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Strategie: Google cerca ingegneri europei per rinnovare la sua immagine nel Vecchio Continente

Europa


Nel tentativo di scrollarsi di dosso l’immagine della solita aggressiva multinazionale americana, Google ha deciso di ampliare il numero di dipendenti reclutati in Europa.

Lo ha riferito in un’intervista al Financial Times il nuovo Vicepresidente Engineering per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa di Google Nelson Mattos, sottolineando la volontà della società di creare un team europeo di Ricerca e Sviluppo di grandezza pari a quello americano.

 

Dei 7 mila ingegneri che lavorano a Google, infatti, solo 500 sono europei. 2.500 in totale quelli dell’area EMEA.

 

Prima di entrare nelle fila di Google Nelson Mattos ha lavorato per 15 anni alla IBM, dove svolgeva diverse funzioni tra cui, più recentemente, quella di vicepresidente Information and Consumer Technologies, presso il centro ricerche.

 

Mattos ha dichiarato di aver deciso di entrare in Google proprio con l’obiettivo di rinfoltire il numero di presenze europee all’interno della società e –  anche se non ha saputo fornire una scadenza – l’espansione dovrebbe essere realizzata entro i prossimi tre anni.

 

La società di Mountain View impiega attualmente 13.786 persone. Un livello di occupazione raggiunto in appena nove anni di attività. Circa la metà dello staff è rappresentato da ingegneri, la maggior parte dei quali occupata presso la sede centrale della compagnia in California.

 

Questo annuncio suona un po’ come un tentativo di rinnovare la propria immagine sia di fronte agli utenti europei che alle istituzioni del Vecchio Continente, dove la società è in difficoltà su diversi fronti.

Innanzitutto per le critiche mosse dalle Autorità garanti per la privacy in merito alle pratiche di conservazione dei dati, in seguito a cui la società ha deciso di rivedere le sue politiche, accettando di rendere anonime le informazioni relative alle ricerche effettuate dai propri utenti dopo un periodo massimo di 18 mesi dai precedenti 24.

A ciò si aggiungono anche i dubbi relativi alla recente acquisizione della società di pubblicità DoubleClick, in seguito alla quale l’associazione EPIC ha inviato una lettera alla FTC per chiedere maggiore attenzione alla tutela della privacy dei cittadini alla luce dell’accordo, che permetterebbe a Google di attuare un monitoraggio ancora più estensivo, con conseguenze disastrose per la riservatezza di dati degli oltre 1,1 miliardi di utenti internet.

 

Le associazioni europee a tutela della libertà di stampa – RsF in testa – accusano inoltre Google di essersi sottomesso ai regimi dittatoriali, la Cina in particolare, per aver ritirato dalle versioni locali del suo motore di ricerca news, tutte le fonti d’informazione censurate in questi Paesi.

 

“Non siamo ben visti in Europa”, ha infatti commentato Mattos, aggiungendo: “La mia impressione è che Google sia vista come una delle tante grandi aziende Usa venute qui solo per fare soldi”.

 

Un’ostilità dovuta principalmente al fatto che la gente non avrebbe ben compreso il business model della società.

La decisione di assumere nuove figure professionali avrebbe dunque tra gli altri obiettivi anche quello di apportare all’interno dell’azienda persone che siano più sensibili ai temi importanti per l’Europa.

 

Attualmente Google possiede 11 centri di Ricerca e Sviluppo nell’area EMEA: a Londra, Aarus (Danimarca), Trondheim (Norvegia), Lulea (Svezia), Cracovia (Polonia), Mosca e San Pietroburgo  (Russia), Haifa e Tel Aviv (Israele), Zurigo (Svizzera) e Dublino (Irlanda).

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