Motorola scommette sulle femtocelle: avviati i test con operatore europeo

di Alessandra Talarico |

Europa


femtocelle

Le femtocelle, piccoli trasmettitori per la casa e i piccoli uffici grazie ai quali il traffico viene indirizzato attraverso il protocollo internet, sono considerati la soluzione ottimale per migliorare la copertura e la capacità delle reti mobili, con un notevole risparmio in termini di energia e costi di distribuzione.

 

I grandi nomi del mercato delle comunicazioni – da Alcatel-Lucent a Nokia Siemens Networks – puntano su questa tecnologia per migliorare le performance dei network 3G.

Anche la statunitense Motorola ha deciso di investire sulla tecnologia e, dopo aver completato il test end-to-end della soluzione femtocell 3G, ha annunciato l’inizio della sperimentazione in collaborazione con un non meglio specificato operatore europeo.

 

La sperimentazione di questo tipo di tecnologia, si inserisce nell’ambito della strategia ‘Mobilità senza confini‘ del costruttore americano, che punta a offrire una “soluzione end-to-end completamente integrata e testata, basata su interfacce open standard, che include una gamma di CPE (Customer Premises Equipment) femtocell e dispositivi 3G, un concentratore di rete centrale, servizi di integrazione dei sistemi e una soluzione di gestione CPE – il Server Broadband Netopia di Motorola”, ha spiegato Joe Cozzolino, Corporate Vice President e General Manager di Motorola Home & Networks Mobility EMEA.

 

Le femtocelle, utilizzando circa l’1% della potenza di un access point tradizionale, sono particolarmente apprezzate per il loro scarso impatto elettromagnetico, dal momento che i cellulari devono comunicare con una base che si trova a pochissima distanza.

 

Il mercato delle femtocelle è ancora nelle prime fasi del suo sviluppo e, di conseguenza, è ancora difficile fare previsioni sulla sua evoluzione. Secondo ABI Research, entro il 2011 si potrebbe giungere a quota 32 milioni di access point femto in tutto il mondo, per un numero di utenti pari a circa 102 milioni.

Per quanto riguarda nello specifico il mercato dell’Europa occidentale, l’analista Ovum Vincent Poulbere stima la “distribuzione di 12 milioni di femtocell entro il 2010 per arrivare a 17 milioni nel 2011”.

 

Secondo Poulbere, in Europa, “il 30-40% del traffico cellulare viene generato in ambienti chiusi”, dove però, con le attuali reti, la copertura non è sempre delle migliori.

È per questo motivo, dunque, che le femtocelle vengono considerate dagli operatori “un mezzo più efficace per la gestione del traffico generato in ambienti chiusi rispetto alle macrocelle esterne dell’infrastruttura cellulare pubblica”.

 

L’uso su larga scala delle femtocelle è promosso dall’associazione industriale indipendente Femto Forum – di cui fa parte anche Motorola – nata all’inizio di inizio luglio per supportare e guidare l’adozione di standard industriali e architetture comuni per evitare una eccessiva frammentazione del mercato.

Gli analisti, infatti sono concordi nell’affermare che – come per tutte le altre tecnologie – anche le femtocelle hanno bisogno di standard aperti per creare le economie di scala adeguate a stimolare il mercato.