Agcom al 5° posto Ue per indipendenza, trasparenza e promozione della concorrenza, ma ancora alti i prezzi di banda larga e tlc mobili

di Alessandra Talarico |

Europa


Corrado Calabrò

I poteri e l’indipendenza della Autorità nazionali di regolazione delle tlc sono stati in molti casi limitati, così come ne è stata compromessa la capacità di dare attuazione al quadro normativo comunitario.

Lo dice l’ultimo rapporto ECTA (European Competitive Telecommunications Association), che pone l’Authority italiana – Agcom – al quinto posto in Europa dopo Regno Unito, Olanda, Danimarca, e Francia.

  

L’Agcom, spiega l’Ecta, ha garantito indipendenza e trasparenza, ha lavorato con successo allo sviluppo della concorrenza e alla promozione delle dinamiche di sviluppo delle next generation networks e ha assicurato la parità di trattamento tra gli operatori.

La promozione, tuttavia, non è a pieni voti. Ci sono infatti ancora molte problematiche, soprattutto per quanto concerne la situazione ancora quasi monopolistica del mercato, gli alti costi della banda larga e la quasi totale mancanza di infrastrutture alternative a quelle dell’operatore storico, la debolezza dell’Authority nel risolvere le controversie e i problemi relativi alle frequenze e alle tariffe della telefonia mobile.

  

“L’analisi dell’Ecta – ha commentato il presidente Agcom Corredò Calabrò – non può che lasciarmi soddisfatto, dal momento che conferma l’efficacia delle nostre azioni per la promozione della liberalizzazione del mercato”.

  

La classifica Ecta evidenzia chiaramente che la capacità dei regolatori di risolvere i problemi competitivi “può avere immediate e tangibili conseguenze per i consumatori, agendo direttamente sui prezzi dei servizi e incoraggiando gli investimenti a lungo termine nel settore”. 

 

Nei Paesi in cui il regolatore è riuscito a intervenire con successo per garantire l’accesso all’ultimo miglio e aprire il mercato della banda larga alla concorrenza, i prezzi sono in genere i più bassi e le velocità maggiori.

  

Per il presidente Ecta, Innocenzo Genna, “…laddove i prezzi della banda larga permangono alti, la colpa potrebbe essere del regolatore che non è riuscito ad aprire il mercato alla competizione, ma anche della politica, che non ha assicurato al regolatore i mezzi per contrastare i vecchi monopoli”.

  

La soluzione in questo caso può essere rappresentata dalla separazione funzionale che – ha aggiunto Genna – “…identificando e mirando chiaramente l’azione dell’Authority sui colli di bottiglia, può sostenere un concreto sviluppo del mercato”.

  

Un altro fattore chiave evidenziato dal rapporto Ecta è che molti regolatori non si stanno muovendo abbastanza velocemente per comprendere e affrontare le problematiche legate all’evoluzione del settore verso le nuove tecnologie – la sostituzione del doppino in rame con la fibra, la migrazione all’IP e così via.

  

“Questo ritardo, spiega l’Ecta, crea il serio rischio che per ogni aggiornamento di reti e tecnologie ci sia bisogno di portare indietro o invertire il processo competitivo”.

  

Un concetto rimarcato anche dal co-autore del rapporto, Yvan Desmedt, secondo cui se non si riesce a tenere il passo dell’evoluzione tecnologica, “…si corre il reale pericolo che tutto il lavoro fatto dai regolatori nazionali in questi anni vada sprecato in pochi mesi, come è successo con il passaggio dall’accesso a internet dial-up alla banda larga”.

  

Il rapporto dimostra infine che un approccio pro-competitivo da parte dei governi e delle Authority nazionali è quello che premia di più in termini sia di soddisfazione dei consumatori che di benefici per la competitività sul breve e sul lungo periodo.

“E’ evidente che i mercati più competitivi, dove le linee in unbundling rappresentano la maggior parte delle connessioni, sono anche quelli dove la banda larga è più diffusa e gli investimenti sono ai livelli più alti”, ha commentato Richard Cadman, direttore di SPC Network e co-autore del Report.

  

“Questa combinazione – ha aggiunto – è in grado di creare la domanda e le condizioni per maggiori investimenti nella fibra ottica, mentre non ci sono prove a dimostrare che il successo dell’unbundling impatti negativamente sulla diffusione delle reti via cavo e di altre infrastrutture”.

  

Al primo posto dello Scoreboard Ecta, troviamo la Gran Bretagna, al secondo posto l’Olanda (salita dalla quarta posizione dello scorso anno), al terzo la Danimarca e al quarto la Norvegia.

  

“Lo Scoreboard – ha quindi concluso Genna – dimostra che i consumatori di molti Paesi pagano di più per servizi qualitativamente inferiori perché non godono dello stesso livello di competizione dei loro vicini. Per questo c’è bisogno di dare priorità, nella revisione del framework normativo europeo, al rafforzamento dei poteri in mano ai regolatori nazionali”.

 

Ecta Regulatory Scoreboard 2007