Convergenza digitale: il ruolo della nuova EITO. Lamborghini, ‘La Ue sfrutti gli asset tecnologici esistenti per promuovere l’innovazione’

di Alessandra Talarico |

Europa


Bruno Lamborghini

È stata presentata l’8 maggio a Bruxelles, alla presenza del Commissario Europeo per la Società dell’Informazione ed i media, Viviane Reding,  la nuova versione di EITO, l’Osservatorio Europeo delle Tecnologie dell’Informazione, insieme alle prime indicazioni emerse dalla prima release del Rapporto 2008.

 

I dati emersi confermano lo sviluppo dei mercati europei del software e dei servizi IT con crescite 2008 e 2009 di oltre il 5%, accanto ad  uno sviluppo ancora limitato dei servizi di telecomunicazione (+2%) e ad un progressivo indebolimento della domanda complessiva di apparati dell’elettronica di consumo a causa delle forti riduzioni di prezzo.

I mercati più dinamici sono rappresentati dai servizi dati mobili, dagli accessi internet, dai computer portatili, dai servizi di outsourcing. 

 

Il mercato ICT nel suo complesso crescerà quest’anno del 3% (rispetto al  3.6% del 2007) e del 2,9% nel 2010. Un rallentamento attribuibile alla crescente competizione di economie emergenti quali la Cina, l’India e altri Paesi asiatici.

 

“Le tecnologie digitali – ha spiegato Bruno Lamborghini, Presidente dell’Advisory Board di EITO – sono sempre più fattore determinante la produttività e competitività di tutti i settori economici. Appare pertanto fondamentale che i paesi europei sfruttino adeguatamente gli asset tecnologici ed applicativi esistenti (competenze nelle tecnologie a banda larga, elevata penetrazione dei telefoni cellulari, competenze qualificate di ricerca), promuovendo applicazioni innovative nelle amministrazioni pubbliche, nella formazione, nelle piccole e medie imprese, nei nuovi servizi interattivi Internet e nella evoluzione delle applicazioni video-TV”.

 

“In tale direzione – ha aggiunto Lamborghini – intende muoversi il nuovo EITO, evidenziando soprattutto le opportunità per gli operatori industriali, per le amministrazioni e per i decisori politici”.

 

EITO nasce nel 1992, quando internet era ancora una piccola rete per pochi esperti, grazie ai responsabili delle maggiori Fiere IT europee – Cebit di Hannover, SMAU di Milano, SIMO di Madrid  e della Federazione Europea delle Associazioni dell’industria IT (EUROBIT) – e all’impegno dell’allora Presidente di SMAU Enore Deotto, cui si deve gran parte del successo dell’iniziativa.

 

Il periodo non era proprio dei migliori per l’industria informatica mondiale: i volumi erano ancora limitati, la telefonia ancora un monopolio e la transizione verso le reti client server stava rivoluzionando la struttura dei sistemi informatici sino ad allora focalizzati sul grande elaboratore o su minielaboratori.

Si respirava, tuttavia, il fermento della rivoluzione in atto, che di lì a poco avrebbe trasformato la telefonia mobile, il World Wide Web e i personal computer in strumenti della nostra vita quotidiana.

 

In questo contesto si inserisce EITO che, anticipando spesso le grandi rivoluzioni che hanno caratterizzato il quindicennio, si è mosso di pari passo, “ampliando – ha spiegato Lamborghini – la copertura dei mercati analizzati, dall’informatica alle telecomunicazioni, da internet all’elettronica di consumo verso quel processo di convergenza digitale oggi chiaramente evidente”.

 

“L’idea di creare un osservatorio indipendente a livello europeo – ha aggiunto Lamborghini – venne proprio per cercare di contribuire ad una migliore conoscenza del mercato IT da parte dell’industria e dei decisori politici europei”.

 

È in quegli anni, infatti, che si inizia a parlare di Società dell’Informazione, grazie al famoso rapporto prodotto dal Commissario Europeo Martin Bangemann.

 

Alla fine del 2007 il Consiglio del Consorzio europeo che ha gestito EITO ha però deciso di modificare il modello di business e il formato del Rapporto che era stato seguito nel corso dei 15 anni di vita: non più versioni stampate ma pubblicazioni online da effettuare con maggiore frequenza – anche attraverso aggiornamenti e newsletter – e commercializzazione dei dati del Rapporto, secondo diversi moduli per prodotto/paese, ampliando la copertura dei mercati anche ad aree extraeuropee.

 

La gestione dell’attività di analisi viene quindi affidata alla Bitkom Research di Berlino, parte dell’Associazione ICT tedesca, Bitkom, sulla base di elementi forniti da un gruppo di società di ricerche di mercato appartenenti a cinque paesi europei e delle valutazioni di una apposita Task Force formata da esperti dei settori ICT. E’  stata anche  avviata la collaborazione delle maggiori Associazioni ICT dei diversi paesi europei che hanno un ruolo specifico nell’organizzazione.

Vi è poi un Advisory Board che guida e coordina lo sviluppo dell’iniziativa.

 

“Come ha sottolineato il Commissario Reding in occasione della presentazione di Bruxelles – ha concluso Lamborghini – l’Europa si trova oggi ad affrontare un’altra grande fase di trasformazione guidata dalle tecnologie digitali ed in particolare dalla diffusione della banda larga sia fissa che mobile, dei servizi Internet verso applicazioni Web 2.0,  della accelerazione della convergenza digitale tra telecomunicazioni, internet e media digitali, della necessità di gestire in  modo innovativo lo spettro delle frequenze verso tecnologie wireless”.

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