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Internet in pericolo, i contenuti soffocheranno la rete. Dagli Usa l’allarme: rischio collasso nei prossimi due anni

Stati Uniti


Uno Studio di Nemertes Research lancia l’allarme: i contenuti potrebbero sommergere internet entro il 2010, se i fornitori di backbone non investiranno almeno 137 miliardi di dollari per capacità di rete supplementari.

Solo in Nord America, le spese per backbone necessari varieranno tra i 42 e i 55 miliardi di dollari nei prossimi 3-5 anni per stare al passo con la domanda.

Preoccupazione, quindi, davanti alla crescente avanzata di video in streaming, trasferimenti di file in modalità peer-to-peer e downloading di musica dal web.

 

Nel maggio scorso, l’istituto Comscore evidenziava che 3/4 degli utenti americani aveva visionato 8,3 miliardi di video in streaming, vale a dire una media di 158 minuti ciascuno.

L’ultima Ricerca conferma la preoccupazione dell’Internet Innovation Alliance (IIA), che stima in 161 exabyte (Un exabyte EB corrisponde a 1,1 miliardi di gigabyte) le creazioni di contenuti solo per il 2007.

 

Nemertes Research è un gruppo americano indipendente, ma del quale fanno parte player di primo piano del mercato ICT come AT&T o Level 3 Communications, che da tempo avanza la propria preoccupazione per le sorti della rete, specie davanti agli scarsi investimenti dell’industria delle reti dorsali. I loro budget, continuando così, non raggiungeranno neanche la metà del denaro necessario per evitare il collasso del web.

 

In una nota, i ricercatori di Nemertes Research spiegano: “…Le nostre conclusioni indicano che, anche se la fibra ottica e le risorse di commutazione e routing si evolvono per supportare virtualmente la crescente domanda, l’infrastruttura d’accesso internet, in particolare negli Stati Uniti, nei prossimi 3-5 anni non sarà probabilmente sufficiente per sostenere le richieste”.

 

Dinnanzi a queste cifre, gli analisti americani non esitano a evocare la legge di Moore, secondo la quale all’interno dei circuiti integrati, il numero dei transistor raddoppia all’incirca ogni due anni.

La società fa, quindi, appello al Congresso Usa e chiede di votare nuovi budget per sostenere i fornitori di tecnologie.

 

Nuove tasse in arrivo? Forse sì, ma a questo punto necessarie per continuare a farci vagare per le vie del web perché, si sa, di internet no riusciamo più a fare a meno!

 

Report di Nemertes Research Group

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