Pirateria informatica: l’Italia è da record. Persi ogni anno 13 mld di euro

di Alessandra Talarico |

Italia


Pirateria

Tredici miliardi di euro. È questa la cifra che il nostro Paese perde ogni anno a causa della pirateria informatica.

Sì, perché l’Italia, quando si tratta di battere primati negativi, non si tira mai indietro.

 

È quanto è emerso dal convegno Assintel “Pirateria: software, musica e video. Condotte lecite e violazioni”, che ha stilato un quadro non proprio lusinghiero dell’atteggiamento degli italiani nei confronti di tutto quanto è pirateria.

Secondo i dati forniti dal Maggiore della Guardia di Finanza Mario Piccinni, il nostro Paese è primo sia nella produzione che nel consumo di informatica piratata. A livello mondiale, per non farci mancare nulla, guadagniamo invece la medaglia di bronzo.

 

“Lo scambio domestico di file – secondo Piccinni – rappresenta il 90% dell’intera pirateria, anche se la contraffazione organizzata continua ad avere i suoi centri”.

 

Secondo le stime fornite dal Maggiore Piccinni, solo la falsificazione di prodotti musicali vale 80 milioni di euro.

Un business di tutto rispetto che pare sia anche più proficuo dello spaccio di stupefacenti e contro il quale la guardia di Finanza ha messo in atto un’attività di repressione molto forte – 15 mila interventi lo scorso anno per il sequestro di 89 milioni di prodotti pirata – ma che lo stesso continua a prosperare proprio perché molti dei criminali messi alle strette dal serrato pattugliamento delle coste italiane, hanno pensato bene di reinventarsi contraffattori e pirati informatici.

 

L’ombra delle organizzazioni criminali, infatti, si è allungata a dismisura sulla pirateria, con tanto di fabbriche clandestine – dislocate tanto nell’est Europa che in Asia – che producono ed esportano quantità inimmaginabili di materiale piratato venduto a prezzi irrisori rispetto agli originali nelle città occidentali.

 

In base ai dati presentati dalla Business Software Alliance (BSA) – organizzazione che si occupa della promozione di un ambiente online sicuro e conforme alla legge – la percentuale di software piratati ha raggiunto nel 2006 il 51% del totale.

A livello mondiale la percentuale di software duplicati illegalmente è del 39%.

 

Secondo la società di ricerca IDC, una riduzione del 10% della pirateria software in Italia genererebbe in 4 anni più di 6 mila nuovi posti di lavoro di alto livello e contribuirebbe per quasi 2,8 miliardi di euro alla crescita dell’economia.

 

“Quando un Paese si impegna per ridurre la pirateria software ne derivano vantaggi sostanziali per tutti”, ha dichiarato Luca Marinelli, Presidente di BSA Italia. “Con maggiori e migliori opportunità di lavoro, un ambiente commerciale più sicuro e un accresciuto contributo economico da parte di un settore IT già solido, la riduzione della pirateria software assicura benefici tangibili sia per il settore pubblico che per le economie locali”.

 

Un compito che risulta però quanto mai difficile – ha spiegato Assintel – alla luce dei nuovi scenari aperti dalla diffusione capillare di internet che, vicino agli innumerevoli vantaggi che porta con sé, nasconde nelle sue pieghe “procedure e modi di comportamento non leciti e spesso non conosciuti, che fanno torto al lavoro di chi ha ideato e creato quelle informazioni e quei prodotti”.

 

La pirateria delle opere coperte da copyright è ormai alla portata di chiunque disponga di un Pc e di un masterizzatore.

Il lato più preoccupante di questo fenomeno è che molto spesso non viene percepito come una violazione, pur essendo la pirateria un reato che può comportare denunce e multe milionarie “…in virtù – come sottolinea ancora Assintel – di una normativa troppo debole con i ‘pirati’ professionali e troppo severa con gli utenti privati”.

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