Tv mobile su standard unico: gli Usa non mandano giù la decisione Ue. E ‘ guerra aperta tra MediaFLO e DVB-H  

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Mobile TV

Occhi puntati su Tv mobile nell’edizione 2007 dell’IBC di Amsterdam. Inevitabile, del resto, visto la recente scelta della Ue di affidarsi allo standard DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld) di Nokia per la diffusione europea.

Decisione che evidentemente non è andata giù ad altri produttori, primo fra tutti Qualcomm che ha sostenuto fortemente la validità del formato MediaFLO (Media Forward Link Only), nonostante l’ammissione dei notevoli ritardi accumulati in un settore a forte crescita.

Uno Studio di OC&C ha evidenziato che per quanto riguarda l’aspetto tecnico, MediaFLO risulta molti interessante: buona efficacia spettrale e qualità delle immagini, brevi i tempi di zapping.

Tuttavia presenta almeno due limiti: la tecnologia di proprietà è un freno allo sviluppo su scala europea dove si preferiscono soluzioni aperte. D’altra parte è altrettanto difficile che gli attori abbandonino gli studi e gli investimenti realizzati fino a oggi a vantaggio di uno standard recente.

 

E’ vero in effetti che MediaFLO ha ancora poco spazio, specie davanti alle sperimentazioni del DVB-H. Alcuni test del formato americano sono stati realizzati in Gran Bretagna da BSkyB e in Giappone da KDDI e Softbank.

E’ stato realizzato un solo lancio concreto negli Stati Uniti, con il servizio VCast di Verizon che ha coinvolto 44 città. AT&T ha previsto un test per fine anno.

 

Per quanto riguarda i produttori di terminali, nove aziende fanno parte del FloForum, tra cui Samsung, LG, Motorola, Sharp e Toshiba che stanno lavorando ad alcuni modelli di cellulari compatibili.

 

Ma dalla società fanno sapere che hanno perso la prima battaglia, ma non la guerra, come ha sottolineato ottimisticamente Jerry Hanley, Regional Director Business Development Europe MediaFlo per Qualcomm.

“Niente è ancora definito – ha commentato – La nostra soluzione è qualitativamente migliore del DVB-H. E’ inoltre migliore la qualità del segnale all’interno degli edifici”.

 

Qualcomm non apprezza l’intervento della Ue atto a consigliare di adottare il DVB-H come standard comune al mercato europeo.

“Una simile decisione – ha sottolineato Hanley – rischia di uccidere il mercato. La scelta dovrebbe spettare agli operatori. Uno standard unico non rappresenta una buona soluzione. Le tecnologie possono coesistere, tanto più che MediaFLO è vicina al DVB-H. D’altronde anche i fornitori di servizi sono agnostici”.

 

Secondo i ricercatori americani nessuna soluzione si imporrà sulle altre: “Pensiamo che ci sarà una convergenza di tecnologie, i cellulari supporteranno due o tre standard”.

In attesa che i player facciano la loro scelta, MediaFLO continua la propria battaglia, sottolineando di avere il miglior business model.

Omar Javaid, VP per il business development MediaFLO per Qualcomm, ha spiegato che “…questa soluzione è la più conveniente e dà accesso a ben 34 canali, free e pay, mentre il DVB-H solo a  15. In breve – ha aggiunto – io direi che MediaFLO è una soluzione, mentre il DVB-H non è altro che una tecnologia”.

 

Intanto Qualcomm sta cercando di far pressione sugli operatori, ma spetta a FloForum fare lobby.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato Kamil Grajski presidente del forum – è di estendere l’ecosistema di MediaFLO. Pensiamo davvero che il mercato sarà multi-standard. Siamo convinti che in Europa il DVB-H non sarà il solo, tenuto conto dei bisogni degli operatori”.

 

Ottimismo esagerato o valide convinzioni?

Qualcomm, che ha già investito 800 milioni di dollari in MediaFLO, stima di aver già soddisfatto i propri obiettivi.

Il presidente di FloForum ha concluso asserendo che “I test negli Usa non permettono di considerarsi in vantaggio. Ma, se dovessimo perdere la battaglia in Europa, la nostra attenzione si rivolgerà a Stati Uniti, Asia, Oceania, Africa, Europa dell’est dove i potenziali sono altrettanto importanti”.

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