Numero unico 112: via alle sperimentazioni. Parte da Salerno il test del servizio di emergenza europeo

di Alessandra Talarico |

Italia


Numero unico emergenza

Partirà a luglio da Salerno, con circa 2 anni di ritardo, la sperimentazione nel nostro Paese del servizio 112, il numero unico europeo di emergenza previsto dalle direttive comunitarie.

Il servizio permetterà di rendere più efficienti gli interventi di emergenza su tutto il territorio europeo, eliminando le attività non specifiche e focalizzando le strutture sulle loro competenze primarie.

Il sistema convoglia infatti al 112 le chiamate dirette ai numeri di emergenza già esistenti (112, 113, 115, 116, 117, 118, 1515 e 1530), le quali vengono così ripartite, attraverso un sistema di instradamento automatico garantito da Telecom Italia, tra le sale operative della Polizia di Stato e dei Carabinieri, che provvederanno ad inviarle al presidio a competenza generale più prossimo (Commissariati P.S. distaccati, Compagnie o Stazioni CC).

 

Perché ciò avvenga sarà ovviamente necessario digitalizzare le sale operative e la rete telefonica, mentre gli operatori telefonici saranno soggetti all’obbligo di fornire il servizio di localizzazione del chiamante anche da telefonia mobile.

 

L’Italia si allinea quindi ai dettami europei, dopo che la Commissione aveva avviato una procedura d’infrazione per il mancato adempimento delle direttive che prevedono una informativa chiara e trasparente sull’ubicazione del chiamante, fattore indispensabile per poter coordinare e sveltire le operazioni di soccorso.

 

La localizzazione del chiamante è infatti un elemento fondamentale, poiché attraverso le tecnologie di localizzazione, gli operatori del 112 sono messi in grado di ricevere immediatamente le informazioni relative al chiamante (localizzazione comune, via e numero civico nel caso di telefoni fissi) e l’esatta ubicazione sul territorio per i telefoni mobili con un’approssimazione che varia dai 10 metri dei centri urbani, ai 200 metri delle aree rurali o poco abitate.

 

“Si tratta di un servizio molto importante per i cittadini dell’Unione”, ha spiegato Viviane Reding, commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media, sottolineando come “la possibilità di localizzare chi effettua le chiamate d’emergenza permette di salvare delle vite”.

Il sistema permette inoltre di capire se associato a più chiamate al 112 sia un singolo evento (incidente stradale), o se siano più incidenti che quindi richiedano più mezzi di soccorso, nonché di individuare l’esatta posizione dell’evento qualora il chiamante non abbia la possibilità di fermarsi, attraverso la traiettoria seguita dalla localizzazione del chiamante.

Nel caso poi il chiamante non sappia dove esattamente si trovi o non sia nelle condizioni di fornire informazioni (stato di semincoscenza, dispersi) il servizio di localizzazione permette di inviare comunque i soccorsi.

 

In attesa che tale sistema venga adottato su tutto il territorio nazionale, chi si trova in difficoltà e ha bisogno di aiuto potrà continuare a chiamare i numeri di emergenza esistenti, i quali non saranno aboliti e continueranno ad assolvere la loro funzione di pubblico soccorso.

 

Dopo Salerno, entro 150 giorni, il servizio sarà adottato dalle province di Imperia, Sassari, Perugia, Padova, Como, Torino, Crotone e Matera; entro 180 giorni toccherà Caltanissetta, Caserta, Nuoro, Reggio Emilia e Varese. Successivamente, il servizio sarà esteso a tutto il territorio nazionale attraverso l’attivazione di otto province al mese.

 

Il numero 112 era dal 1981 il numero per contattare le centrali operative dei Carabinieri, mentre storicamente il numero 113, collegato alle centrali operative della Polizia di Stato, attivato nel 1968, era conosciuto come il numero per il “soccorso pubblico d’emergenza”, al quale ci si rivolgeva per qualsiasi emergenza.

 

Con l’istituzione nel 1991 del Numero Unico Europeo 112 per le Emergenze (91/396/CEE), le chiamate al 112 sono state instradate direttamente alle centrali operative dei Carabinieri che poi smistano le eventuali chiamate per gli altri servizi, alle altre Centrali Operative del soccorso o, in alcuni casi chiedono di richiamare l’esatto numero corrispondente all’emergenza per la quale l’utente chiama.

 

Oggi sono presenti in Italia vari numeri per l’emergenza, dedicati alle diverse tipologie di servizi che possono essere richiesti (attivo dalla fine del 2005 in tutta Italia anche il numero breve 114 per le segnalazioni dei minori in difficoltà, il nuovo numero del Telefono Azzurro che sostituirà il vecchio 19696, attivo per le zone ancora non raggiunte dal 114).

 

La fase propedeutica all’attivazione sul territorio nazionale del servizio 112 è stata avviata da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 4 agosto 2003), che ha anche costituito un gruppo di lavoro per l’avvio della sperimentazione.

Il 15 marzo 2005 il Gruppo di lavoro ha approvato lo studio di fattibilità del progetto.

 

Con DPCM del 30 giugno 2005, è stata inoltre istituita, presso il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, una specifica struttura di missione, denominata “Unità tecnico-operativa per l’istituzione del Numero Unico Europeo di Emergenza”, allo scopo di coordinare tutte le attività necessarie all’attuazione del progetto.