Nanotecnologie: la Ue maggiore investitore pubblico al mondo, ma lo sviluppo rispetti i principi etici

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Nanotecnologie

Nell’ambito del sesto programma quadro di ricerca, l’Unione europea ha destinato 1,4 miliardi di euro a 550 progetti nel campo delle nanoscienze e delle nanotecnologie. Stanziamento che rappresenta un terzo del finanziamento pubblico in favore delle nanotecnologie e che fa della Commissione europea il maggiore organismo di finanziamento al mondo in questo settore.

 

Un recente rapporto commissionato dalla Ue mostra l’importanza strategica delle nanotecnologie, un settore in cui l’Europa ha un ruolo di primo piano, e il contributo che esse recano alla qualità della vita e al benessere economico dei cittadini, grazie al loro apporto rivoluzionario in ambiti cruciali come le scienze dei materiali, l’elettronica e la medicina.

 

Nelle sue azioni di sostegno allo sviluppo delle nanotecnologie, la Ue prende in considerazione diversi aspetti: la sicurezza, l’accettazione sociale, gli aspetti etici.

 

È importante infatti – ha sottolineato Janez Potočnik, Commissario Ue per la scienza e la ricerca – “tenere un approccio responsabile relativamente alla sicurezza degli individui e degli animali e alle questioni etiche legate al loro utilizzo”.

L’Europa – ha quindi ricordato Potočnik – “è leader mondiale in questo settore e ha dimostrato di essere in grado di fare da battistrada nel settore”.

 

Le nanotecnologie permettono di creare migliori prodotti e servizi che contribuiscono a migliorare la qualità della vita. Ma cosa si intende nello specifico col termine “nanotecnologie”?

 

La nanotecnologia costituisce un ambito d’investigazione altamente multidisciplinare, coinvolgendo molteplici indirizzi di ricerca che vanno dalla biologia molecolare alla chimica, scienza dei materiali e ovviamente fisica, sia applicata che di base, fino all’ingegneria meccanica ed elettronica. Può essere vista sia come un’estensione delle scienze esistenti sulla scala nanometrica, che come un loro riarrangiamento (definizione tratta da Wikipedia).

 

Diversi prodotti nanotecnologici sono già in commercio: si tratta in particolare di nuovi componenti elettronici e chimici, tessuti intelligenti, rivestimenti innovativi per le superfici, nuovi strumenti diagnostici in ambito medico.

 

Il sesto programma quadro della Ue si pone come obbiettivo prioritario di promuovere la ricerca di base e industriale, le risorse umane, le infrastrutture dedicate, la sicurezza e la comunicazione.

Nonostante infatti il settore privato partecipi a diversi progetti in questo settore, si evidenzia ancora un forte gap di investimento rispetto a Giappone e Stati Uniti.

 

Per questo la Commissione prevede di destinare ulteriori risorse al settore col settimo programma quadro, che prevede una finanziamento annuale almeno due volte superiore rispetto al 6° PQ. La condivisione dei rischi con la Banca europea d’investimenti (BEI) dovrebbe inoltre aprire la strada a nuove fonti di finanziamento.

 

Le nanotecnologie sollevano però anche dei grossi dubbi dal momento che esse potrebbero essere utilizzate ad esempio per costruire armi convenzionali più distruttive ad un costo ridotto, ma anche armi di distruzione di massa che si auto-replicano, come fanno i virus e le cellule cancerose quando attaccano il corpo umano.

 

Lo sviluppo profittevole delle nanotecnologie esige quindi – a giudizio della Commissione – un cammino integrato e responsabile.

“Bisogna – sottolinea la Commissione – che i cittadini approfittino di queste tecnologie ma siano al tempo stesso protetti dai loro eventuali effetti negativi”.

 

L’impegno in favore del rispetto dei principi etici costituisce un caposaldo di questo cammino: ecco perché la Commissione intende promuovere una comunicazione efficace e il dialogo coi cittadini e ha già lanciato una concertazione aperta riguardo un codice di condotta per una ricerca responsabile, che potrebbe portare alla pubblicazione di una raccomandazione già per la fine dell’anno.

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