Rai: si infiamma la discussione sulla riforma della Tv pubblica. Volano strali anche in maggioranza  

di Raffaella Natale |

Italia


Tommaso Padoa Schioppa

Sono in tutto dodici le risoluzioni che i senatori voteranno nella giornata di oggi. Una giornata animata, iniziata con una relazione del Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, vivacemente contestata dall’opposizione di centrodestra.

Difficile quindi fare previsioni su come si concluderà questa seduta pomeridiana.

 

Scontato il parere positivo di Padoa-Schioppa alla risoluzione unitaria di maggioranza che chiede il congelamento delle nomine della Rai in attesa di un piano industriale per il rilancio dell’azienda entro il 31 dicembre.

Delle altre due risoluzioni del centrosinistra, quella dei senatori Willer Bordon e Roberto Manzione e dell’Idv, il governo ha dato un parere negativo alla richiesta di azzeramento del Consiglio di amministrazione e un parere positivo sugli altri punti della risoluzione.

 

In particolare sulla risoluzione Bordon-Manzione, Padoa-Schioppa a nome del governo ha accolto l’impegno a compiere i passi necessari per sollecitare l’adozione di un piano industriale e di non procedere a nuove nomine prima che sia definito il piano, oltre a mettere in campo iniziative utili a rivedere tutte le nomine già approvate. Anche per la risoluzione dell’Idv, il governo ha bocciato la richiesta di azzerare l’attuale Cda della Rai e accolto l’impegno a sollecitare l’adozione di un piano industriale. Scontato anche il no del governo su tutti i documenti presentati dall’opposizione.

 

L’opposizione si è presentata al voto con nove risoluzioni: sette della Lega e due unitari della Cdl. Un documento unitario porta la firma dei capigruppo e impegna il governo a considerare “…l’evidente squilibrio generato dalla decisione di revocare il consigliere Petroni…”, lamentando quindi un’occupazione della Rai da parte della sinistra. L’altra mozione unitaria della Cdl é firmata dai membri della Commissione di Vigilanza e chiede al governo di vigilare affinché l’opposizione sia garantita all’interno del Cda.

Le sette risoluzioni leghiste, tutte con la firma di Roberto Calderoli, riprendono i concetti espressi dalla risoluzioni unitaria. La più insidiosa è quella che fa propria la proposta di Veltroni di abolire il Cda della Rai e di affidare a una fondazione la scelta di un manager con competenze specifiche in modo che possa diventare amministratore unico dell’azienda.  

Nella sua relazione, il Ministro ha ribadito di “…non aver perseguito alcuna finalità politica” e di essere intervenuto sul Cda della Rai, decidendo la sostituzione del suo rappresentante, in modo “autonomo” ed “esclusivamente in qualità di azionista”.

Riafferma, a scanso di equivoci e in replica agli affondi che arrivano da destra e sinistra, “la piena legittimità” del Cda di viale Mazzini. Appoggia esplicitamente la risoluzione presentata dall’Unione, affermando che “l’azienda è invitata a predisporre quanto prima” il “piano industriale” e le “scelte editoriali“.

Nell’aula di Palazzo Madama, il Ministro dell’Economia, ha colto l’occasione del dibattito sulla Rai, chiesto dal centrodestra dopo l’avvicendamento tra Angelo Maria Petroni e Fabiano Fabiani nel vertice di viale Mazzini, per argomentare e difendere le scelte fatte dal Tesoro, nell’ambito delle sue competenze.

 

Elencando anche le cifre del bilancio di viale Mazzini e le ultime stime, secondo cui si annunciano “…rilevanti perdite anche per il 2007 , il Ministro ha spiegato che l’obiettivo dell’azionista era quello di porre fine alla situazione di “stallo” del vertice decisionale di viale Mazzini, al fine di tutelare “il patrimonio” e “l’interesse pubblico” dell’azienda.

Tanto che non esclude, Padoa-Schioppa, nuovi interventi dell’azionista nel caso di un riproporsi dell’impasse decisionale del Cda. Precisando, tuttavia, di essere “consapevole” che interventi di revoca “più ampi“, tali da coinvolgere l’intero consiglio, rientrerebbero “nell’ambito esclusivo” del Parlamento e della Vigilanza. Il Ministro dell’Economia, che ha parlato per oltre 20 minuti di fronte ai senatori, ha poi invitato la politica a un passo indietro, lasciando il Cda autonomo di compiere le proprie scelte, anche sul piano delle nomine.

 

“…Il vero male di cui la Rai ha sofferto negli anni e ancora soffre – ha sottolineato – è un rapporto con il potere politico che ne indebolisce la funzione civile, che limita la vitalità culturale e che la soffrire come impresa che opera nel mercato“. Per questo, “il potere politico deve dare libertà e fiducia non continui condizionamenti“, ha ammonito Padoa-Schioppa, invitando il Parlamento ad affrontare con “tempestività e determinatezza” il Ddl di riforma del servizio pubblico firmato da Gentiloni, che ha iniziato il suo iter proprio a Palazzo Madama.

Un Ddl, fa notare il titolare dell’Economia, che “…per la prima volta da tempo immemorabile delinea una riforma che assicura vera indipendenza alla Rai. Altroché, come qualcuno insinuato, voler mettere le mani sulla Rai“, ha commentato Padoa-Schioppa non senza attirarsi le proteste e i mugugni dell’opposizione.

Infine, il sostegno esplicito del Governo alla risoluzione presentata dall’Unione, anche per “l’urgenza” e la “non procrastinabilità di scelte strategiche” che “ha determinato l’intendimento del governo di procedere a una modifica dell’assetto del consiglio di amministrazione della società“: “…Con specifico riferimento al piano industriale e alle scelte editoriali che l’azienda è invitata a predisporre quanto prima – ha concluso Padoa-Schioppa – il governo non può che condividere l’istanza che viene in tal senso da più parti politiche”.

 

Rispondendo alle parole di Padoa-Schioppa, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha commentato: “…Siamo molto più indipendenti noi dal potere politico” rispetto alla Rai.

A margine di una conferenza stampa al ministero dei beni culturali, il numero uno della Tv privata è intervenuto sulla necessità, sottolineata dal Ministro, di indipendenza di Rai, Mediaset e di tutto il settore dell’informazione dal potere politico.

“…La nostra indipendenza è dimostrata da 30 anni di storia – ha aggiunto Confalonieri – abbiamo sempre fatto informazione obiettiva e di altissimo livello. Nessuno ha mai criticato il Tg5 e anche il Tg4, che magari suscita più critiche, è forse sbilanciato in positivo da una parte, ma non in negativo dall’altra”.

 

Martedì toccherà alla Commissione di Vigilanza affrontare nuovamente la questione della Tv di Stato, con all’ordine del giorno delle nuove risoluzioni. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza, accogliendo le richieste pervenute da vari gruppi parlamentari. Le risoluzioni potranno essere presentate entro venerdì.  Sicuramente sarà oggetto di discussione il documento presentato da Marco Beltrandi (Rosa nel pugno) nei giorni scorsi. Un’altra risoluzione potrebbe venire dall’Udeur, ma non è escluso che si facciano avanti altri gruppi parlamentari.

 

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