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Blog e informazione: necessario colmare il gap normativo. Ma per Gentiloni, ‘Difficile estendere la disciplina della stampa’  

Italia



Estendere ai siti internet o ai blog le regole che prevedono la responsabilità per omesso controllo come per i direttori dello stampa “…si rivela complicato da attuare” e l’azione del governo “…non si ispirerà a tale impostazione“, in quanto non ritiene “appropriato” sottomettere i blog alla stessa disciplina della carta stampata.

 

E’ quanto dichiarato dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, rispondendo a un’interrogazione nel corso del question time alla Camera. Spiegando che le caratteristiche di “velocità” e ampiezza delle rete “non consentono il controllo tipico della carta stampata“, Gentiloni ha ricordato che la riforma dell’editoria, varata in prima lettura dal Consiglio dei ministri, “…prevede di estendere la responsabilità dei reati di diffamazione anche ai titolari di testate, ma solo se si tratta di periodici, non di semplici blog”.

 

Inoltre, va giudicata “sanzionabile” la condotta degli “autori diretti” di eventuali scritti diffamatori, ma non la responsabilità dei responsabili dei siti che, “comunque devono collaborare con le autorità per colpire i reati più gravi, come la pedofilia”.

 

L’interrogazione parlamentare è stata presentata da Silvio Crapolicchio (Comunisti Italiani), il quale ha così spigato il proprio appello: “…premesso che: il 26 maggio 2006 si è avuta in Italia la prima condanna contro lesioni alla reputazione via web (cosiddetta diffamazione online) inflitta dal tribunale di Aosta ai danni del giornalista aostano Roberto Mancini, ex vice presidente dell’ordine dei giornalisti, che dovrà pagare 3000 euro più le spese processuali e legali oltre ad una previsionale di 1500 euro per ognuna delle tre parti che si sono costituite, perchè considerato colpevole di aver leso con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso con gli articoli pubblicati sul sito web www.ilbolscevicostanco.com, l’onore dei ricorrenti; i giudici aostani hanno riconosciuto nell’attività del blogger ‘il totale controllo di quanto viene postato’ e che, allo stesso modo di un direttore responsabile, ‘egli ha il dovere di eliminare i contenuti offensivi’; la sentenza ha avuto immediato clamore perchè per la prima volta in Italia un blog – sorta di diario telematico in cui ognuno è libero di mandare commenti e annotazioni – viene disciplinato dalla legge sulla stampa (…)”.

 

Alla luce dei fatti si chiede al ministro di prendere provvedimenti su un’evidente lacuna normativa.

 

Nel question time Gentiloni ha chiarito il fatto che “…la linea del Governo si ispira a contemperare due diverse esigenze: da una parte mantenere il grado di libertà di uno strumento come la Rete, dall’altra evitare che questa libertà colpisca diritti di altri”.

Un blogger o più in generale chi gestisce un sito Internet non può essere paragonato al direttore di una testata giornalistica e pertanto non va condannato per l’omesso controllo delle pagine che cura.

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