Separazione funzionale: gli operatori storici insistono, ‘rimedio controproducente’

di Alessandra Talarico |

Per l’Etno si perderebbero investimenti per oltre 10 miliardi di euro

Europa


NGN

Gli ex monopolisti europei continuano a insistere: no alla separazione funzionale della rete, una proposta che – se dovesse essere inclusa nella revisione del quadro regolatorio europeo che Viviane Reding presenterà all’esecutivo europeo il prossimo 13 novembre – potrebbe “seriamente danneggiare gli investimenti nelle next generation networks” e certo non aiuterebbe a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di competitività fissati dalla Ue.

 

Nel corso dell’assemblea generale dell’Etno svoltasi a Copenaghen, l’associazione ha sottolineato che la sfida fondamentale per i legislatori europei è quella di creare le condizioni ottimali per il roll-out delle reti di nuova generazione, infrastrutture essenziali per permettere ad aziende e cittadini di accedere ai servizi digitali più innovativi.

 

“La maggior parte dei player delle telecomunicazioni europei – si legge nella nota Etno – sono seriamente preoccupati del fatto che, nonostante i mercati siano già altamente competitivi, il dibattito sia attualmente incentrato sull’introduzione di nuove misure regolatorie o sull’estensione dell’intervento regolatorio a ogni rete”.

 

La possibile inclusione di un rimedio quale la separazione funzionale non sarebbe, per l’Etno, il giusto intervento per incoraggiare una competizione basata sulle infrastrutture e potrebbe rivelarsi “controproducente”.

Come sottolineato da diversi studi esterni, una regolamentazione troppo forte farebbe perdere al settore investimenti per oltre 10 miliardi di euro.

 

Inoltre, a giudizio dell’associazione, l’imposizione della separazione funzionale “adombra altre misure che sarebbero più favorevoli all’innovazione e agli investimenti in nuove infrastrutture d’accesso”.

 

Ma quali sono le proposte dell’Etno?

L’associazione caldeggia in particolare l’introduzione di meccanismi di deregulation quali ad esempio una “clausola sunset” aggiornabile per gli obblighi di accesso, che accelererebbe la transizione da una regolazione ex-ante a una legge sulla competitività ex-post, in linea con gli obiettivi intrinseci delle regole Ue sulle telecomunicazioni.

 

Per portare ai consumatori il massimo beneficio derivante da una reale competizione e dall’innovazione, l’Etno propone quindi di rimuovere i mercati al dettaglio dal raggio della regolazione ex-ante.

 

Bisognerebbe poi, aggiunge l’Etno, valutare le circostanze competitive di ogni singolo mercato per realizzare un approccio regolatorio più flessibile e abbassare le barriere d’ingresso alle reti locali di accesso.

 

Per quanto riguarda poi le nuove reti, c’è bisogno di un intervento regolatorio diverso, che tenga in conto le specifiche tecniche e i rischi legati alle reti di accesso next generation.

Una gestione più flessibile dello spettro consentirebbe infine di accelerare il lancio di applicazioni wireless innovative, nonché di stimolare piattaforme di accesso wireless alternative, incoraggiando una competizione basata sulle infrastrutture.

 

La prossima assemblea generale dell’Etno si svolgerà a Venezia dal 22 al 24 ottobre 2008.

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