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Convergenza e reti NGN. Sciolla (BT Italia); Convergenza fisso mobile? Irrinunciabile. NGN? Insidioso parlare di fibra e intanto non far funzionare bene le connessioni di rame

Italia


Two worlds come togheter: è lo slogan con cui BT Italia ha presentato lo scorso 6 novembre, alla presenza del ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni il nuovo servizio di convergenza fisso mobile che verrà offerto alle imprese italiane a partire dal prossimo 3 dicembre.

Si tratta di un ingresso importante nella dinamica competitiva del mercato italiano delle tlc.

Abbiamo incontrato Corrado Sciolla, amministratore delegato di BT Italia, nella sede romana della società alla vigilia del lancio del nuovo servizio, per porgli qualche domanda sulla convergenza ed avere qualche parere su alcuni dei temi che caratterizzano oggi il dibattito di settore

 

 

K4B.  Sciolla, cambia in un certo senso il vostro posizionamento sul mercato italiano, cosa succederà dal 3 dicembre, giorno del lancio effettivo del nuovo servizio?

 

Sciolla.       Entriamo in una nuova era. Oggi siamo un’azienda che fattura circa 1 miliardo di euro attraverso la fornitura di servizi di Tlc, sostanzialmente fisse, a tutte le imprese italiane. Da domani forniremo servizi fissi e mobili integrati e il nostro approccio è quello di cavalcare la convergenza fisso-mobile. E’ un’esigenza che noi sentiamo molto forte sia in termini offerta ai nostri clienti che in tal modo possono mirare ad una riduzione di costi, sia in termini di maggiore articolazione e di ulteriore miglioramento di servizi che gli stessi clienti possono ottenere in mobilità, con un prevedibile aumento di efficienza e produttività sul business.

 

 

K4B.  Fino a oggi BT Italia ha offerto dei servizi cosiddetti “convergenti”, in base a intese con gli operatori mobili. Certo ora cambierà lo scenario operativo.  

 

Sciolla.       Si è vero, noi forniamo già dei servizi integrati fisso-mobile, sia per le piccole imprese attraverso soluzioni miste Wi-Fi e Gsm, sia alle grandi imprese, ma non mancano anche i piccoli esercizi commerciali. Ad esempio, nel caso di una nota azienda casearia, che fornisce prodotti freschi alla grande distribuzione o anche a negozi molto piccoli, dove freschezza è sinonimo di qualità, diamo la possibilità ai camion di verificare, attraverso una connessione Gsm collegata direttamente alla nostra rete dati, lo stato del magazzino. Quindi risparmio di tempo, per un prodotto migliore, sulla base dell’effettiva domanda.

Questa è la soluzione che oggi forniamo in collaborazione con un operatore mobile e che dal 3 dicembre prossimo forniremo con una soluzione integrata tutta nostra alle imprese italiane, un’offerta che ci permetterà di ridurre i costi ottenendo un servizio migliore e più omogeneo.

 

 

K4B.  Quali sono gli obiettivi che vi proponete?

 

Sciolla.       Gli obiettivi sono sfidanti e non temiamo di ammetterlo. Siamo oggi il secondo operatore sulle Tlc fisse per le imprese e anche sul mobile vogliamo giocare un ruolo importante, molto importante. Ci diamo l’obiettivo di una quota di mercato del 10% nell’arco di 4 o 5 anni. Un risultato che intendiamo raggiungere.

 

 

K4B.  È un obiettivo ambizioso e molto dipenderà forse dalla dinamica competitiva, innanzitutto una certa numerosità di soggetti, ma anche una qualche considerazione sul cosiddetto ecosistema regolatorio.

 

Sciolla.       Guardi, noi abbiamo sempre evidenziato due tipi di lacune della regolamentazione a livello europeo e poi di conseguenza italiano.

La prima considerazione che farei è che a fronte dei 18 mercati analizzati nel settore delle Tlc, secondo noi, mancava un diciannovesimo che è il mercato integrato di suo.

La seconda lacuna, è quella che abbiamo evidenziato in un recente Rapporto di indagine sullo stato competitivo dei mercati di telecomunicazione fissa in Europa redatto per noi da INTUG, e nel lungo ed articolato Rapporto in questione abbiamo evidenziato il fatto che la regolamentazione è sempre andata incontro alle esigenze dei consumatori e meno alle esigenze delle imprese.

Noi pensiamo che questo vada cambiato, soprattutto nell’ottica di un’Europa in cui la competitività delle aziende viene fatta anche attraverso aumento di produttività e miglior utilizzo di nuove tecnologie di cui le Tlc fanno parte.

Speriamo francamente che la regolamentazione a livello europeo si muova in tal senso, in particolare proprio in queste ore si parla di rimuovere l’analisi sul mercato 15, che è quello dell’accesso al mobile, su cui noi tendenzialmente siamo contrari.

 

 

K4B.  Da molti mesi si parla molto, in Italia ed in Europa, dell’opportunità o meno di dar luogo a un’Autorità regolatoria unica per l’intero territorio dei paesi dell’UE. Naturalmente il mondo degli addetti ai lavori si è già diviso. Come valuta lei questa proposta?

 

Sciolla.       Io ho una mia idea. Credo che la regolamentazione debba essere abbastanza snella e agire su quelli che vengono chiamati i cosiddetti “colli di bottiglia“, per far sì che essi siano sempre meno condizionanti, facilitando l’accessibilità a tutti gli operatori. L’esempio classico è “l’ultimo miglio“, cioè l’accesso delle telecomunicazioni che è particolarmente importante in Italia in questo momento dove Telecom Italia controlla praticamente il 90%.

Detto questo, va specificato come ad oggi i colli di bottiglia non siano gli stessi nei vari Paesi europei ed in questa chiave un ente regolatorio unitario può essere un pò precoce rispetto alle reali esigenze del mercato.

 

 

K4B.  Un ultima domanda: nuova competizione e reti di nuova generazione, le NGN di cui tutti ormai parlano, forse ideologizzando un po il termine. Come valuta il dibattito in corso?

 

Sciolla.       Io credo che le NGN siano un “nice to have” per tutti i Paesi.

Ritengo che oggi il livello di diffusione di massa non sia ancora buono, non credo ci sia l’esigenza di avere fibra che collega il 70-80% della popolazione.

Peraltro, anche gli investimenti di cui parla Telecom Italia – di 7-8 miliardi di euro – comunque prevedono, nel giro di 4 o 5 anni, di collegare al massimo in fibra il 10-15% della popolazione, quindi il problema reale dell’utilizzo di larga banda in Italia è legato in questo momento alla qualità della rete di accesso in rame che collega i clienti finali.

E su questa rete di accesso, in cui Telecom Italia, per sua stessa ammissione,  ha smesso in questi ultimi anni di fare investimenti, che si sta creando un problema; un problema per noi e per tutti gli altri che la stanno utilizzando.

 

 

K4B.  Intende dire che le connessioni di vecchio rame non devono essere dimesse a favore della fibra?

 

Sciolla.       Vorrei essere più concreto. Le faccio un esempio: oggi, sono sufficienti dei forti acquazzoni perché tratti significativi di cavi in rame perdano la connettività, perché non sono smaltati come lo erano un tempo.

Ecco, questo è un problema enorme, perchè la fibra in rame di qualità è in grado di portare in maniera simmetrica fino a 8-10 megabit, un’ampiezza di banda che permette di generare un segnale televisivo di altissima qualità.

Quindi quando si parla di NGN si rischia per alcuni versi di distogliere l’attenzione da cose molto concrete, cioè un accesso a larga banda garantito per tutti e questo può essere già fatto con una rete in rame di alta qualità.

 

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