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Mercato delle comunicazioni: l’Agcom dà i numeri del Sic, dati in crescita ma ancora forte la concentrazione. Bene la Pay TV

Italia


Il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) per il 2006 è di 23,640 miliardi di euro, con un aumento del 2,92% rispetto al 2005 (22,144 miliardi).

Questo il risultato dell’esame compiuto dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni sul Sic, il paniere introdotto dalla legge Gasparri in base al quale si calcola il tetto antitrust del 20% che nessun soggetto può superare, che per il 2006 risulta dunque pari a 4,72 miliardi. La delibera dell’Autorità è stata approvata il 6 febbraio dal Consiglio, relatori i commissari Stefano Mannoni e Michele Lauria.

 

Coerentemente con quanto effettuato nell’ambito delle attività che hanno portato alla valorizzazione economica del Sic relativamente agli anni 2004-2005, anche nel processo di aggiornamento per il biennio 2005-2006, l’Autorità ha rilevato l’esigenza di condurre una specifica raccolta di dati presso un significativo campione di imprese.

In particolare, come per la passata rilevazione, l’Autorità ha predisposto specifici formulari per le imprese attive nei tradizionali settori di interesse istituzionale dell’Autorità inclusi anche nel Sic.

L’attività di valutazione della significatività dei dati raccolti ha trovato un utile supporto nelle indicazioni e nell’esperienza operativa connesse al percorso di valutazione del 2004-2005.

In continuità con l’approccio seguito in passato, ai fini della determinazione del valore complessivo di ciascuna area economica esaminata, si è proceduto – laddove necessario – a integrare il valore della IES “originario” in termini “omogenei” mediante il ricorso ai dati trasmessi dalle imprese. Più precisamente, si sono aggiunti i ricavi relativi ad alcune imprese che non risultano ancora presenti nella IES, nonché apportate talune correzioni a dati imputati erroneamente dall’azienda che ha risposto al questionario.

 

La fetta più consistente del paniere è rappresentata dai ricavi di radio e televisione (8,503 miliardi, pari al 35,9% del totale) ed è proprio in questo settore, dove il grado di concentrazione del settore supera quello dell’editoria, che si registra lo sviluppo più dinamico, grazie in particolare all’eccezionale risultato della Pay TV (2,328 miliardi), cresciuta nel 2006 del 27% rispetto all’anno precedente(a fronte di una lieve contrazione, pari al -0,7%, della Tv gratuita).

In particolare, la Tv gratuita si piazza a quota 5,516 miliardi, la Tv a pagamento a 2,328 miliardi e la radio a 659 milioni. Se si paragonano questi dati con quelli del 2005, l ‘area televisiva si mostra come la più dinamica (+6.5%), grazie in particolare all’eccezionale risultato della Pay TV

Dai dati raccolti si può notare che, oltre alla consistente crescita dei ricavi di Sky Italia, aumentano notevolmente (+60%) anche quelli delle piattaforme digitali terrestri.

 

Per l’Agcom, il settore presenta “…un consistente livello di concentrazione…”: analizzando infatti i dati aggregati relativi alle principali imprese e capogruppo di riferimento, emerge che 12 soggetti “occupano” nel 2006 il 74% del valore dell’area classica (circa 17,8 miliardi), quella che comprende Tv, radio, stampa, editoria annuaristica ed elettronica.

 

Al secondo posto si conferma la stampa quotidiana e periodica, con un valore di 7,129 miliardi, cioè il 30,1% del totale (3,479 miliardi per la stampa quotidiana nazionale e locale, 3,650 per la periodica). Terza voce, le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi (3,606 miliardi, cioè il 15,3%). Seguono l‘editoria annuaristica ed elettronica anche via internet (2,145 miliardi, il 9.1% del Sic), così articolata: 930 milioni di ricavi per l’editoria elettronica, 870 per quella annuaristica, 345 per le agenzie di stampa. Poi il cinema (box office e pubblicità), con 1,388 miliardi (5.9% del totale); la pubblicità esterna (587 milioni, pari al 2.5%) e le sponsorizzazioni (282 milioni, cioè l’1.2%). In macrocategorie, domina la componente radiotelevisiva (35.9%), seguita dalla stampa quotidiana e periodica (30.1%) e dalla pubblicità su mezzi non convenzionali (19%).

 

Sia per il settore Tv che per l’editoria la componente più rilevante resta la pubblicità, con una quota del 56,1% per l’area radioTv (seguono i ricavi da pay con il 25,2%, il canone con il 17,6% e le convenzioni e provvidenze con l’1,1%), contro il 48,3% dell’area editoriale (seguono la vendita di copie e collaterali al 41,2%, i ricavi da prodotti e servizi di editoria elettronica con il 5,9%, quelli da servizi informativi delle agenzie di stampa con il 3% e infine convenzioni e provvidenze con l’1,6%).

 

A parte il successo della Tv a pagamento, rispetto al 2005 il valore dell’area stampa è sostanzialmente invariato: risulta una lieve crescita di quella quotidiana, con un’equivalente riduzione di quella periodica (intorno all’1,8%). Aumentano più del 10% la radio e l’editoria elettronica. Crescono (intorno al 3%) le agenzie di stampa, mentre sono in calo le opere cinematografiche.

I protagonisti di questo Sic, dodici in tutto, sono Caltagirone Editore, Class Editori, De Agostini Editore, Il Sole 24 Ore, Mediaset, Mondadori, Monrif, Rai, Rcs Mediagroup, Seat Pagine Gialle, Sky Italia, Telecom Italia Media.

Nel 2006 rappresentano il 74% del valore dei ricavi dell’area classica (circa 17,8 miliardi), quota che supera il 75% con riferimento alla sola pubblicità. Rispetto all’intero Sic, le quote sono stimabili rispettivamente nel 57% e nel 68%. Separando l’editoria e il settore radiotelevisivo, nel primo caso le principali imprese occupano nel 2006 circa il 60% delle risorse, nel secondo oltre il 91%.

 

 

Allegato A alla Delibera N. 81/08/CONS

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