www.Italia.it è morto! Viva www.Italia.it

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Italia.it

L’articolo che segue, a firma di Roberto Galimberti, è tratto da la-rete.net (www.la-rete.net), il nuovo sito che intende sostenere il dibattito sulla società dell’informazione in Italia.

 

 

Il 20 gennaio 2008 il portale www.Italia.it ha chiuso. Doveva essere il portale per la promozione del turismo italiano. E invece no.

Non ce l’abbiamo fatta ad avere una bella vetrina per promuovere il nostro splendido Paese e il suo enorme patrimonio artistico, patrimonio dell’umanità.

Peccato. E’ stata una grande delusione e un importante appuntamento mancato e nelle sedi opportune si stanno individuando le responsabilità.

Ora però dobbiamo ripartire subito per avere al più presto il nostro portale www.Italia.it: è una necessità culturale ed economica. 

Adesso dobbiamo proprio fare il portale più bello del mondo, non solo per recuperare la figuraccia appena incassata, ma soprattutto perché ce lo meritiamo.

Il prodotto (l’Italia) lo abbiamo. Bisogna poi risolvere qualche problema organizzativo e tecnico. Qui sotto riporto alcune considerazioni organizzative e tecniche che spero siano utili.

Il problema di fondo però è che a questo punto dobbiamo uscire dagli schemi tradizionali e puntare ad avere un portale molto innovativo nei contenuti, nel modo di porsi e nel modo di catturare l’attenzione dei possibili utenti.

Dobbiamo quindi avere un direttore artistico del portale che sia un artista italiano, di nome e prestigio internazionale. Chi vi viene in mente?

Passiamo ora agli aspetti tecnici.

Sono ormai passati 4 anni dall’inizio di questa iniziativa, per ora sfortunata. In questo periodo la tecnologia e soprattutto la capacità industriale di trasformarla in prodotti/servizi ha fatto passi da gigante: allora vediamo di trarne vantaggio.

Di seguito, elenco alcuni punti importanti per la realizzazione e la successiva gestione di un portale di grande dimensione e soprattutto di grande accesso.

Il primo riguarda l’organizzazione. Creare un portale per la promozione dell’Italia è prima di tutto un grande sforzo organizzativo, che deve sì mettere al centro dell’iniziativa l’utente, ma deve anche dare un spazio significativo ai molti attori che debbono creare i vari “pezzi” che compongo il portale stesso. Stato, Regioni, Comuni, Musei hanno già preparato negli anni gran parte del materiale necessario: ora si tratta di averne una visione armonica e unificante. In questa direzione si è già espresso Umberto Paolucci, presidente dell’ENIT (che raggruppa Stato e Regioni e che dovrebbe gestire il portale www.Italia.it): “…ci deve essere una piattaforma di sviluppo…. e fondi sufficienti per un’idea di portale non solo istituzionale, ma aperto e dialogante con gli utenti“.

Il secondo aspetto riguarda gli utenti. Chi saranno gli utenti del portale www.Italia.it? Saranno soprattutto gli stranieri: quindi, per favore, facciamolo direttamente in inglese e poi traduciamolo in tutte le lingue del mondo, italiano compreso. E intanto che ci siamo, proviamo ad attrarre non solo i turisti, ma anche i giovani del mondo invogliandoli a studiare con noi.

Il terzo riguarda gli aspetti tecnici. Da un punto di vista tecnico creare un portale significa integrare competenze di:

  • tecnologie informatiche (dal Web 2.0, agli avatar, a tecniche di validazione e di aggiornamento, a Human usability, a multimedialità, a diversificate modalità di accesso….)

  • design (l’arte di rendere evidenti e profittevoli le esigenze inespresse dell’utente)

  • marketing online, basate sulla capacità di creare comunità proattive nel migliorare il prodotto stesso e nel sentirsi partecipi di una avventura comune di successo. Significa vendere non solo the thing ma soprattutto the link!!

Tutte queste cose noi italiani le sappiamo fare molto bene.

Il nostro design e il nostro marketing li esportiamo ovunque e siamo apprezzati per questo.

Già esistono, peraltro, iniziative di questo tipo applicate a portali che hanno avuto grande successo.

Voglio citare un solo esempio tra i tanti: il portale della Ducati.

Oltre ad avere un ottimo prodotto (la moto campione del mondo), la casa madre ha usato metodi innovativi di marketing e di creazione di un consenso attivo attorno al suo brand, creando la comunità dei “ducatisti” che hanno aiutato la società sia a prendere decisioni di immagine, sia a diffonderla con convinta e partecipata passione.

I risultati si sono visti: la passione è contagiosa.

Chi deve decidere il prosieguo di questa iniziativa saprà senz’altro tener conto di questi fatti nuovi di successo, che si sono ottenuti con la collaborazione tra nostre università e società che hanno fatto dell’innovazione la loro ragione di esistere.

La continuazione del nuovo portale www.Italia.it deve essere prima di tutto l’affermazione della nostra capacità artistica e anche un’occasione per usare tecnologie e competenze italiane capaci e fortemente innovative.

Il Made in Italy non è solo moda.

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