iPhone: vende o non vende? Cifre contrastanti sui mercati europei, mentre in Italia potrebbe presto arrivare l’accordo con TIM

di Alessandra Talarico |

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È stato il telefonino più atteso ed enfatizzato degli ultimi tempi, ma le vendite in Europa non sembrano aver rispettato le previsioni.

Stiamo parlando, ovviamente, dell’iPhone della Apple, che non poche grane ha causato alla società di Cupertino e agli operatori che hanno ottenuto il diritto esclusivo di vendita, innanzitutto per la questione del sim lock, che obbliga gli utenti a utilizzare il telefonino solo sulla rete del gestore prescelto. Scelta che ha causato non poche proteste sia da parte dei rivali che dei consumatori. Versioni ‘sbloccate’ del telefonino sono state infatti messe in vendita sia in Francia che in Germania, ma a un prezzo spropositatamente più alto della versione ‘bloccata’.

 

Mentre in Italia si fanno sempre più insistenti i rumors di un imminente accordo con TIM, arrivano, dalla Gran Bretagna, le cifre relative alle vendite del telefonino e i detrattori della prima ora del gioiellino di Apple hanno di che sorridere.

Secondo le stime rilasciate dalla società di ricerca Gartner a novembre, nelle prime 8 settimane dal lancio, avrebbero dovuto essere venduti 350-400 mila iPhone. Ne sono stati invece venduti circa 190 mila.

 

Secondo gli analisti è tutta una questione di prezzo.

In Gran Bretagna l’iPhone costa 269 sterline, ma chi lo vuole acquistare deve sottoscrivere un contratto di 18 mesi con l’operatore O2, pagando un abbonamento mensile di 35 sterline. In totale l’iPhone viene quindi a costare almeno 899 sterline.

 

O2 non ha rilasciato alcun commento su questi dati, dicendosi semplicemente “…soddisfatto della risposta all’iPhone, che ha registrato livelli di soddisfazione senza precedenti”. La società ha anche confermato che l’apparecchio della Apple è stato il telefonino che ha venduto più velocemente e con i margini più significativi.

 

Secondo molti rivenditori, l’iPhone è stato in effetti tra i telefonini più venduti durante le feste, ma dopo ha subito una battuta d’arresto.

 

Il prezzo del telefonino, senz’altro, è la barriera più importante all’acquisto: ecco perché è necessaria una ‘sforbiciata’ per mantenere alto l’interesse anche nella seconda versione dell’iPhone, che dovrebbe essere messa in vendita già da quest’anno.

 

Negli Usa, ad esempio, a 10 settimane dal lancio, il prezzo dell’iPhone è sceso da 599 dollari a 399 dollari. Decisione che ha causato le proteste degli acquirenti della prima ora e le scuse di Steve Jobs.

 

A dispetto delle cifre provenienti dalla Gran Bretagna, il patron di Apple ha comunque riferito nei giorni scorsi che sono stati venduti in tutto il mondo 4 milioni di iPhone, mentre anche dalla Francia arrivano cifre di vendita molto soddisfacenti.

 

Secondo il presidente di France Télécom, Didier Lombard, le vendite dell’iPhone stanno andando meglio del previsto.

“Pensavamo a un rallentamento all’inizio dell’anno, ma ci eravamo sbagliati”, ha riferito Lombard ad Associated Press, pur non rilasciando alcuna cifra ‘ufficiale’.

 

Le ultime risalgono al 5 dicembre, quando Orange – la divisione mobile del gruppo francese, esclusivista dell’iPhone oltralpe –  aveva riferito che erano stati venduti 30 mila telefonini, con la previsione di arrivare a quota 100 mila entro la fine dell’anno.

In Francia come anche in Germania – dopo le proteste di Vodafone – è stato messo in vendita un telefonino senza sim lock, dal momento che le leggi di questi due Paesi vietano simili pratiche commerciali ritenute anti-concorrenziali. Secondo Lombard, tuttavia, ne sono stati “pochissimi”.

 

Anche secondo il parere del Commissario Ue per la protezione dei consumatori, Meglena Kuneva, la pratica commerciale di Apple potrebbe essere considerata illecita e, di conseguenza, non essere vincolante per i consumatori.

 

In base alle normative europee, infatti, una disposizione contrattuale che ha per oggetto o per effetto quello di limitare la libertà di scelta dei consumatori puoi, in alcuni casi, essere considerata illecita da un tribunale nazionale e, di conseguenza, non applicabile ai consumatori.