RadioTv: Gentiloni difende la propria legge, ‘In Italia ancora troppa concentrazione, bisogna liberalizzare’

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

“…Banda larga e accesso internet per tutti e liberalizzazioni sono le due priorità del Pd e quindi difendo la legge che porta il mio nome”.

Così il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, a margine di un convegno a Milano, si dice convinto che la legge, che prevede una rete Rai e una Mediaset in anticipo sul digitale terrestre, sia ancora valida.

“…Il digitale terrestre sta crescendo – ha sottolineato – e non c’è nulla di così drammatico o punitivo come si vorrebbe far credere”.

Ma il punto centrale per Gentiloni è proprio quello di liberalizzare il settore televisivo perché “c’è ancora troppa concentrazione“.

 

Quanto alla vicenda legata a Europa 7, alla quale dovranno essere assegnate delle frequenze, “…c’è una sentenza della Corte europea che dice che in Italia il regime delle frequenze televisive è contrario all’ordinamento comunitario e quindi più chiaro di questo (…) ognuno, in campagna elettorale, può dare interpretazioni strumentali, però quando il Parlamento si riunirà di nuovo, dal 29 aprile in avanti, avrà questa grana da affrontare. Se cambiasse anche la maggioranza quella nuova dovrà affrontare il problema ma – ha aggiunto – in realtà il problema non c’è”.

  

Il Ministro delle Comunicazioni ha poi parlato delle recenti disposizioni della Commissione parlamentare di vigilanza su i faccia a faccia in Tv tra i candidati premier durante la campagna elettorale.

“E’ un diritto per i cittadini, un normale diritto in tutte le democrazie occidentali”.

“…Dipende da loro – ha replicato a chi gli chiedeva un commento su un duello televisivo tra Veltroni e Berlusconi – Penso che per gli spettatori, per l’opinione pubblica e i cittadini siamo quasi al limite di un diritto. Non vedo perché negare un diritto”.

Secondo Gentiloni, poi, “…come si fa un faccia a faccia tra Franceschini e Fini, si può fare tra Veltroni e Berlusconi. Le regole delle tribune elettorali non lo prevedono ma nessuno – ha concluso – esclude si possa fare in un normale format televisivo”.

  

La scorsa settimana, infatti, la Vigilanza ha accolto le richieste di Viale Mazzini per l’applicazione del regolamento sulla par condicio nell’ultimo periodo della campagna elettorale.

Salvo il palinsesto di Raiuno e ammesso il trasloco delle conferenze stampa dei candidati premier dalla prima serata della rete ammiraglia a Raidue.

Il direttore generale, Claudio Cappon, aveva avanzato il rischio di perdite per le casse Rai di 40-50 milioni di euro in piena stagione di garanzia.

  

Le conferenze stampa dei capi delle coalizioni – originariamente previste nelle ultime due settimane prima del voto in prima serata su Raiuno – potranno andare in onda su un’altra rete, purché sia la stessa per tutti e con la stessa collocazione.

 

Sarà probabilmente Raidue – per scelta della stessa Tv pubblica – anche se qualche problema rimane per Annozero, che potrebbe essere costretto a fare spazio agli appuntamenti elettorali e per Ballarò, che non può sovrapporsi con temi politici alle conferenze stampa. Mentre nessun problema per Porta a Porta che potrà continuare l’approfondimento di seconda serata su Raiuno.

 

Ancora dubbi, però, sul confronto tra tutti i candidati premier, previsto dal regolamento su Raiuno negli ultimi dieci giorni di campagna elettorale: per il presidente della Vigilanza Mario Landolfi il caso è chiuso e “il confronto si farà”, mentre la Rai valuta con cautela la possibilità di avere tutti i candidati intorno allo stesso tavolo, e sembra difficile che Berlusconi e Veltroni possano accettare una simile eventualità.

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