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Tecnologia per l’Africa: IBM e l’Università di Cape Town presentano un progetto per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici  

Africa


IBM e il Climate Systems Analysis Group dell’università di Cape Town stanno avviando un progetto per ottenere modelli regionali con l’obiettivo di ridurre gli effetti relativi ai cambiamenti  climatici  in Africa.

 

I mutamenti del clima destano serie preoccupazioni in tutte le zone, ma in Africa l’impatto potrebbe essere ancora più grave per la carenza di infrastrutture e l’inadeguatezza dei servizi sociali. Inondazioni molto estese, ad esempio, possono provocare malattie che vengono trasmesse tramite l’acqua o malattie collegate come la Dengue e la malaria  diffuse dalla zanzare infette. La siccità può avere effetti devastanti oltre che comportare diffusa scarsità di cibo.  

 

Previsioni più accurate potrebbero influenzare in modo concreto le regioni africane dando l’opportunità alle istituzioni di ridurre gli effetti negativi. Ad esempio, si potrebbero  progettate infrastrutture di irrigazione o promuovere adeguate colture resistenti alla siccità. L’iniziativa chiamata “AfricanClimate@Home” impiegherà la vasta potenza di calcolo del World Community Grid, il progetto basato sulla partecipazione di centinaia di migliaia di individui che mettono a disposizione il tempo di non utilizzo dei loro computer, contribuendo a realizzare un sistema virtuale potente come uno dei cinque primi supercomputer al mondo.  

 

I ricercatori utilizzeranno la potenza di calcolo del World Community Grid per migliorare i modelli usati eseguendo simulazioni in piccole regioni dell’Africa e facendo poi confronti con le osservazioni reali. I modelli climatici globali forniscono un’idea generale di come potrebbe essere il clima in una vasta area, ma non riescono a riflettere necessariamente che cosa succederà in una regione particolare perchè non prendono sufficientemente in considerazione laghi, montagne o pianure che possono influenzare il clima locale.

 

Il ricercatore a capo del progetto Mark Tadross ritiene che “Fare previsioni sul clima richiede un’enorme quantità di capacità di elaborazione per valutare tutte le variabili in gioco come temperatura, vento, pressione e umidità.  Per poter migliorare i modelli abbiamo bisogno di ottenere algoritmi che rappresentino in maniera più completa il quadro locale. Grazie al World Community Grid, abbiamo la potenza che serve per eseguire i test necessari e  migliorare i nostri modelli.”

 

Non appena i ricercatori avranno modelli più precisi potranno iniziare a effettuare previsioni sui cambiamenti climatici relativi alle regioni. In tal modo si potranno prendere decisioni più mirate per l’agricoltura e le risorse idriche. Questo è importante in una zona del mondo ancora in via di sviluppo e spesso priva di infrastrutture adeguate. Prevedere in anticipo ogni cambiamento climatico potenzialmente drammatico, in particolare quelli legati a eventi estremi come siccità ed alluvioni, può permettere a comunità vulnerabili e ai team di gestione dei disastri di agire in anticipo rispetto al rischio climatico.

 

Questa nuova iniziativa si affianca al progetto avviato recentemente dalla IBM, dalla Facoltà di Medicina dell’Università del Texas e dall’Università di Chicago per individuare nuove cure per la Dengue e altre malattie, ugualmente basato sul World Community Grid. Per aderire al progetto, è sufficiente registrarsi sul sito www.worldcommunitygrid.org e installare un piccolo programma software gratuito. Quando non vengono utilizzati, i computer richiedono i dati al server del World Community Grid, eseguono i calcoli  e rimandano i risultati al server, rimanendo in attesa di svolgere una nuova parte di lavoro. Uno screen saver dirà alle persone quando i loro computer sono utilizzati.

 

Il World Community Grid coinvolge più di 315.000 persone e collega più di 700.000 computer. Si stima che nel 2008 i computer arriveranno ad essere un miliardo, con implicazioni significative su tanti progetti umanitari.

 

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