Diritto d’autore: l’Europarlamento chiede maggiori misure contro la pirateria, ma senza criminalizzare gli utenti privati

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Una strategia europea, più finanziamenti e un fisco favorevole per la cultura. E’ quanto chiede il Parlamento Ue sollecitando la tutela dei diritti d’autore e la lotta alla pirateria, ma senza criminalizzare i consumatori che non hanno fini commerciali. Occorre poi promuovere il turismo culturale, tutelare il patrimonio dal commercio illegale e incentivare la circolazione degli artisti e delle opere nell’UE. Il 2011 dovrebbe essere proclamato “Anno europeo dei classici greci e latini”.

 

Nel 2003, informa una nota, il settore culturale contribuiva per circa il 2,6% del PIL dell’UE generando oltre 654 miliardi di euro e, nel 2004, vi lavoravano più di 5 milioni di persone, pari al 3,1% della popolazione attiva. Inoltre, la crescita del settore culturale e creativo tra il 1999 e il 2003 è stata del 12,3% più alta della crescita dell’economia in genere, dando un contributo diretto all’economia europea.

 

Tenuto conto di quanto precede, il Parlamento ha adottato – con 586 voti favorevoli e 36 contrari – la relazione di Guy Bono (PSE, FR) e – con 542 voti favorevoli, 62 contrari e 12 astensioni – quella di Vasco Graça Moura  (PPE/DE, PT). Con esse, i deputati sottolineano che la cultura e la creatività svolgono un ruolo centrale per la promozione dell’identità e della cittadinanza europea e per raggiungere gli obiettivi della Strategia di Lisbona. A loro parere, inoltre, il patrimonio culturale europeo ha posto storicamente l’Europa in un ruolo d’avanguardia tra i continenti ed è stato un motore di innovazione, sviluppo e progresso. Le industrie culturali, è precisato, sono quelle che aggiungono un “plusvalore economico” alle opere del pensiero e, in tale ambito, ne fanno parte il cinema, la musica e l’editoria nonché i mezzi di comunicazione di massa e le industrie del settore creativo (moda e design), del turismo, delle arti e dell’informazione. 

 

Per i deputati, oltre che sull’innovazione imprenditoriale, la competitività dell’Ue deve basarsi sui settori della cultura e della creatività e, pertanto, occorre dare la priorità a politiche incentrate sull’innovazione delle attività culturali e dell’economia creativa. E’ anche importante elaborare una “vera e propria strategia europea a favore della cultura” che comprenda “misure politiche strutturate di attuazione concreta per lo sviluppo delle industrie creative”. La dimensione culturale, inoltre, dovrebbe essere integrata in tutte le politiche comunitarie.

 

Secondo il Parlamento, inoltre, le industrie culturali debbono poter contare su un “finanziamento adeguato” e, pertanto, occorrono un sostegno pubblico e un quadro regolamentare e fiscale favorevole, specialmente applicando crediti d’imposta e aliquote IVA ridotte per tutti i prodotti culturali, comprese le “opere in linea”. E’ anche necessario che i fondi strutturali, i programmi destinati alle PMI e il VII programma quadro di ricerca riconoscano una rilevanza particolare allo sviluppo e a un adeguato finanziamento delle industrie culturali e creative, comprese le PMI del settore e le imprese artistiche individuali.

 

Il Parlamento chiede alla Commissione di individuare i settori in crisi nelle industrie culturali europee prestando particolare attenzione all’editoria e al settore musicale. Nella prima è a rischio la creazione letteraria di “qualità” a beneficio dei bestseller, mentre il secondo è minacciato dalla diffusione delle tecnologie digitali e dalla pirateria. Devono quindi essere garantiti il rispetto e la protezione dei diritti di proprietà letteraria ed artistica, sopratutto nell’ambiente digitale.

 

La Commissione dovrebbe, quindi, adottare le misure idonee ad avviare una “radicale revisione” della protezione dei diritti di proprietà intellettuale “al fine di eliminare alla radice le cause della contraffazione e della pirateria”. Anche perché questi fenomeni conducono “alla perdita di posti di lavoro nell’Ue” e minano la qualità dei prodotti, colpendo in particolare gli Stati membri la cui produzione e sfruttamento della cultura costituisce “fonte fondamentale di reddito”. Si tratta, più in particolare, di trovare un migliore equilibrio fra gli obiettivi contrastanti della protezione dei titolari dei diritti e dell’accesso libero ed equo ai prodotti e servizi culturali, nonché fra remunerazioni, scelta per i consumatori e diversità culturale.

 

Per il Parlamento, d’altra parte, nell’era digitale il consumatore deve trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie e, con Internet, le modalità di fruizione dei prodotti e dei servizi culturali sono cambiate. E’ quindi essenziale provvedere a un “accesso senza ostacoli” ai contenuti culturali in linea e alla diversità delle espressioni culturali. Ma è anche necessario salvaguardare il “legittimo diritto” a una giusta remunerazione della creazione artistica nonché assicurare il rispetto e la protezione della proprietà intellettuale. Invita peraltro la Commissione a responsabilizzare tutti gli operatori, inclusi i consumatori, nella lotta alla pirateria, a realizzare campagne di sensibilizzazione e di formazione, in particolare nelle scuole, sul valore della proprietà intellettuale e a incoraggiare i consumatori a rispettarla. Tuttavia, per i deputati, “la criminalizzazione dei consumatori che non perseguono profitto non è la soluzione per combattere la pirateria digitale”.

 

D’altra parte, il Parlamento sottolinea la rilevanza per il settore creativo europeo di infrastrutture informatiche gratuite come la rete Web , basate su modelli di partecipazione aperta e standard aperti, e chiede alla Commissione di presentare una strategia per infrastrutture informatiche più aperte e interoperabili. Invita poi la Commissione a “evitare l’adozione di misure in contrasto con le libertà civili, i diritti umani”, quali l’interruzione dell’accesso a Internet.

 

Per il Parlamento il turismo culturale “svolge un ruolo significativo nella crescita economica regionale e nella creazione di ricchezza”, nonché nella valorizzazione del patrimonio culturale europeo. Invita quindi Stati membri e istituzioni Ue a favorire le iniziative volte a sviluppare il turismo culturale. Si dice anche favorevole alla creazione di “un’etichetta del patrimonio europeo” per valorizzare la dimensione europea dei beni culturali, dei monumenti, dei siti e dei luoghi della memoria a testimonianza della storia e del patrimonio europeo. Chiede inoltre di elaborare un elenco dei luoghi di “pellegrinaggio culturale” in tutti gli Stati membri e di promuovere partenariati e gemellaggi tra città, autorità locali e regioni.

 

Infine, il Parlamento raccomanda di promuovere i valori culturali europei con l’organizzazione periodica di un Anno europeo che commemori un’importante personalità europea, un’attività artistica o una manifestazione culturale.

 

I deputati chiedono alla Commissione di riflettere sulla possibilità di realizzare un programma analogo a quello MEDIA, di procedere nell’iniziativa della biblioteca digitale europea e di sostenere il settore musicale e dell’editoria per facilitare la distribuzione transnazionale delle opere. Chiede, inoltre, di garantire la mobilità dei prodotti e dei servizi del settore della creazione e una gestione transfrontaliera collettiva ben organizzata dei diritti d’autore, equilibrando la remunerazione di tutte le categorie.

 

A suo parere è anche importante creare un’opportuna rete di sicurezza per gli imprenditori creativi, soprattutto per i lavoratori autonomi, nel settore della cultura che “fino a oggi presentano elevate percentuali di lavoro a tempo parziale e una scarsa stabilità delle condizioni di lavoro”. (r.n.)

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