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Rai: si allenta l’ostruzionismo e riparte l’iter di riforma, mentre a Viale Mazzini è scontro sulle nomine del Cda

Italia


Sembra procedere l’iter di riforma della Tv pubblica, all’esame della commissione lavori pubblici del Senato. Si è allentato, infatti, l’ostruzionismo e ieri sono stati votati 145 emendamenti all’art.1 del ddl, registrando un atteggiamento “di disponibilità a entrare nel merito e a discutere il testo” da parte dell’opposizione, “…che è garanzia di prosecuzione del lavoro“, come ha sottolineato il presidente della commissione, Anna Donati (Verdi).

“…Oggi abbiamo registrato un segno di confronto e di dialogo che si è aperto in commissione“, ha aggiunto, osservando: “…Se continua così nel giro di due settimane, con molte sedute di commissione, si può completare l’esame del ddl”.

 

Respiro di sollievo anche per il relatore del provvedimento, Esterino Montino (Pd), che, “sempre con cautela“, si è dichiarato “assai meno pessimista di prima delle ferie“, quando le nubi dell’ostruzionismo (quasi 1.500 gli emendamenti presentati, quasi tutti dall’opposizione) facevano pensare anche alla possibilità di non riuscire a concludere l’esame del ddl in commissione, portandolo in Aula senza relatore. Montino ha adesso parlato diversamente e confidato: “Se le cose procedono così, si potrebbe arrivare in Aula alla fine di febbraio”.

“….Abbiamo incominciato a votare, certo 145 emendamenti sono appena il 10% del totale, ma come prima seduta utile per votare si è fatto un grande passo avanti – ha osservato -. L’art.1 è fondamentale perché istituisce la Fondazione: ora mi sembra che la legge sia incardinata per davvero”.

Per quanto riguarda l’atteggiamento dell’opposizione, il relatore ha osservato che “…il centrodestra non mi sembra molto unito sulla battaglia ostruzionistica: è fondamentalmente Forza Italia che resiste, e più che nel merito della legge, vuol far pesare la propria posizione politica nel merito del settore, cioè della legge alla Camera di riassetto radiotelevisivo, nel complesso del settore”.

 

Soddisfazione anche per il Sottosegretario Luigi Vimercati, che ha evidenziato il “…lavoro molto consistente fatto oggi, a conferma della grande attenzione per questo tema fondamentale per il Paese”.

Un tema, quello della Rai, che non a caso è stato posto dal premier Prodi tra le priorità dell’azione di governo nel corso del primo incontro di verifica.

 

Dal punto di vista operativo la commissione ha approvato 4 emendamenti riformulati presentati dalla maggioranza e uno dalla Lega e respinto tutti gli altri. La commissione si è riaggiornata per martedì e mercoledì pomeriggio della prossima settimana, per proseguire nell’esame degli emendamenti dell’articolo 2 del disegno di legge.

Nel corso dell’incontro di ieri inoltre governo e relatore si sono riservati di formulare degli aggiustamenti all’articolato, per accogliere alcuni rilievi avanzati dalla commissione Affari costituzionali in particolare sulle modalità di nomina dei membri della Fondazione cui risponderà Rai spa.

Per quanto concerne gli emendamenti approvati, le novità introdotte concernono il pluralismo, la presenza di genere negli organismi, norme di tutela delle donne e dell’infanzia, il potenziamento (voluto dalla Lega e votato all’unanimità) delle reti e delle infrastrutture periferiche con un potenziamento dell’informazione localistica, la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e ambientale del Paese.

Sono stati quindi riformulati e approvati due emendamenti che prevedono la necessità di parere favorevole della Fondazione nel caso di creazione di nuove società da parte di Rai spa (a firma Paolo Brutti, Sd), e la possibilità che anche la Fondazione possa costituire società operative, che però dovranno avere esclusivamente una funzione ausiliaria rispetto ai propri compiti, per evitare ogni possibile conflitto con altre società che fanno capo a Rai spa. Il presidente Donati ha sottolineato a tal proposito che quanto si punta in sostanza è quello di salvaguardare il ruolo della Fondazione quale “organismo di controllo rispetto a Rai spa”.

 

Intanto ieri il Cda di Viale Mazzini ha nominato a maggioranza – con cinque voti del centrodestra contro i quattro del centrosinistra, compreso quello del presidente – il quinto vicedirettore di Rai Parlamento, Giorgio Giovannetti, già assistente del consigliere d’amministrazione Angelo Maria Petroni, e la maggioranza politica si è infuriata chiamando in causa la Vigilanza, i presidenti delle Camere e la Corte dei Conti.

 

Nel mirino della politica e dei consiglieri di centrosinistra anche il direttore generale Claudio Cappon che, come nelle sue competenze, ha proposto al Cda la nomina che gli era stata richiesta dal direttore della testata, Giuliana del Bufalo, insieme alla conferma degli altri quattro vicedirettori.

La direzione generale ha spiegato che “…tutte le decisioni sono, ovviamente, opinabili e talvolta difficili, ma tuttavia rispondono sempre a criteri aziendali e di trasparenza, come anche quella di oggi, in cui si è privilegiata, come in tutti i precedenti casi, l’autonomia dovuta ai direttori di testata”.

 

E per Cappone non è finita qui. Petroni, sostenuto da altri colleghi del centrodestra, ha pesantemente attaccato il piano industriale del Dg: il piano è carente dal punto di vista procedurale, perché nella sua stesura non sono state sufficientemente coinvolte le strutture aziendali. E’ carente perché non prevede uno sviluppo della Rai e dei suoi ricavi. E’ limitato perché non prevede uno sbarco della Rai sulla Pay TV in funzione anti-Sky. E’ fuorviante laddove parla di cessione, anche parziale, di Rai Way e di societarizzazione di RadioRai.

 

Cappon ha risposto a Petroni annunciandogli che gli farà pervenire tutta la documentazione preparatoria che ha portato alla stesura del piano in modo da metterlo nelle condizioni di avere un quadro completo e non parziale dei fatti. Il consigliere, però, ha tempo fino al 21 di gennaio per impugnare la delibera del Cda assunta in sua assenza.

 

 

“…Sarà la Corte dei Conti a valutare le nomine di Rai Parlamento, approvate oggi dal Cda della Rai“, hanno inoltre dichiarato il senatore Esterino Montino (Pd), i deputati Marco Lion (Verdi), e Riccardo Villari (Pd), annunciando un esposto al riguardo.

“…Senza entrare nel merito della decisione presa – hanno detto i tre parlamentari – chiederemo alla Corte dei Conti di esprimere il suo parere sulla congruità e l’opportunità di una simile decisione. Ci chiediamo, ad esempio, se i curricula delle persone indicate corrispondano a incarichi di tale delicatezza, dal momento che Rai Parlamento si occupa delle attività delle due Camere, dei loro componenti e dei loro vertici istituzionali”.

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