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Quando la lotta all’anoressia passa anche dal web. Microsoft blocca 4 blog per incitamento a comportamenti alimentari scorretti

Europa


Hanno sconvolto il mondo le immagini della modella israeliana Ilanit Hila Elmalich, morta a 34 anni di anoressia. Era alta 1 metro e 73 cm Hila, ma pesava appena 32 chili e da 20 anni combatteva contro la malattia, troppo spesso associata col mondo dell’apparire per eccellenza, quello della moda.

 

Le immagini degli ultimi giorni di Hila sono state diffuse volutamente dall’amico fotografo di moda Adi Barman, che da anni si batte contro la magrezza a tutti costi che costringe le modelle e tutte le ragazze e i ragazzi che ne seguono l’esempio a mangiare e vomitare, per non mettere su ciccia, per continuare a calcare le passerelle, per essere in linea coi modelli troppo spesso finti propinati da giornali e Tv.

 

In seguito a questa ennesima tragedia, la divisione spagnola di Microsoft ha deciso di chiudere 4 siti internet accusati di promuovere l’anoressia e la bulimia come metodi di dimagrimento ‘accettabili’.

 

I blog, i cui nomi non sono stati resi noti, sono stati oscurati su richiesta dell’agenzia spagnola Iqua (Internet quality control agency).

 

Negli ultimi anni, i blog che dispensano consigli su come conquistare la magrezza si sono moltiplicati, spesso gestiti da ragazze già anoressiche.

 

Si tratta comunque della prima volta che in Spagna viene adottato un simile provvedimento nei confronti di siti internet che promuovono i disordini alimentari come semplici accorgimenti per dimagrire.

In genere, infatti, le società che ospitano questi siti, li oscurano solo su richiesta di un giudice. È successo a gennaio, quando è stato oscurato un blog chiamato “La principessa di porcellana“, che aveva lanciato una sorta di competizione per ragazze anoressiche che premiava chi riusciva a mangiare di meno.

La tabella punti fa venire i brividi solo al pensiero: a chi riusciva ad accontentarsi di 50-150 calorie al giorno sarebbero stati assegnati 9 punti. Dieci punti invece a chi riusciva a non mangiare affatto. Per fortuna l’intervento delle autorità ha bloccato questo diabolico tentativo di incitare all’anoressia.

 

Nell’ultimo caso in questione – la chiusura dei 4 blog – il portavoce della divisione spagnola della Microsoft ha fatto sapere che la chiusura dei siti incriminati è stata immediata perché venivano infrante “le norme aziendali sui contenuti pubblicabili”.

 

È ormai appurato, comunque, che sempre più persone si rivolgono al web per trovare trucchetti su come fare a vomitare dopo aver mangiato.

Secondo i dati forniti da Google Analytics, tra il 27 settembre e il 15 novembre, lo hanno fatto oltre 2 mila internauti.

 

Tra le domande più frequenti immesse sul motore di ricerca ci sono “come faccio a vomitare per dimagrire?” o “Come faccio a vomitare senza farmi male?” e ancora “Quali sono i cibi che fanno vomitare più facilmente?”.

 

Chi fa queste domande, evidentemente, non è ancora entrato nel tunnel auto-distruttivo dell’anoressia: bisognerebbe dunque puntare di più sulla prevenzione, anche via web, dirigendo la persona che digita queste domande verso siti di ascolto che gli facciano comprendere che ha bisogno di aiuto, al pari che se chiedesse “Come faccio a suicidarmi”?

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