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I Ministri Bondi e Brunetta, i Sottosegretari Romani e Giro: gli uomini-chiave del Governo Berlusconi per l’industria digitale e culturale  

Italia


Il Consiglio dei Ministri ieri ha nominato i 37 Sottosegretari del nuovo Governo Berlusconi, e quindi la squadra è completa, al di là della possibile elevazione di alcuni dei neo-nominati al ruolo di Vice Ministro, tra qualche settimana (e già qualcuno parla di “rimpasto” per settembre 2008).

Gli uomini-chiave, per i lettori di “Key4biz” ovvero per i professionisti del settore dei media, delle tlc, della cultura, sono tre ovvero cinque direttamente :

indirettamente, ma non meno fondamentali:

Per la verità, altre aree di interesse per gli stessi lettori di “Key4biz” potrebbero essere quelle coperta da Mariastella Gelmini, neo Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, e della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Michela Vittoria Brambilla, alla quale è stata assegnata la delega per il Turismo. E, ancora, da Paolo Bonaiuti, Sottosegretario di Stato con delega per l’Editoria.

Volendo assegnare una “pagella” scherzosa (elettronica, come è ovvio), potremmo sostenere che, senza dubbio, Romani, Brunetta e Bondi possono essere considerati dei “politici tecnici”, mentre più deboli appaiono le specifiche competenze di Scajola (ministro politico in senso stretto) e di Giro (la cui esperienza del settore deve essere costruita in breve tempo). Daremmo tecnicamente un 8 pieno ai primi tre, ed un 6+ ai secondi, ovvero una sufficienza “d’ufficio”, auspicando che sappiano guadagnarsi migliori voti sul campo.

 

Paolo Romani è un professionista del settore, Amministratore Delegato di Telelombardia dal 1986 al 1990, e già Sottosegretario alle Comunicazioni nel Berlusconi III. Apprezzato per la competenza tecnica e l’eleganza dei modi. Secondo alcuni, è fautore di un mantenimento di Petruccioli alla presidenza Rai, mentre non può certo essere annoverato tra i sostenitori del Direttore Generale Claudio Cappon. Appena giurato come ministro, ha dichiarato che il nuovo Consiglio di Amministrazione della Rai può essere nominato al meglio con la legge Gasparri, e con urgenza, dato che scade il 31 maggio prossimo.

 

Renato Brunetta è un economista ben qualificato, con posizioni liberal-liberiste nette, curatore di una serie di manuali promossi dalla Free Foundation e diffusi dal quotidiano “Libero“, iniziativa attraverso la quale ha – di fatto – già disegnato l’architettura del suo fare politico. Già nei suoi primi giorni, si è mostrato un innovatore e finanche un provocatore (dalle pagelle su internet al licenziamento dei “fannulloni”). I liberisti nutrono speranze nella sua azione riformatrice. Non molti sanno che proviene da una famiglia modesta, il padre era un venditore ambulante. E’ ordinario di economia del lavoro alla romana università di Tor Vergata. E’ stato consigliere economico dei governi Craxi, Amato e Ciampi. Si nutre fiducia che egli sappia cancellare una vergogna come il portale nazionale italiano dedicato al turismo, ambizioso progetto fallito miseramente (Rutelli ha addirittura trasmesso la documentazione alla Corte dei Conti).

 

Sandro Bondi, la cui passione per la cultura è nota, ha esordito con una intervista al “Corriere della Sera” che brilla per equilibrio e rispetto del pluralismo ideologico, ed ha invitato il ben qualificato professor Salvatore Settis, Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, a restare nell’incarico (Settis aveva rimesso il mandato, con correttezza anglosassone, essendo stato nominato da Rutelli), dando concreta dimostrazione di un governo della “cosa pubblica” attento al policentrismo del sistema culturale. Tra i suoi primi atti, la nomina a Capo di Gabinetto di un giovane dirigente ministeriale, Salvatore Nastasi, Direttore generale per lo Spettacolo dal Vivo, decisione che rappresenta anche un segnale simbolico (in qualche modo, un privilegiare le “attività” culturali rispetto ai “beni”, e quindi lo spettacolo e la cultura in movimento rispetto alla staticità delle pur importanti cose museali). Si avvarrà della collaborazione diretta di Gabriella Carlucci, che molti avevano data per certa come sua Sottosegretaria.

 

Il Sottosegretario nominato ai Beni Culturali  (1 Sottosegretario, invece dei 3 di Rutelli) è Francesco Giro, giovane politico di professione, Responsabile dei Rapporti tra Vaticano e Forza Italia, indiscutibilmente “neofita” del settore cultura e spettacolo: è verosimile che gli venga assegnata la delega per lo Spettacolo, ma la decisione non è ancora sicura. Si segnalano le sue prese di posizione vivaci rispetto alla Festa del Cinema, ed è noto che opererà in sintonia con il suo consigliere, l’avvocato Michele Lo Foco, Responsabile regionale Spettacolo di Forza Italia per il Lazio. Lo Foco è un  avvocato specializzato noto per le posizioni anticonformiste ed eterodosso, famoso tra l’altro per aver assunto nel luglio 2007 feroci posizioni contro lo strapotere di Maurizio Costanzo (che lo ha querelato) e per aver evocato, nel giugno del 2006, l’esistenza di una “cupola” nel settore dello spettacolo (dichiarò all’Ansa: “…quanto avviene nel calcio avviene anche nel settore dello spettacolo, e che ci sono personaggi corrispondenti a Moggi all’interno di una cupola che gestisce gli affari“). Alcuni operatori, nel settore dello spettacolo, temono che Lo Foco possa stimolare Giro ad assumere posizioni eterodosse, alla Sgarbi, ma chi conosce l’avvocato sa che è anche un abile mediatore. E’ stato nominato qualche settimana fa Consigliere di Amministrazione di Rai Trade, raro caso di amministratore di una controllata Rai a non essere dirigente del gruppo o delle sue società. C’è chi giura che sarà Lo Foco il prossimo Presidente di Cinecittà, all’interno di una radicale riforma del gruppo pubblico, annunciata il 7 aprile da Gabriella Carlucci e da Luca Barbareschi (anch’egli aspirava alla carica di Sottosegretario allo Spettacolo), nel programma del Popolo della Libertà per la riforma del settore spettacolo. Programma al quale ha fornito un utile contributo anche il Ministro Brunetta. Oggi, il quotidiano confindustriale “Il Sole-24 Ore” dedicava al cinema un “rapporto speciale”, ed una particolare attenzione alle linee di riforma del settore annunciate da Carlucci, tra cui l’accorpamento in una sola società di Cinecittà, Istituto Luce, Centro Sperimentale di Cinematografia, ed una rapida applicazione delle norme introdotte in Finanziaria per il tax shelter.

 

Due sono, senza dubbio, gli esclusi “eccellenti”: Lucio Stanca, già Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, la cui partecipazione all’Esecutivo veniva data per certa (lo stesso Berlusconi l’aveva annunciata qualche settimana fa: a “Matrix” aveva sostenuto che l’assenza di Stanca sarebbe stato un “errore impossibile”), così come la Responsabile Cultura di Forza Italia Gabriella Carlucci (sostenuta da gran parte degli operatori del settore e dallo stesso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta). Per quanto riguarda Stanca, non circolano “rumors” particolari (se non un possibile incarico di prestigio a livello europeo), mentre per quanto riguarda Carlucci viene ipotizzata la Presidenza della Commissione Cultura della Camera (ma anche l’incarico di Assessore alla Cultura del Comune di Roma). In uno di questi incarichi, le capacità tecniche di Carlucci potrebbero consentire di recuperare la delusione del mondo dello spettacolo ovvero la speranza di poter essere ben governati da un politico tecnicamente competente.

Come titolava “Key4biz” qualche giorno fa, infatti, “occorrono competenza ed esperienza per affrontare il rilancio dell’industria di settore nell’era dei contenuti digitali”. Vale per lo spettacolo, ma anche per la cultura ed i media in generali, e finanche per le telecomunicazioni.

 

 

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Angelo Zaccone Teodosi, Presidente di IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale

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