Key4biz

OLPC: Intel si tira fuori dal progetto. Da Negroponte richieste di esclusività non accettabili

Mondo


Intel ha deciso di fare marcia indietro e di tirarsi fuori dal progetto One Laptop Per Child (OLPC) di Nicholas Negroponte a causa di differenze ‘filosofiche’ nell’approccio all’alfabetizzazione informatica dei Paesi più poveri.

 

L’obiettivo del progetto OLPC è quello di  rendere i computer ubiqui come i telefonini in quelle aree del mondo che sono prive delle tecnologie basilari e di trasformare i bambini – diretti destinatari dell’iniziativa – in “agenti del cambiamento”.

Fornire un Pc a ogni bambino disagiato del mondo, nella visione di Negroponte, permetterebbe non solo di rivoluzionare la loro educazione, ma anche di trasferirla agli adulti nel modo più semplice e immediato.

 

Questo approccio ‘evangelico’ di Negroponte alla questione del digital divide non è mai piaciuto troppo a Intel, che aveva iniziato a distribuire, partendo dal Brasile, i suoi Classmate Pc – dei laptop economici per i Paesi emergenti – con lo stesso intento di Negroponte ma con un approccio orientato anche al guadagno economico.

Il progetto Classmate, come era prevedibile, ha suscitato le ire di Negroponte, che ha accusato Intel di concorrenza sleale, perché a suo dire la società di Santa Clara – attraverso la distribuzione ai governi dei Paesi in via di sviluppo di documenti comprovanti la superiorità dei suoi Pc – voleva solo sabotare il progetto XO, che utilizza i processori della rivale AMD, mascherandosi dietro un intento umanitario.

 

A luglio dello scorso anno, poi, l’inattesa notizia: Intel e Negroponte sembravano aver definitivamente appianato le loro divergenze in nome del progetto umanitario-tecnologico più ambizioso degli ultimi anni, e il CEO Intel Paul Otellini descriveva l’adesione al progetto OLPC “un ulteriore esempio dell’impegno della società per l’istruzione e della nostra convinzione che la tecnologia sia essenziale per portare le opportunità del 21° secolo ai bambini di tutto il mondo”.

 

Intel, in base agli accordi di luglio, sarebbe entrata nel consiglio di amministrazione del progetto OLPC come 11esimo partner e possibile futuro fornitore, unendosi ad altri big dell’hi-tech come Google, eBay, Nortel Networks e al suo  rivale  Advanced Micro Devices.

 

Dall’aspetto molto simile a un giocattolo, l’XO è di fatto un vero e proprio computer, in grado di resistere alle peggiori condizioni climatiche e con un fabbisogno di energia ridotto al minimo. Se un tipico laptop richiede infatti 40 watt di potenza, XO riesce a navigare il web con 3 watt e a visualizzare un libro elettronico con appena un watt di potenza.

I coloratissimi Pc – prodotti dalla taiwanese Quanta – possono inoltre essere ricaricati a manovella, fattore essenziale in Paesi in cui l’energia elettrica non è così facilmente reperibile.

 

I laptop – che dovrebbero arrivare a costare 100 dollari dagli attuali 200 – sono basati su Linux, dotati di acceso Wi-Fi e porte USB, e possono collegarsi a internet tramite una cosiddetta “mesh network“, che permette di connettere via wireless fino a mille computer sfruttando un’unica connessione via cavo, aggirando così il problema dei costi di connessione. 

 

Intel, da canto suo, ha sempre difeso strenuamente il progetto Classmate e la sua distanza dalle pure logiche del profitto economico, sostenendo di perseguire gli stessi obiettivi di Negroponte: la richiesta dell’organizzazione di interrompere il progetto sarebbe stata la causa della rottura definitiva con l’organizzazione OLPC.

 

“Il consorzio ci ha chiesto di interrompere il nostro supporto a piattaforme non OLPC, incluso il progetto Classmate, e di concentrarci esclusivamente sulla piattaforma OLPC”, ha spiegato il portavoce di Intel Chuck Mulloy, sottolineando che a questo punto la società ha deciso “di non poter accontentare la richiesta”.

 

Intel attualmente investe oltre 100 milioni di dollari l’anno in più di 50 Paesi per promuovere l’istruzione, anche tramite le iniziative di Intel Foundation, e sviluppa prodotti per il mercato della didattica.

Exit mobile version