o free press) una o due volte alla settimana (il 59,9% nel 2003), mentre il 57,8% legge almeno tre giornali alla settimana. I periodici hanno una utenza complessiva pari al 50% dei giovani (era il 44% nel 2003).

 

Per quanto riguarda la televisione, si registra un’inflessione di quella tradizionale (dal 94,9% all’87,9%) però largamente compensata dall’incremento conosciuto in questi anni dalla Tv satellitare (dal 25,2% al 36,9% dei giovani).

 

Altro aspetto: le differenze di genere si sono notevolmente ridotte, ma non annullate. Nell’utenza complessiva dei media (frequenza settimanale di una o due volte), le femmine ascoltano di più la radio (il 90,3% contro l’83,1% dei maschi) e leggono di più i periodici (il 55,2% contro il 45,3%), i maschi invece leggono di più i quotidiani (l’80,4% contro il 74,6% delle ragazze) e guardano di più la Tv satellitare (il 39,9% contro il 33,6%).

 

Più marcate appaiono invece le differenze legate alle diverse fasce d’età. I giovanissimi, tra i 14 e i 18 anni, sono i più voraci consumatori di media, ma con due importanti eccezioni: quotidiani e radio. Se il dato relativo all’ascolto della radio riferito a tutti i giovani è in aumento (gli utenti complessivi sono passati dall’82,8% all’86,5%), nella fascia 14-18 anni è in calo al 78,9%.

Il Rapporto conferma la nuova tendenza: il mutamento nella fruizione della radio. La “colonna sonora” della giornata di un adolescente si compone ormai di podcast e download di mp3 dalla rete, telefonini e lettori usati anche come apparecchi radio, playlist scambiate attraverso i blog.

 

“…Questo – sottolinea la Ricerca – è un esempio della tendenza al nomadismo e al disincanto che caratterizza l’esperienza di vita delle giovani generazioni nel mondo digitale, nel quale si passa da un mezzo all’altro senza badare troppo alla sua natura. È aumentato il numero dei media ed è sempre più difficile tracciare un confine tra i media, grazie soprattutto al ruolo di Internet. I giovani si trovano a loro agio in questo contesto e hanno elaborato strategie di adattamento”.

 

Giuseppe Roma ha dichiarato che “La molteplicità dei media a disposizione li spinge a passare da uno all’altro secondo un nomadismo mediatico che si accompagna al disincanto dovuto all’assenza di una vera prospettiva gerarchica tra i media”.

 

I consumi mediatici dei giovani sono molto ricchi e articolati, prevedono il contatto non solo con i nuovi media (Internet e cellulari), ma anche con i più antichi (libri e quotidiani), senza però attribuire importanza decisiva a nessuno di essi (è indifferente informarsi tramite i quotidiani, la televisione o Internet).

 

I giovani italiani assomigliano ai giovani europei, ma non sono del tutto uguali. Ovunque si fa un grande uso del telefonino, ma solo in Italia il 96,5% dei giovani lo adopera in maniera davvero abituale. Negli altri paesi gli utenti abituali oscillano tra l’89,3% della Germania, l’83,9% della Gran Bretagna, l’83,7% della Spagna, per scendere al 73,8% della Francia.

 

Per i giovani inglesi e tedeschi, Internet riveste un ruolo ancora più importante che in Italia, visto che l’uso abituale della rete raggiunge il 77,7% in Gran Bretagna e il 76,5% in Germania (contro il 73,8% in Italia). I ragazzi spagnoli e francesi non solo usano meno Internet (rispettivamente il 69,5% e il 65,7%), ma leggono anche meno libri dei coetanei europei: almeno tre libri all’anno per il 43,3% degli spagnoli e il 48,1% dei francesi, rispetto al 60,7% dei tedeschi, al 62,1% degli italiani e al 64,5% dei britannici.

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