Rifiuti tecnologici: siglato accordo tra ministero ambiente e comuni per la raccolta differenziata

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Spazzatura high-tech

I rifiuti tecnologici aumentano a vista d’occhio – l’Onu parla di 20-50 milioni di tonnellate prodotte ogni anno – e prima che l’Italia rischi di conoscere l’ennesima emergenza, è stato siglato un accordo tra il ministero dell’ambiente, l’associazione dei Comuni (Anci), l’Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, aderente a Confindustria) e varie altre associazioni per promuovere la raccolta differenziata anche di questo tipo di rifiuti.

 

Solo in Italia, ogni cittadino produce 14 Kg di rifiuti elettrici ed elettronici l’anno per un totale nazionale di circa 850 mila tonnellate. Di queste, solo 67.000 mila tonnellate vengono gestite e recuperate per una media di circa 1,15 kg l’anno per abitante.

 

Dal 1 gennaio di quest’anno, la responsabilità dello smaltimento di computer, telefonini, televisori, lavatrici e lavastoviglie è passata dai Comuni ai produttori, che dovranno dare vita a consorzi o sistemi collettivi per la gestione di questi sempre più ingombranti rifiuti.

La normativa europea prevede infatti di arrivare, entro il 31 dicembre 2008, a una raccolta media pro-capite di 4 Kg l’anno per abitante (circa 240 mila tonnellate), da recuperare (con percentuali che vanno dal 70 all’80% in base alla categoria di rifiuto) o reimpiegare e riciclare (con percentuali che vanno dal 50 all’80%).

 

Grazie al nuovo accordo, i comuni riceveranno un rimborso forfettario di 10 milioni di euro da parte del settore della produzione al fine di coprire parte dei costi da questi sostenuti e di realizzare nuove isole ecologiche sul territorio. Fino al 30% di questa somma sarà, infatti destinato, tramite un bando pubblico rivolto ai Comuni, alla realizzazione di Centri di raccolta sul territorio nazionale presso le quali potranno essere conferiti i rifiuti tecnologici da parte dei cittadini e da parte della piccola e grande distribuzione.

 

“Finalmente anche in Italia, come nel resto dei Paesi europei, parte la raccolta differenziata dei rifiuti elettrici ed elettronici”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio.

 

“Si tratta – ha aggiunto il ministro – di un tassello importante verso una gestione sostenibile che vuole dar vita ad una innovativa filiera del recupero e del riciclo con benefici effetti sulla tutela e la protezione dell’ambiente. L’alto numero di soggetti che hanno sottoscritto questo accordo di programma dimostra come, con le politiche del confronto e della concertazione, sia possibile ottenere ottimi risultati, garantendo, al tempo stesso, il rispetto delle normative ambientali ed i principi della sostenibilità”.

 

”I Comuni italiani, nel 2006 hanno trattato complessivamente oltre 100.000 tonnellate di Raee (fonte Apat) – ha affermato Leonardo Domenici, Presidente dell’ANCI – E questo lo hanno fatto sinora su base volontaria, con fondi propri e coinvolgendo i cittadini. Il risultato importante che discende da questo accordo è l’avvio di un Sistema e il riconoscimento di un rimborso (seppur forfetario) ai Comuni per una responsabilità che la legge, invece, affida ai produttori secondo il principio per cui ‘chi inquina paga”’.

 

L’accordo è stato sottoscritto anche da CONFAPI (Confederazione italiana della piccola e media industria), Confcommercio-ANDEC (Associazione Nazionale importatori e Produttori di elettronica Civile), Confesercenti, Confcommercio-ANCRA (Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisioni Elettrodomestici Dischi e affini), ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), ANCD (Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti), ASSOFERMET (Associazione nazionale dei commercianti in ferro e acciaio, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta ed affini).

 

Il coinvolgimento di tutta la catena di valore è infatti essenziale per gestire questa tipologia di rifiuti, considerevole sia in termini quantitativi che in quelli qualitativi. Si tratta spesso, di rifiuti particolarmente pericolosi – il primo esempio è il CFC contenuto nei frigoriferi, ma anche il cadmio il mercurio – e in alcuni casi di sostanze con alto valore come ad esempio l’oro presente in diverse apparecchiature.

 

Secondo alcuni studi, infatti, da ogni tonnellata di hardware è possibile recuperare ben 16 grammi di oro puro: se si calcola che nelle miniere tradizionali i grammi per tonnellata variano da due a quattro, si capisce l’importanza del riciclo di questi prodotti e del loro corretto smaltimento.

 

“Mi associo nell’esprimere soddisfazione per l’accordo raggiunto – ha sottolineato Guidalberto Guidi, Presidente di Federazione ANIE – e ribadisco il continuo impegno dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, dimostrato anche nella fase di iscrizione al registro. Negli ultimi 10 giorni si sono iscritte 2000 imprese portando il numero totale degli iscritti alla data fissata dalla legge (18 febbraio) a 3500 e le adesioni continuano ad arrivare numerose; stimiamo che il numero totale delle imprese che dovrebbero iscriversi, compresi distributori e importatori, sia attorno ai 10.000. Un risultato di estremo rilievo, quello nazionale, se pensiamo che in Germania per raggiungere un numero di iscritti comparabile a quello italiano sono occorsi 8 mesi, mentre in Spagna dopo 6 mesi le imprese iscritte non hanno superato le 600″. (a.t.)

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