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Sistemi di pagamento contactless: industria sempre più orientata verso l’ecosistema NFC

Italia


La voglia di trasformare il telefonino in un gadget in grado di abilitare piccoli acquisti in maniera intuitiva sta interessando molti operatori mobili, a caccia di nuove soluzioni per fare profitto in un mercato sempre più affamato di novità in grado di rendere un po’ più comoda la vita.

 

Tra le tecnologie in grado di trasformare il telefonino in portamonete elettronico per acquistare il biglietto del treno, del bus o della metropolitana, per entrare a un concerto o a una partita semplicemente passandolo davanti a uno scanner, per scaricare e pagare giochi, MP3, video e quant’altro – c’è l’NFC (Near Field Communications).

 

Entro il 2011, secondo Abi Research, saranno 450 milioni i telefonini dotati di chip NFC, con un ecosistema di dispositivi compatibili sempre più vasto, inclusi registratori di cassa e altri tipi di PoS, cartelloni pubblicitari, cartelli stradali, fermate dell’autobus, distributori automatici, parchimetri,colonnine di ingresso e uscita.

 

I maggiori operatori mobili mondiali – da Vodafone e Wind a O2, Orange, China Mobile, NTT DoCoMo, Telenor, TeliaSonera e Telecom Italia, – sono già impegnati nello sviluppo di standard ben definiti che assicurino un ecosistema sicuro e l’interoperabilità internazionale, requisiti essenziali  per il successo dell’NFC sul mercato della telefonia mobile.

 

I costruttori di telefonini, da canto loro, sono invece impegnati a investire nelle società più attive nello sviluppo di applicazioni per il pagamento, il ticketing, la pubblicità sui dispositivi mobili: si stima che lo scorso anno gli investimenti nello sviluppo e nell’acquisizione di aziende di questo settore abbiano raggiunto i 76 milioni di dollari.

 

Tra le società più gettonate, c’è la francese Inside Technology nella quale, dopo Nokia, ha investito anche Motorola.

Inside è specializzata nella produzione di chip di pagamento e di tecnologie NFC e prima che da Motorola Ventures aveva già ottenuto una prima tornata di finanziamenti da parte di Nokia Growth Partners.

 

Motorola a sua volta aveva già investito in altre società attive nell’arena del mobile Payment, come VivoTech e mFoundry.

 

Sebbene l’ecosistema NFC si sia fortemente strutturato nel corso del 2007, dopo diverse iniziativa frammentate, ancora molte questioni dividono i player coinvolti nella catena di valore – costruttori, operatori, istituti bancari e finanziari, advertiser – tutti interessati a trarre profitto dalle applicazioni di pagamento mobile.

 

Le aziende, ha spiegato l’analista Stuart Carlaw, sono in qualche modo “paralizzate dall’idea di dover recuperare il costo dei componenti NFC aggiuntivi soltanto attraverso l’offerta di servizi di pagamento contactless”.

 

Questa visione, tuttavia, è troppo ristretta, poiché i servizi NFC sono tanti e variegati e, anche se la parte più significativa dei ricavi sarà generata da servizi quali il pagamento dei biglietti del treno o del cinema, il transito attraverso sbarre e check-in, online banking, download e pagamento di giochi, MP3 video, ecc., non bisogna dimenticare i guadagni legati all’hosting, al traffico generato dal download delle applicazioni e ai servizi di banking associati.

 

Tutti questi servizi sono costruiti attorno alle caratteristiche core della tecnologia, ma l’industria, ha continuato Carlaw, “ha anche bisogno di uno standard che garantisca un approccio operator-friendly per quanto riguarda la sicurezza, nonché di identificare una connessione standard tra NFC, IC e Sim e una terza parte comune per la gestione delle applicazioni”.

 

Ai consumatori, che secondo i sondaggi sarebbero abbastanza interessati allo sviluppo delle tecnologie di pagamento contactless via cellulare – importa soprattutto poter fruire di servizi semplici e intuitivi e di un metodo di pagamento unico, sicuro e soprattutto trasparente per tutti i tipi di servizio.

 

Sulla carta, NFC racchiude le caratteristiche tecniche atte a soddisfare le richieste di tutte le parti interessate, essendo un sistema intuitivo, che non necessita – a differenza di altri sistemi contactless – della presenza di una fonte esterna in grado di generare un campo elettromagnetico.

NFC opera su una frequenza di 13,56 MHz ed è in grado di coprire distanze non superiori ai  20 cm con una velocità di trasferimento che può arrivare ad un massimo di 212 KB.

 

La tecnologia è stata sviluppata da Philips e Sony per creare un ‘ponte’ tra le tecnologie contactless proprietarie già sviluppate da entrambe le società: la prima con MIFARE, la seconda con FeliCa.

La trasparenza e la sicurezza delle transazioni viene assicurata dall’utilizzo di una carta SIM / Universal Integrated Circuit Card (UICC) abbinata alla tecnologia NFC.

 

Sta quindi ai player coinvolti nella catena di valore mettersi d’accordo per trovare un modello di business convincente e profittevole.

In Giappone, ad esempio, l’adozione della tecnologia è stata sostenuta da diverse iniziative promosse in primis dalle società di carte di credito che hanno formato un’alleanza – che include anche i maggiori operatori mobili – per promuovere uno standard che permetta l’uso di telefoni cellulari al posto delle carte di credito a prescindere dal produttore, dall’istituzione finanziaria e dal posto in cui si effettua la transazione.

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