Conservazione dati tlc: il Garante privacy a Bertinotti e Bonino, ‘L’Italia recepisca le norme comunitarie’

di Alessandra Talarico |

Italia


Conservazione dati

Che conservare i dati di traffico telefonico e internet per otto anni fosse una cosa “abnorme” anche per finalità di giustizia, il Garante Privacy Francesco Pizzetti lo aveva già detto più volte, l’ultima in un’intervista al quotidiano Il Manifesto appena tre giorni fa.

 

Pizzetti ha ora ribadito il concetto in forma ufficiale, in una lettera inviata sia al Presidente della Camera Fausto Bertinotti che al Ministro delle politiche comunitarie Emma Bonino, chiedendo l’immediato recepimento della direttiva comunitaria di febbraio 2006.

 

Secondo le disposizioni comunitarie, i dati relativi al traffico telefonico e alle comunicazioni via internet devono essere conservati per un periodo da  6 a 24 mesi. La cosiddetta “direttiva Frattini”, dà alle autorità nazionali competenti la facoltà di avere accesso al traffico e ai dati telefonici e Internet di presunti criminali, non riguarda i contenuti delle comunicazioni e prevede il diritto al risarcimento in caso di abusi per un trattamento illecito dei dati.

 

L’Italia, però, non ha ancora recepito la direttiva adottata a febbraio 2006 e che avrebbe dovuto essere recepita al più tardi entro 18 mesi dalla sua adozione.

 

Nel nostro Paese, infatti, con il cosiddetto decreto milleproroghe, i tempi di conservazione possono arrivare a 8 anni per i dati di traffico telefonico e a 3 per quelli telematici.

Il decreto è stato per fortuna limitato nel tempo –  valido fino a dicembre del 2007 è stato comunque esteso di un anno  – ma c’era, secondo Pizzetti, chi voleva estenderlo ulteriormente, con la scusa di prevenire o reprimere atti terroristici.

 

La situazione è molto delicata e quanto mai d’attualità, e per questo l’Autorità per la privacy ha ribadito che “il bilanciamento degli interessi coinvolti sia conforme alle prescrizioni della direttiva comunitaria in materia”, che deve essere “tempestivamente recepita”, così come hanno già fatto altri Paesi europei, anche quelli che di attacchi terroristici ne hanno subito per davvero.

 

Otto anni, secondo Pizzetti, sono un periodo spropositatamente lungo e rappresentano un’anomalia tutta italiana.

Ecco perché al Presidente della Camera il Garante chiede anche che in sede di conversione del decreto milleproroghe vengano introdotte delle modifiche correttive alla norma, le quali chiariscano “…che il periodo di conservazione dei dati è prorogato fino all’entrata in vigore del decreto di recepimento della direttiva e comunque non oltre il 31 dicembre 2008”.

 

I dati conservati possono essere utilizzati solo per dai magistrati e in casi limitati. Secondo la direttiva Frattini, inoltre, le informazioni che è possibile conservare non riguardano in alcun modo il contenuto delle comunicazioni. Infatti, gli Stati membri sono autorizzati a conservare esclusivamente quelli necessari per rintracciare ed identificare la fonte e la destinazione di una comunicazione, per determinare la data, l’ora, la durata e il tipo di comunicazione, per determinare le attrezzature di comunicazione degli utenti e l’ubicazione delle apparecchiature di comunicazione mobile. Ciò si applica alle comunicazioni effettuate con telefoni fissi e mobili ma anche a quelle via Internet (accesso, posta elettronica e telefonate), compresi i tentativi di comunicazione non riusciti.

 

Secondo Pizzetti, più dati vengono conservati, più c’è il pericolo che di questi dati si abusi, come è successo ad esempio per il ‘caso Telecom’. Per evitare nuovi simili casi, nei prossimi giorni l’Authority presenterà un nuovo provvedimento che stabilirà regole chiare e per tutti e assicurerà una maggiore protezione dei dati grazie al monitoraggio delle persone che hanno diritto di accesso e delle loro attività.

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