Spettro radio: più risorse alla telefonia mobile. La WRC-07 fissa l’uso delle bande UHF per i servizi wireless

di Alessandra Talarico |

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La World Radiocommunication Conference 2007 (WRC-07) ha concluso i suoi lavori con un importante risultato: come più volte richiesto dagli operatori e da molti governi, una parte delle bande UHF attualmente utilizzate dai broadcaster televisivi, verrà destinata ai servizi di telefonia mobile di nuova generazione.

Una decisione che premia l’impegno di diversi Paesi europei – come Francia, Gran Bretagna e Scandinavia – e di molti Stati africani, che chiedevano di destinare queste frequenze ai servizi wireless.

Altri Paesi – come la Germania, la Russia e molti Paesi arabi – volevano rimandare la decisione alla prossima conferenza WRC nel 2011. 

 

Europa, Medio Oriente e Asia, hanno adottato la proposta avanzata dai Governi africani di destinare 72MHz di spettro UHF ai servizi a banda larga mobile nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree rurali.

Le Americhe hanno deciso di usare a questo scopo 108MHz di spettro UHF, mentre Cina, India e Giappone hanno deciso di armonizzare il loro spettro con le Americhe, in modo da permettere ai costruttori di raggiungere le economie di scala necessarie a far abbassare i costi di produzione dei dispositivi.

La WRC ha anche deciso di identificare 200MHz di spettro contiguo nel range 3.4-3.6GHz per le reti mobili next generation.

Alla Conferenza hanno partecipato oltre 2.800 delegati, in rappresentanza di 164 Stati membri e 104 osservatori, che hanno discusso di come gestire lo spettro radio che verrà liberato dal passaggio dalla Tv analogica a quella digitale.

Le negoziazioni hanno infine portato alla revisione e all’aggiornamento del trattato Radio Regulations, che regola la gestione dello spettro radio e delle orbite satellitari, in modo da porre basi più solide al raggiungimento degli obiettivi di connettività del 21° secolo.

In base ai termini della decisione, ogni Paese sarà libero di utilizzare lo spettro ‘riservato’ come meglio crede.

 

La decisione porterà all’offerta di una porzione comune di spettro per i servizi a banda larga mobile a livello globale, accelerando il mercato delle nuove tecnologie wireless e riducendo i costi dell’espansione delle reti mobili nelle aree più povere del pianeta.

 

Il dibattito tra i broadcaster e gli operatori telefonici sull’utilizzo del cosiddetto ‘dividendo digitale’ negli ultimi mesi è stato molto acceso. Il passaggio alla televisione digitale libererà infatti le cosiddette Ultra High Frequency (UHF) nella banda da 470MHz a 806/862 MHz, che abilita una copertura molto più efficace degli edifici rispetto alle attuali bande di spettro utilizzate per i servizi mobili.

La GSMA – che riunisce oltre 700 operatori – ha chiesto più volte di destinare queste frequenze ai servizi a banda larga mobile, anche perchè le caratteristiche di propagazione di questa banda potrebbero facilitare la realizzazione di reti di comunicazione mobile in grado di raggiungere aree scarsamente popolate che sarebbe troppo costoso coprire con sistemi operanti su bande più alte, assicurando che il dividendo digitale possa venire incontro alle esigenze di chi vive in queste aree, vittime del digital divide.

 

Soddisfazione è stata espressa dal Segretario Generale ITU Hamadoun Touré, secondo cui la conferenza è stata un “successo, e consentirà di sviluppare le comunicazioni mobili del futuro in maniera armonica e in modo da garantire il massimo beneficio a industria e consumatori”.

 

Trovare un compromesso non è stato affatto facile: lo spettro è una risorsa finita e ambitissima, consentendo la diffusione di servizi a valore aggiunto per i settori media e tlc e quelli che dipendono dalle frequenze hanno un’importanza sociale ed economica forte visto che nella Ue valgono 250 miliardi di euro, cioè il 2,5% del PIL europeo.

 

Ma questa risorsa è utilizzata anche in diversi altri settori, dai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e per la difesa.

 

Alla fine però, ha spiegato, François Rancy, Chairman di WRC-07, “C’è stata convergenza tra i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati per ridurre il digital divide e questo è stato il maggior successo di questa conferenza”.

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