Editoria d’arte e diritti di riproduzione: convegno a Bologna sui 10 anni della Legge Ronchey

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L’Italia è il Paese che possiede la parte più consistente del patrimonio artistico mondiale (c’è chi dice il 60%, chi il 75%) ma anche uno di quelli che occupano gli ultimi posti all’interno dei circuiti mondiali del rights management dei beni culturali ed artistici, fondamentali per l’editoria.

Com’è possibile?

L’editoria d’arte italiana continua a non riuscire a esprimere il proprio potenziale per inefficienze dei meccanismi di transazione e per l’elevata onerosità dei diritti di riproduzione, introdotti da una legge per altri versi meritoria (la cosiddetta Legge Ronchey) ma i cui dettagli sono ormai inadeguati in un ambiente ora globalizzato nella crescita del turismo culturale.

Nasce da queste premesse il convegno “Dieci anni di Legge Ronchey. Cosa è cambiato per gli editori?”, organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) nell’ambito di Artelibro, in programma giovedì 20 settembre, dalle 14.30 alle 17, alla Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio (Piazza Maggiore, 6) a Bologna.

Un approfondimento sulla situazione e sugli effetti prodotti da tale normativa a più di dieci anni di applicazione della Legge 14 Gennaio 1993 n. 4, conosciuta come Legge Ronchey, e delle successive modifiche contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Il convegno porrà l’accento, alla presenza di esponenti dell’editoria d’arte italiana e di gestori dei servizi museali, su pregi e limiti della legge stessa, fornendo indicazioni sugli ambiti in cui è fondamentale intervenire per renderla uno strumento di sviluppo per l’industria dei contenuti.

Moderato dal responsabile dell’Ufficio studi di AIE Giovanni Peresson, il convegno sarà aperto alle 14.30 da una prima relazione introduttiva sugli aspetti economici e di mercato a cura di Stefano Baia Curioni (Ask Bocconi), da una seconda relazione sugli aspetti giuridici a cura di Marco Cammelli (Università di Bologna – Facoltà di Giurisprudenza) e da una terza analisi sulle imprese private gestori dei servizi museali a cura di Patrizia Asproni (Confcultura). Seguirà alle 15.30 la tavola rotonda, cui interverranno Rosanna Cappelli (Electa Mondadori), Claudio Pescio (Giunti), Stefano Piantini (Skirà), Katia Zucchetti (Federico Motta Editore). Concluderà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Ricardo Franco Levi.

Complessivamente gli editori italiani pubblicano 1.900 titoli d’arte – di cui 900 sono definibili come “cataloghi” e 900 sono novità di architettura – ma sono 5 milioni le copie immesse nei diversi canali di vendita (la sola libreria vale circa 50 milioni di euro).

Si tratta però di un mercato teso e difficile. La prova? Per un editore italiano è più facile fare libri con i musei e le istituzioni straniere che con quelle del nostro Paese.