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Ambrogetti nuovo presidente di DGTVi: ‘Priorità alla transizione al digitale terrestre, visto che manca poco al traguardo del 2012’

Italia


Andrea Ambrogetti, direttore delle relazioni istituzionali Italia di Mediaset, è il nuovo Presidente di DGTVi (associazione italiana per lo sviluppo e la promozione del digitale terrestre a cui aderiscono Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree- Sportitalia, Frt e Aeranti-Corallo e cioè praticamente tutti gli operatori televisivi nazionali e locali). Lo ha eletto all’unanimità l’assemblea della stessa Associazione che ha poi riconfermato Egidio Viggiani, di Dfree-SportItalia, segretario generale.

 

Ambrogetti, 46 anni, con una lunga esperienza prima nel mondo delle emittenti televisive locali, poi in Rai e quindi in Mediaset, subentra a Piero De Chiara, che ha retto la presidenza dell’Associazione negli ultimi due anni.

 

“La priorità che ci siamo posti è quella di imprimere nel prossimo anno una accelerazione definitiva al processo di transizione al digitale, dal momento che mancano poco più di cinquanta mesi al traguardo del 2012”, ha dichiarato Ambrogetti.

Il nuovo presidente di DGTVi ha sottolineato la necessità che subito “…lo Stato, le Regioni e le imprese definiscano tappe, scadenze e modalità di un passaggio che coinvolge tutte le famiglie italiane e che rappresenta un processo industriale di grandissima rilevanza per tutto il Paese”.

 

D’altra parte, ha concluso Ambrogetti, tale processo ha già subito un’accelerazione decisiva: nel mese di gennaio, infatti, per la prima volta si può stimare che gli utilizzatori della piattaforma digitale terrestre siano ormai oltre 5 milioni e mezzo, raggiungendo quella satellitare e divenendo così la piattaforma digitale più diffusa del nostro Paese. Anche gli ascolti praticamente raddoppiati negli ultimi sei mesi, con il 4,3% di utilizzo della piattaforma digitale terrestre nel giorno medio testimoniato dal dato Auditel di gennaio, incominciano ad avvicinare il digitale terrestre ai livelli di ascolto degli altri Paesi Europei.

 

Procedono, infatti, i lavori per il digitale terrestre in Italia. E’ di alcuni giorni fa l’accordo bilaterale di collaborazione con la Repubblica di San Marino. Viste le rapide innovazioni tecnologiche nel settore radiotelevisivo, e in particolare nella prospettiva del passaggio al sistema digitale, si è ritenuto necessario aggiornare il quadro di riferimento della cooperazione bilaterale nel settore, in precedenza fornito da un’intesa del 1987. 

 

Il Ministero degli Esteri informa che, nella prospettiva dell’utilizzo del sistema di diffusione satellitare, l’intesa prevede la possibilità di una programmazione mirata all’area adriatico-balcanica per la promozione della lingua italiana, della cultura e dell’immagine dei due Paesi. 

Esso conferma, tra l’altro, la collaborazione tra i due servizi pubblici radiotelevisivi, prevede una possibile estensione del bacino d’utenza per l’emittente sammarinese, istituisce una Commissione Mista con un ruolo non solo di monitoraggio ma anche propositivo nei temi oggetto dell’intesa. 

 

Intanto procedono i lavori per lo switch-off della Sardegna. Nella riunione della task force, coordinata dal Ministero delle Comunicazioni, per gestire il processo di transizione al sistema televisivo digitale nella regione che spegnerà per prima l’analogico, si è stabilito che le attività di completamento della conversione degli impianti avverranno tra il 1° settembre e il 30 ottobre 2008.

 

Il periodo di passaggio servirà per consentire alle imprese radiotelevisive di provvedere all’acquisizione di tutti gli apparati tecnologici e i materiali necessari, nonché a intervenire sulle centinaia di impianti presenti sull’isola per realizzare le reti isofrequenziali.  

 

“…Tale tempistica – spiega il Ministero – è fondamentale per consentire alle imprese radiotelevisive di provvedere all’acquisizione di tutti gli apparati tecnologici e i materiali necessari nonché ad intervenire sulle centinaia di impianti presenti sull’isola per realizzare reti isofrequenziali”.

 

La metodologia è stata elaborata dalla Fondazione Ugo Bordoni e prevede di minimizzare ogni impatto sulla popolazione, sia in termini di durata delle operazioni sia in termini di mancata fruizione del segnale delle emittenti interessate.

 

 

Il 22 febbraio è inoltre divenuto efficace il DM del 24 gennaio 2008, del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni (in applicazione della Legge Finanziaria) che stanzia 54,8 milioni di euro per sostenere il processo di transizione al digitale nelle Regioni italiane interessate.

 

Per quel che riguarda il coordinamento internazionale delle frequenze vi è stato un incontro tra una delegazione Francese, guidata dal direttore dell’Agenzia Francese per le frequenze Francois Rancy e una italiana, composta da rappresentanti dell’Agcom, del Ministero delle Comunicazioni e della Fondazione Ugo Bordoni, finalizzato alla definizione di una intesa riguardante il coordinamento internazionale delle frequenze.

 

Le delegazioni hanno convenuto sulla necessità di adottare un approccio flessibile per il coordinamento bilaterale al fine di soddisfare le necessità di entrambi i Paesi in termini di canali utilizzabili nella transizione al digitale, nel rispetto comunque dello scenario stabilito dalla Conferenza di Ginevra.

 

Altro importante accordo, quello del tavolo tecnico dell’Agcom d’intesa con il Ministero delle Comunicazioni sulla configurazione e sul numero delle reti digitali terrestri da realizzare da parte delle televisioni nazionali e locali nella Regione Sardegna.

L’intesa è stata condivisa dalla Rai e da tutti gli operatori televisivi, nazionali e locali, presenti nella regione.

 

Sulla base dei criteri dettati dall’Agcom nella delibera n. 603/07/CONS e delle risorse di frequenze disponibili in Sardegna, derivanti dalla Conferenza di Ginevra 2006, l’accordo prevede che delle 21 frequenze in UHF con copertura superiore all’80% del territorio, 14 siano assegnate alle emittenti nazionali e 7 alle emittenti locali di estensione regionale, secondo criteri equi, trasparenti e non discriminatori; 2 frequenze in VHF con copertura superiore all’80% del territorio all’emittenza nazionale; 6 frequenze con coperture tra il 50 e il 70% per territorio all’emittenza nazionale; 10 frequenze con copertura subregionale alle emittenti locali, pluriprovinciali e subregionali.

 

Tra le frequenze con copertura superiore all’80%, 2 sono riservate all’ingresso di operatori nuovi entranti, secondo le regole che saranno determinate dall’Agcom e dal Ministero; 5 frequenze di copertura subregionale costituiranno una riserva che potrà essere utilizzata nella fase della negoziazione negli accordi nazionali e bilaterali con i Paesi confinanti.

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