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WiMax, scatta l’ora X: oggi l’apertura delle buste. Toia, ‘La Ue favorisca un unico approccio fondato su neutralità tecnologica e dei servizi’

Italia


Si conosceranno oggi i dettagli delle 29 offerte presentate per l’asta di assegnazione delle licenze WiMax.

Le licenze assegnate saranno 35 : 2 per ognuna delle 7 aree ‘macro regionali’ (Lombardia-Bolzano-Trento; Valle d’Aosta-Piemonte-Liguria-Toscana; Friuli Venezia Giulia-Veneto-Emilia Romagna- Marche; Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise; Campania-Puglia-Basilicata-Calabria; Sicilia; Sardegna), mentre 1 diritto d’uso sarà assegnato a livello regionale (con suddivisione provinciale nel caso delle Province Autonome di Trento e Bolzano) ed è riservato soggetti che non dispongano direttamente di una licenza Umts.

 

L’assegnazione delle licenze rispetterà il principio della neutralità tecnologica – non sono dunque previste limitazioni ai servizi che potranno essere offerti – mentre i diritti d’uso del WiMax avranno una durata di 15 anni rinnovabili.

 

L’Italia, seppure in ritardo, si allinea dunque ai maggiori Paesi europei e apre finalmente la strada che porterà allo sfruttamento digitale dello spettro radio.

La Ue, nel frattempo, si appresta a varare la riforma del quadro normativo del settore, che include anche l’introduzione di regole per una gestione più flessibile di questa importante risorsa, finita ma sempre più indispensabile.

 

Lo spettro radio è infatti utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che vanno dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa, per un fatturato stimato nel 2006 attorno ai 240-260 miliardi di euro.

 

Le regole attualmente in vigore, secondo la Commissione e gli addetti ai lavori, sono però del tutto inadeguate e non consentono di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet, che fa sì che le leggi che legano univocamente lo spettro al broadcasting, alla telefonia mobile o alla banda larga non siano più giustificate e possano impedire agli operatori di lanciare offerte ‘triple play’ competitive in un ambiente wireless.

Per uscire da questa empasse, la riforma prevede quindi la creazione di un unico mercato digitale europeo. L’esecutivo Ue ritiene infatti che le differenti condizioni di allocazione dello spettro tra gli Stati membri stiano “distorcendo sempre più la competitività”.

 

“Le onde radio, infatti, non si arrestano alle frontiere nazionali ed il mercato unico europeo dei servizi non può permettersi 27 diversi sistemi e regolamentazioni nazionali”, ha sottolineato anche l’eurodeputata italiana Patrizia Toia, scelta come relatrice per il rapporto che definirà gli indirizzi del Parlamento europeo sulla gestione dello spettro radio.

 

In questo contesto, il WiMax svolge un ruolo molto importante nelle future policy sullo spettro, dal momento che le tecnologie wireless sono estremamente importanti per portare la banda larga nelle aree rurali dell’Europa, aiutando a superare il digital divide.

 

Dal momento che “gli investimenti in queste tecnologie sono principalmente condotti a livello paneuropeo e globale”, ha sottolineato la Toia, “…se vogliamo sfruttare al meglio il potenziale di questa risorsa, non può che esserci un unico approccio – fondato su neutralità tecnologica e neutralità dei servizi – valido in tutta Europa che dia certezze agli investitori e garanzie ai consumatori”.

 

L’eurodeputata sostiene anche che la riforma in fase di definizione dovrà prevedere la “creazione di frequenze libere e gratuitamente usufruibili”, poiché lo spettro radio è una risorsa troppo importante per essere destinata a un gruppo ristretto di operatori.

“In tale ottica, quindi, è apprezzabile che il Governo italiano abbia voluto agevolare la creazione di una pluralità network regionali e l’ingresso di nuovi soggetti non ancora presenti nel mercato”, ha aggiunto.

 

Allo stesso modo bisogna comunque “prevedere delle frequenze libere e no profit a disposizione di tutti”.

Un approccio i cui vantaggi in termini di innovazione, competizione e riduzione dei costi emergono anche da uno studio della Commissione e che eviterebbe anche il ripetersi dell’esperienza fatta con l’Umts che “pur basandosi su una tecnologia tutto sommato a basso costo, ha prodotto dei prezzi per il consumatore ancora troppo alti”, ha concluso l’eurodeputata.

 

Secondo Ercole Rovida, Account Manager e WiMax Specialist di Nokia Siemens Networks, “WiMax è senza dubbio una tecnologia versatile che non pone particolari problemi di implementazione di rete, perché è relativamente economica e, infine, perché si integra agevolmente con le reti già esistenti”.

In base alle valutazioni della società, lo sviluppo del WiMax in Italia potrebbe trovare uno spazio maggiore rispetto ad altri Paesi Ue sia per le caratteristiche orografiche della penisola, sia per la prerogativa della tecnologia di coinvolgere i soggetti più variegati, comprese strutture locali e iniziative imprenditoriali.

Lo sviluppo della tecnologia potrebbe creare nel nostro Paese un business da 100 milioni di euro l’anno.

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