Dalla Ue 2,5 mld di euro per i sistemi embedded, del progetto fanno parte anche l’Italia e i big dell’industria hi-tech

di Raffaella Natale |

Unione Europea


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La Commissione Ue ha lanciato un’importante iniziativa tecnologica congiunta, Artemis. Questo progetto da 2,5 miliardi di euro, cifra che non ha precedenti, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e dall’Europarlamento alla fine del 2007. Riguarda i sistemi informatici integrati che migliorerebbero la performance di tanti dispositivi, dalle auto agli aerei, senza tralasciare telefoni e televisori.

In occasione della prima riunione a Bruxelles del Comitato direttivo di Artemis, Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, ha dichiarato: “La cosiddetta ‘informatica invisibile applicata può essere estremamente positiva per l’economia europea”.

“Sempre più spesso, infatti, delle applicazioni utili alla nostra vita quotidiana si poggiano su questi sistemi”.

Il Commissario ritiene, quindi, importante investire in dieci anni questo denaro nella ricerca sui sistemi embedded, in modo che la tecnologia europea riesca a mantenere il primato nel mondo.

Lo scorso anno sono stati venduti più di 4 miliardi di processori embedded e il mercato globale è di 60 miliardi di euro con un tasso di crescita del 14% l’anno.

Stando alle previsioni, per il 2010 il mondo conterà più di 16 miliardi di processori integrati e più di 40 miliardi nel 2020.

In questi anni, i sistemi embedded dovrebbero rappresentare una parte importante del valore dei prodotti finiti nei settore chiave dell’industria.

Per incoraggiare le economie di scala, la riduzione dei costi e la commercializzazione più rapida dei prodotti basati su queste tecnologie, in modo da consentire alla Ue d’essere all’avanguardia in questo campo, si è deciso di avviare un nuovo modo per finanziare la ricerca.

La Commissione e gli Stati membri che lo vogliono contribuiranno con le università e le aziende, tra le quali diverse PMI, nell’ambito di partnership pubbliche e private.

Mentre fino a oggi, il finanziamento delle ricerche sui sistemi integrati puntava a disperdersi in tanti piccoli progetti finanziati separatamente da Stati membri e organismi, il nuovo consorzio “aperto” Artemis consente ai Paesi Ue e alla Commissione di cooperare e cofinanziare le iniziative di ricerca su scala paneuropea in funzione di un calendario strategico definito dagli attori del settore stesso.

In seno al Comitato direttivo le parti pubbliche e private sono rappresentate in ugual misura e le decisioni strategiche sono prese in comune.

Al momento, gli Stati membri che partecipano ad Artemis sono: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Artemisia, l’associazione che raggruppa tutti gli attori non istituzionali che partecipano ad Artemis, conta oggi più di cento membri, tra i quali il 50% di organismi di ricerca, 22% di PMI e 28% di grosse aziende.

Il board di Artemisia comprende le seguenti aziende: ABB AB Corporate Research, AIRBUS, Ardaco, A.S., AVL List GmbH, Critical Software SA, Daimler AG, Ericsson AB, Finmeccanica-Società per azioni, Hellenic, Aerospace Industry SA, Infineon Technologies AG, Inspire AG, Nokia Corporation, NXP, Philips Electronics, Siemens AG, ST Microelectronics, Telelogic AB, Thales Corporate.

Nel corso dei prossimi mesi, Artemis e Artemisia diverranno pienamente operativi con tanto di sede a Bruxelles. La loro mission sarà quella di coordinare la ricerca. Le iniziative congiunte ripongono sul principio di razionalizzazione dei finanziamenti apportati dal settore privato e pubblico ai progetti, in modo da consentire un lancio più rapido delle innovazioni sul mercato.

La Commissione Ue ha lanciato anche una seconda iniziativa, ENIAC, che riguarda le nanotecnologie (Leggi articolo). Questi due progetti avviano un progresso decisivo nel comparto, permettendo ai programmi di ricerca d’essere messi in atto con l’ampiezza e la velocità necessari, perché l’Europa resti fortemente competitiva sui mercati mondiali.

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