Gabriella Carlucci : ‘Una legislatura innovativa per lo spettacolo’. Laboratorio politico lunedì 7 aprile a Roma al Teatro Valle

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dalla Redazione

Italia


Gabriella Carlucci

Per lunedì pomeriggio 7 aprile, nel centralissimo Teatro Valle di Roma, Gabriella Carlucci , Responsabile Cultura e Spettacolo di Forza Italia, ha promosso un convegno-laboratorio, dedicato alla presentazione delle proposte di legge del Popolo della Libertà, che verranno depositate all’avvio della prossima legislatura e immediatamente sottoposte all’attenzione del nuovo Governo.

Si tratta di 5 provvedimenti, sottoposti a pubblico dibattito con gli operatori del settore (sia della sfera artistico-autoriale sia della sfera economico-imprenditoriale) :

– Legge Quadro sullo Spettacolo dal Vivo

– Linee-guida per la riforma delle Fondazioni Lirico Sinfoniche

– Pacchetto Welfare per i Lavoratori dello Spettacolo 

– Interventi per lo Sviluppo del Cinema Italiano

– Fiscalità e Mecenatismo per la Cultura , lo Spettacolo, le Arti

 

Oltre a Carlucci, sono previsti, come relatori, l’onorevole Renato Brunetta, il senatore Maurzio Sacconi, e Luca Barbereschi, quest’ultimo come esponente di punta della componente Alleanza Nazionale all’interno del Popolo della Libertà.

 

Moderatore dell’incontro sarà Angelo Zaccone Teodosi, Presidente IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale.

Sono previsti i saluti di Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Gianni Alemanno.

 

Al termine dell’incontro, anche per evidenziarne il carattere irrituale, avrà luogo la presentazione dello spettacolo teatrale Come spiegare la storia del comunismo ai malati di mente” di Matei Visniec, regia di Giampiero Borgia. Sarà presente anche Razvan Rusu, Ambasciatore di Romania in Italia.

 

Nelle intenzioni dei promotori, si tratta di una occasione laboratoriale aperta : è impossibile sfuggire la tentazione “elettoralistica”, ma si intende stimolare un dibattito critico sul “meglio” e sul “peggio” del sistema dello spettacolo in Italia, ovviamente per esaltare i “benchmark” e ridurre gli sprechi. Sono stati invitati operatori del settore senza alcuna preclusione ideologica.

 

Queste le tesi programmatiche annunciate dalla Carlucci: investire per la cultura, lo spettacolo, le arti : non spendere meno, ma spendere meglio

Lo spettacolo italiano sembra essere “in crisi” da sempre, forse dalla nascita : le cronache giornalistiche registrano, nel corso dei secoli, crisi del melodramma e crisi del cinema…

Forse questa crisi “strutturale” è un paradossale sintomo di vitalità e crescita, e come tale va interpretata, trasformando la crisi in crescita, superando le criticità, emulando i casi di eccellenza.

In Italia, lo spettacolo è un settore importante della società e dell’economia : anche se non si dispone ancora di dati precisi, si può stimare che esso impieghi oltre 200mila lavoratori (anche se in parte precari), migliaia di imprese (spesso micro-aziende), centinaia di enti no profit ed associazioni, e produca anzitutto ricchezza culturale, estensione del pluralismo espressivo, libertà artistica,  democrazia autentica, prima che ricchezza economica (lavoro occupazione indotto turismo culturale).

 

Col linguaggio della “new economy” : “content multimedia”, contenuti per tutte le piattaforme.

 

Nel marzo 2008, alla fine della quindicesima legislatura, la Responsabile Spettacolo di Forza Italia  ha elaborato un documento aperto intitolato “Appunti per un’agenda di liberalizzazione e sviluppo.

Una legislatura per lo spettacolo e le arti “, frutto di un primo confronto con una parte degli operatori del settore, alla luce dell’esperienza legislativa degli ultimi governi e parlamenti.

 

A fronte delle dinamiche conservative, e spesso passatiste, e del rischio un “governo” culturale dirigista dello spettacolo, Gabriella Carlucci ha inteso promuovere un laboratorio aperto sulla politica e sull’economia della cultura, senza discriminazioni di provenienza politica e ideologica, per consentire un confronto sul “peggio” e sul “meglio” dello spettacolo italiano, per intercettare idee concrete e proposte innovative.

Alcuni liberisti invocano addirittura l’abolizione totale del Fondo Unico per lo Spettacolo, convinti che il libero mercato spazzi via, magicamente, caste protette e sovvenzioni sprecate.

 

E’ una prospettiva estremista e pericolosa. Il Fus va corretto non eliminato, altrimenti si corre il rischio di buttare il bambino insieme all’acqua sporca.

Un “buon governo” dello spettacolo deve essere animato da alcune regole-quadro :

– estensione dello spettro dell’offerta, stimolazione della creatività giovanile

– massima libertà alle imprese, con particolare sostegno all’innovazione e internazionalizzazione

– promozione del welfare : assoluta tutela delle autorialità e delle professionalità

– analisi dell’efficienza ed efficacia dell’intervento della mano pubblica, ex-ante ed ex-post

– eliminazione delle pratiche assistenziali e razionalizzazioni degli enti pubblici culturali

– centralità della funzione di formazione, ricerca e sperimentazione dei finanziamenti pubblici

– preferibilità degli strumenti di incentivazione fiscale rispetto agli interventi diretti”.

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