Servizi mobili satellitari: le proposte Ue per la realizzazione di un mercato unico

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Lo spazio e le sue applicazioni rappresentano a livello mondiale un mercato di 70 miliardi di euro il cui tasso di crescita annuo è pari al 7%.

Unione Europea


Satellite

L’Europa punta sulle comunicazioni mobili via satellite con una proposta che – se venisse adottata dal Parlamento e dal Consiglio dei Ministri – potrebbe garantire uno sviluppo armonico di servizi innovativi quali la mobile Tv, la banda larga mobile, le comunicazioni di calamità naturali.

 

Per far decollare il mercato dei servizi a valore aggiunto per la telefonia mobile, serve – lo si dice ormai da tempo – uno sviluppo coordinato a livello europeo, che dia maggiore sicurezza chi vuole investire: le attuali norme internazionali relative alle comunicazioni satellitari, infatti, non regolano il rilascio delle licenze, mentre la scelta degli operatori viene fatta a livello nazionale e comporta l’adozione di soluzioni divergenti per quanto riguarda la selezione e l’autorizzazione.

 

Un simile quadro, continua a dire il commissario Ue per i media e la società dell’informazione, Viviane Reding, scoraggia gli investitori paneuropei e limita notevolmente il potenziale dei servizi innovativi. Al contrario, la nuova modalità di selezione dei servizi mobili via satellite proposta dalla Ue, creando le basi per un mercato unico dei servizi satellitari, darà alle aziende del settore e ai fornitori di servizi la fiducia necessaria a investire a livello paneuropeo e colmare il divario digitale che attanaglia moltissime aree dell’Europa.

 

La Ue, del resto, sta tentando da tempo di introdurre maggiore flessibilità nell’utilizzo dello spettro radio, per rispondere così all’evoluzione dei bisogni del mercato delle comunicazioni wireless.

Lo spettro radio – risorsa limitata e richiestissima – è utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che spaziano dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.

 

Il fatturato di questi servizi nel 2006 si è aggirato a circa 240-260 miliardi di euro, ma le regole attualmente in vigore, spiega dunque la Ue, sono del tutto inadeguate e non consentono “di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet”.

Un loro aggiornamento è stato chiesto con insistenza dagli operatori mobili, che vorrebbero utilizzare le bande finora riservate ai servizi GSM per i servizi 3G.

 

Le decisioni relative a chi può utilizzare lo spettro in ogni Paese spettano alle Authority nazionali, mentre la Ue ha il compito di stabilire l’applicazione delle frequenze per i specifici servizi. Un coordinamento a livello comunitario porterebbe dunque ad un uso più efficiente dello spettro radio e ridurrebbe il rischio di interferenze dannose, ma la strada è ancora molto lunga.

 

Il prossimo autunno – nell’ambito del riesame delle norme Ue in materia di telecomunicazioni – la Commissione valuterà l’opportunità di introdurre ulteriori miglioramenti, tra i quali l’istituzione di un meccanismo generico che possa essere applicato in futuro a situazioni paneuropee analoghe.

 

Una volta adottata la proposta di un nuovo meccanismo, la Commissione pubblicherà un invito aperto a presentare domande. Dopo di che si procederà alla valutazione tecnica e commerciale dei sistemi proposti dai richiedenti, per i quali verranno tenuti in considerazione anche altri fattori quali la copertura geografica, i vantaggi concorrenziali e per i consumatori, il conseguimento degli obiettivi di ordine pubblico e l’efficienza dello spettro radio.

 

La procedura di selezione comunitaria dovrebbe comunque essere completata per l’inizio del 2009. (a.t.)