Reuters-Thomson: OK dalla Ue al primo gruppo mondiale per l’informazione finanziaria, ma a precise condizioni

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Reuters

La Commissione Ue ha dato il proprio lascia passare all’acquisizione dell’inglese Reuters da parte del gruppo canadese Thomson, anche se l’OK definitivo è sottoposto ad alcune condizioni e ad alcuni obblighi.

Secondo l’Antitrust Ue, infatti, l’operazione da 8,7 miliardi di sterline (12,8 miliardi di euro) che dà vita al primo gruppo mondiale nel campo dell’informazione finanziaria potrebbe comportare “sostanziali ostacoli allo svolgimento dell’effettiva concorrenza nel settore”.

“Ostacoli – ha spiegato Bruxelles – che le parti si sono impegnate a rimuovere”.

 

L’esecutivo comunitario ha dichiarato che l’operazione, nella sua formulazione originaria, sollevava preoccupazioni legate ai cosiddetti “aftermarket broker research reports”, che forniscono dati come comunicati finanziari, ratio patrimoniali e utili per azione.

Per soddisfare la Commissione, che temeva ostacoli alla concorrenza, i due gruppi hanno concordato di cedere archivi di prodotti di informazioni finanziarie, attività correlate, personale e clientela che li utilizza.

 

L’operazione, costata a Thomson 8,9 miliardi di sterline (circa 12,9 miliardi di euro), consentirà risparmi dei costi annuali legati a sinergie per oltre 500 milioni di dollari e darà il via al leader mondiale del settore dell’informazione finanziaria davanti all’americano Bloomberg.

 

Reuters e Thomson hanno dato da subito massima disponibilità alla Ue, sostenendo che collaboreranno pienamente in modo che in breve tempo possano essere chiarite le questioni sollevate. Aggiungendo che “…le condizioni concorrenziali del settore sono complesse ed evolutive”.

 

L’acquisto è stato possibile grazie al sostegno della Reuters Founders Share Company, guardiano dell’indipendenza editoriale del gruppo e in grado di bloccarne l’acquisto grazie a una golden share che gli garantisce il 30% dei diritti di voto in assemblea. La nuova unità sarà quotata alle Borse di Toronto e Londra, guidata dal CEO di Reuters, Tom Glocer, mentre il presidente di Thomson, Richard Harrington, andrà in pensione. Il neonato gruppo avrà in mano il 34% dell’informazione finanziaria mondiale contro il 33% controllato da Bloomberg.

 

E proprio Glocer ha commentato: “Le nostre discussioni con l’Autorità di controllo è stata costruttiva e si è sviluppata conformemente alle nostre attese”.

Il CEO ha espresso ottimismo sui tempi della transazione che, a suo dire, dovrebbe essere realizzata nel primo trimestre del 2008.

 

Thomson è attivo sul mercato giuridico, fiscale, contabile e di ricerca scientifica, mentre Reuters è soprattutto conosciuta come una delle più grandi agenzie di stampa internazionale. Forniscono ai loro clienti capacità e conoscenze per operazioni di Borsa.

Il progetto d’acquisizione delle attività di Reuters è stato notificato alla Ue il 3 settembre 2007.

 

La transazione prevede che Thomson paghi 352,5 pence per ogni azione Reuters, più 0,16 pence di una nuova azione del nuovo gruppo per ogni azione Reuters attualmente detenuta, il che valorizza il gruppo britannico a 8,7 miliardi di sterline sulla base dei prezzi delle azioni Thomson della vigilia e del tasso di cambio tra il dollaro canadese e la sterlina. Le due società hanno anche sottolineato che l’integrazione è legata a “…un’iniziativa e a una logica naturali che creeranno un leader mondiale dei servizi dell’informazione elettronica, dei sistemi di trading e delle notizie”. Woodbridge, la holding della famiglia Thomson che attualmente ha in mano il 70% di Thomson, deterrà il 53% del nuovo gruppo e Reuters circa il 24%. Thomson conta circa 32mila addetti al mondo e un fatturato che nel 2006 era pari a 6,6 miliardi di dollari Usa. La formalizzazione della fusione è naturalmente legata agli attesi pareri delle competenti Autorità antitrust europee e americane.

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