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Benito Mari: ‘L’Alta Definizione diventerà presto la televisione di ogni giorno per farci vivere esperienze straordinarie’ 

Italia


Alta Definizione, presente o futuro? Se ne è parlato nei giorni scorsi a Roma, in occasione del convegno Alta Definizione: il futuro è già presente organizzato dall’associazione HD Forum Italia. All’iniziativa hanno partecipato numerosi tutti i soggetti del settore che intervengono a vario titolo nella catena del valore, siano essi manifatturieri, produttori di hardware, produttori di contenuti, broadcaster, operatori telefonici. Presenti anche le istituzioni, nella persona del Sottosegretario alle Comunicazioni Luigi Vimercati, cui spetta naturalmente il compito di dare risposte ai quesiti puntuali e diretti rivolti dall’industry di settore.

  

Vediamo innanzitutto cos’è l’HD Forum Italia e quali sono i suoi obiettivi.

L’HD Forum Italia è un’associazione già operativa e legalmente costituita in Italia nel 2006. Rappresenta un’aggregazione di 16 aziende ed organismi (ADB, Euroscena, Eutelsat, Fastweb, Fondazione Ugo Bordoni, Fracarro, Frame, IDS Multimedia, Mediaset, Rai, SBP, Sky Italia, Sony Italia, STMicroelectronic, Telecom Italia e Telsey), appartenenti al settore della telecomunicazione che hanno dato vita all’associazione per promuovere e affermare l’Alta Definizione nel mercato audiovisivo e multimediale italiano.

La mission dell’associazione, come ha spiegato Benito Manlio Mari, Presidente, HD Forum Italia, aprendo i lavori, è di promuovere la produzione di contenuti audiovisivi in HD, supportando lo sviluppo delle piattaforme tecnologiche in HD; sostenere la diffusione della HDTV sulle varie piattaforme; informare ed aggiornare gli user di tutta la filiera, dal professionale al consumer, sullo stato di affermazione dell’HD; organizzare e partecipare ad eventi finalizzati alla promozione dell’HD, collaborando con gli organismi e iniziative europee (EBU, DIF, HD Forum Europe).

  

“Le previsioni di sviluppo – ha spiegato il Presidente Mari – dicono che nel 2010 oltre 15 milioni di case italiane saranno dotate di televisori HD-ready mentre 2 milioni di utenti saranno in grado di ricevere contenuti in Alta definizione. C’è quindi un gap notevole. Compito dell’HD Forum è anche quello di far si che questo gap si riduca e che l’utente finale trovi piena soddisfazione nel poter fruire dell’Alta Definizione nel pieno della sua qualità e delle sue potenzialità”.

  

Marco Pellegrinato, in veste di Vicepresidente di HD Forum Italia, ha presentato tra le iniziative che l’associazione sta avviando il progetto “HDFX” HD Forum Experience a favore di giovani registi per stimolare la produzione di contenuti in Alta Definizione. Scopo dell’iniziativa è fornire a registi emergenti e agli amatori gli elementi tecnici e di carattere linguistico-culturale utili a dare una spinta alla produzione di contenuti in HD. “L’HD – ha sottolineato Pellegrinato – è un’esperienza da vivere e da raccontare”.

  

Sugli aspetti tecnici si è soffermato, Sebastiano Trigila, Vicepresidente Vicario di HD Forum Italia.

Quali sono gli elementi necessari alla fruizione dell’HD?

L’Alta Definizione – ha spiegato Trigila – non è solo questione di schermo. Questo è certamente essenziale, anzi esso deve essere dotato del marchio HD Ready, ma devono essere disponibili dei contenuti espressamente HD (i contenuti tradizionali sono a definizione standard). Inoltre, internamente al display o su un box esterno da collegare al display, ci deve essere la capacità di decodifica del segnale HD. Infine esistono cavi e interfacce sui dispositivi di lettura e sui display espressamente concepite per l’Alta Definizione”.

Grazie agli aspetti tecnologici, tra i quali il maggiore dettaglio delle immagini, ottenuto in virtù di una maggiore risoluzione, la maggiore profondità del colore, la maggiore percezione di profondità spaziale e l’utilizzo di audio multicanale, la fruizione in HD rappresenta un notevole salto di qualità nell’esperienza audiovisiva…. “l’HD – ha concluso Trigila – conferisce un senso di immersione e partecipazione nella scena ed una user experience dalla quale non si torna indietro, una volta provata”.

   

Come l’Alta Definizione riesca a coniugare creatività del racconto e tecnologia è stato l’argomento non privo di forte appeal lanciato da Agostino Saccà, Direttore di Rai Fiction. “L’evoluzione del racconto passa attraverso l’evoluzione tecnologica – ha dichiarato Saccà – e il racconto diventa così più pervasivo, capace di stimolare e coinvolgere maggiormente lo spettatore. In passato il cinema è stato più della televisione il luogo deputato al racconto, perché in grado di offrire allo spettatore immagini di maggiore qualità. Oggi la televisione si è sostituita al cinema, il racconto televisivo ha un ruolo centrale e l’HD contribuirà alla sua crescita.” Saccà ha poi fornito alcuni dati sulle produzioni HD sperimentate dalla Rai, dai tempi di Italia ’90 a produzioni di fiction come Gente di Mare, La Squadra e Don Matteo.

   

E’ quindi intervenuto, stimolando non poco il successivo confronto, Antonio Sassano, il nuovo Direttore Generale della Fondazione Ugo Bordoni, il quale ha innanzitutto ribadito il ruolo di organo super partes della  Fondazione Bordoni , che deve essere sempre più “…il luogo dove si analizzano le questioni tecnologiche, con una posizione autorevole, ma di assoluta terzietà rispetto alle questioni poste dal mercato”.

L’Alta Definizione – ha indicato Sassano – rappresenta una naturale evoluzione tecnologica che dovrà pertanto essere accettata in quanto tale a condizione che sia neutra oppure si tratta di uno strumento che viene utilizzato da schieramenti contrapposti per obiettivi di politica industriale?Fino ad oggi l’HD è stata utilizzata, correttamente, – ha proseguito Sassano – come strumento di competizione tra piattaforme, anche se allo stato attuale solo Sky è in grado di offrire l’Alta Definizione. Viene da chiedersi quindi se in futuro la nuova tecnologia sarà accessibile a tutti o soltanto a quei consumatori in grado di pagare un abbonamento a contenuti premium. La risposta all’offerta Sky può venire dal Digitale Terrestre? Il Digitale Terrestre può essere lo strumento per lo sviluppo dell’Alta Definizione? In che maniera e quando questo avverrà?”. E su questi temi si dovrà certamente dibattere.

  

L’On. Luigi Vimercati, Sottosegretario alle Comunicazioni, ha ribadito l’impegno del governo nel guardare con attenzione e soprattutto favorire lo sviluppo dell’Alta Definizione in Italia, per diverse ragioni. Innanzitutto per ragioni di sviluppo economico, perché l’Italia non deve perdere competitività rispetto ai Paesi europei che hanno già avviato le sperimentazioni HD e ai Paesi extra-UE che invece già producono in HD, in primis gli USA. In questo senso l’esperienza negativa vissuta in Italia al momento del passaggio dal bianco/nero al colore negli anni Settanta dovrebbe insegnare qualcosa, perché in quella circostanza non fu compreso che si era davanti ad una rivoluzione; non fu colta l’opportunità del cambiamento epocale con la conseguenza che un intero settore industriale ne fece le spese. La modernizzazione dei media rappresenta pertanto una sfida che non bisogna perdere, perchè rappresenta il volano per lo sviluppo economico del sistema Paese. Ci sono poi ragioni legate a questioni sociali e politico culturali che spingono per lo sviluppo dell’HD in Italia. Al momento solo una piattaforma, Sky, offre contenuti HD ai suoi abbonati. Si pone pertanto, secondo Vimercati, la questione di allargare la base degli utenti e di rendere questa tecnologia fruibile in maniera universale.

  

Ma a che punto è l’HD in Italia e nel resto d’Europa?

Ad illustrare le principali tappe della migrazione verso l’Alta Definizione e commentare i dati del mercato Giacomo Mazzone, Direttore Generale Aggiunto dell’EBU-European Broadcasting Union, secondo cui: “L’Alta Definizione è già arrivata, è già il presente”… “Ormai tutti gli operatori sono convinti dell’inevitabilità dell’HDTV, anzi del fatto che l’HDTV diventerà in un futuro non lontano la “TV” in quanto tale.

  

Con l’arrivo dell’Europa nell’HD, nel 2006 (dopo USA, Australia, Giappone e Corea) oggi esiste un mercato mondiale dell’HD. Alla fine del 2006 si contavano nel mondo oltre 100 canali HD di cui 38 in Europa. Tutti i nuovi flat screen in vendita nei paesi OCSE sono HD ready; tutti gli apparati di produzione professionali e semi professionali nel mondo sono in HD; tutte le produzioni di alta gamma “top end” sono ormai realizzate in HDTV (così saranno prodotte in HD i prossimi appuntamenti sportivi UEFA 2008, Olimpiadi di Pechino 2008, ecc.).

Alla fine del 2006, l’HDTV è ormai entrata nell’offerta abituale premium degli operatori europei di pay Tv: in Italia è Sky con 4 canali, in UK sempre Sky con 10 canali, in Francia Canal+/TPS con 5 canali, in Germania 2 canali su Premiere (Discovery HD e Premiere HD), nei paesi scandinavi 3 canali su Canal Digital e  4 in Polonia (N e Cyfra).

Il dato più significativo, tuttavia è che mentre in una prima fase il processo è stato guidato dall’offerta pay in un secondo momento anche gli operatori europei della TV generalista gratuita hanno cominciato a produrre in HDTV.

Così in Italia abbiamo assistito alla sperimentazione RAI alle Olimpiadi di Torino 2006; in UK la BBC sta conducendo dei test, coerentemente con la sua politica di essere su tutte le piattaforme sia sul digitale terrestre nella zona di Londra sia con servizio satellite sia su cavo; in Francia Tf1 e M6 hanno sperimentato l’HD e si apprestano a farlo passando in chiaro non appena il CSA assegnerà i canali necessari; in Germania ci sono tre canali generalisti (Anixe HD, Pro Sieben, e Sat1) via satellite; nei paesi scandinavi la SVT il servizio pubblico è partita con un canale in HD via satellite e presto passerà sul terrestre; a livello paneuropeo c’è un’offerta non a pagamento con HD1 e Luxe TV.

Altro aspetto significativo è che nell’offerta di canali HD in Europa finora ha dominato il satellite; infatti, su 38 canali HD esistenti a fine 2006 in Europa solo 3 non erano distribuiti da satellite, in UK BBC1 su cavo, in Francia NRJ 12 e i-concerts su IPTV.

La situazione è destinata tuttavia a cambiare rapidamente: per la fine dell’anno la televisione svizzera SSR lancerà un canale Digitale Terrestre in Alta Definizione (HD TDT); i francesi assegneranno per la fine dell’anno 3 licenze per il Digitale Terrestre in Alta Definizione (HD TDT); in UK saranno assegnate 4 licenze per la fine dell’anno; la televisione svedese SVT passerà dal satellite al digitale terrestre oltre all’offerta delle Telcos di canali televisivi su IP.

Mazzone ha anche offerto anche informazioni dell’ultima ora.

I dati più aggiornati (4 luglio 2007 analisi Ofcom) riferiti al mercato britannico dicono che alla fine del primo trimestre 2007 sono stati venduti 3,8 milioni di display HD-ready contro i 3 milioni registrati alla fine del 2006.

Alla stessa data gli abbonati ai servizi HD di Sky UK (da satellite) erano 244.000, mentre quelli di Virgin Media (via cavo) sono saliti a 150.000. La BBC continua la sua offerta di BBC1 da satellite e via cavo ed il test di TdT via Freeview, ma attende l’attribuzione del “digital dividend” per poter lanciare tutti i suoi canali in servizio regolare.

Si attendono per il 2010 circa 250 canali HD di cui 120 in Europa. Rispetto ai 38 canali del 2006 si dovrebbe quindi registrare un incremento del 200% circa. Quale sarà l’elemento trainante per la crescita dell’HD?

Secondo Mazzone, la forte crescita europea dovrebbe essere trainata dal lancio di canali HD nell’offerta TDT nazionale e forse dall’IPTV più che dal mercato pay satellite. Unica incognita a questa accelerazione europea è il rispetto dei tempi previsti per lo switch-off e la destinazione del cosiddetto “dividendo digitale” ma a condizione che le politiche dello spettro lo consentano. Le ragioni sono essenzialmente legate al fatto che man mano che le licenze vengono liberate possono partire nuovi servizi per cui i broadcaster che hanno l’obbligo del servizio pubblico, riducendosi l’occupazione di banda, sono pronti ad offrire nuovi servizi in HD. Non è un caso che i paesi in cui il processo di switch-off è più avanti, si registra una maggiore offerta di HDTV gratuita su TDT o via satellite (Svizzera, Svezia, Finlandia, Norvegia e Olanda.

  

Nella tavola rotonda, moderata da Andrea Michelozzi, Presidente di Comunicare Digitale, sono intervenute alcune tra le aziende coinvolte nella catena del valore per discutere di ostacoli alla diffusione dell’HD in Italia, dei vantaggi, del ruolo delle istituzioni e dell’industry di settore e soprattutto del consumatore.

  

Sarà il Digitale Terrestre il veicolo per lo sviluppo dell’Alta Definizione?

Per Gianluigi Pettazzi, Country Manager di ADB, il passaggio dall’analogico al digitale sarà la vera transizione della televisione di massa verso il nuovo orizzonte della digitalizzazione della televisione. In questo processo l’Alta Definizione giocherà un ruolo importante di accompagnamento.

  

Le previsioni di sviluppo dicono che 15 milioni di italiani nel 2010 disporranno di un televisore HD-ready ma soltanto 1.9 milioni di questi saranno in grado di ricevere contenuti in HD. Il mercato, i consumer ci danno quindi l’opportunità di offrire contenuti in HD e noi dobbiamo saperla mettere a frutto. Tutti devono contribuire alla riuscita, dalle istituzioni, alle aziende che compongono la filiera, produttori di contenuti e aziende che producono i devices.”

L’Alta Definizione sarà una tecnologia universalmente utilizzata?

Stiamo lavorando – ha detto Alessandro Messi, Vicepresidente Europa di STMicroelectronics – per rendere la tecnologia fruibile non da una nicchia di consumatori ma da tutti, attraverso una politica di costi e prezzi competitivi”.

  

Sul tema della centralità dei contenuti all’interno della catena del valore è intervenuto Vittorio Arrigoni Direttore Generale di IDS Multimedia, a proposito dell’esperienza di IDS a Torino 2006, dove su incarico del TOBO (Torino Olympic Broadcasting Organisation) ha collaborato al coordinamento ed alla realizzazione della produzione radio televisiva dell’evento, in SD ed in HD, su 14 campi di gara, due siti olimpici e presso il Centro Internazionale di Torino. “E’ fondamentale perché lo spettatore rimanga emotivamente coinvolto che l’immagine fruita sia spettacolarizzata. Per rendere possibile questo abbiamo tutta la tecnologia disponibile.”

  

Quale ruolo esercita il consumer all’interno del processo di migrazione verso l’Alta Definizione? Maurizio Ghislandi, Corporate Communications & Legal Director di Sony, ha sottolineato l’assoluta centralità dell’utente finale all’interno di questa transizione.

E’ il consumatore che usa la tecnologia a dover per primo capirne i vantaggi e le potenzialità. Per Sony, l’Experience del consumatore è il focus di diverse analisi condotte sul campo. Ciò che emerge dalle nostre analisi è che il consumatore va accompagnato verso la migrazione, attraverso una maggiore educazione all’uso della nuova tecnologia, ed aiutandolo con i contributi statali”.

  

Perché investire sull’HD?

Lo ha spiegato Flavio Bicchi, Coordinatore Produzione di Euroscena, azienda impegnata in produzioni televisive e cinematografiche. “L’Alta definizione come il colore, introduce nel nostro Paese un nuovo modo di produrre, non solo in termini di necessari requisiti tecnologici, ma anche di approccio nel modus operandi necessitando di una totale conoscenza delle nuove tecnologie da parte di tutti, che solo l’utilizzo e l’esperienza nel tempo possono trasmettere”.

  

Quali ostacoli ancora oggi si frappongono allo sviluppo dell’HD in Italia?

Per Luigino Righetto, Direttore Sviluppo e Ricerche di Fracarro, due ordini di ostacoli: in primo luogo i problemi legati alla diffusione e distribuzione del segnale. Al momento c’è la piattaforma satellitare utilizzata da Sky ma non ci sono altre piattaforme pronte. Poi c’è il problema della scarsità di contenuti prodotti in HD e non ultimo l’insufficiente conoscenza del prodotto dal lato consumer.

  

Per Roberto Mestriner, Chief Tecnology Officer di Telsey, l’HD è ormai una tendenza irrinunciabile non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. E’ fondamentale che il sistema Italia si doti di una serie di regole perché il settore decolli. Il contributo delle istituzioni è importante per intervenire sulle reti di distribuzione, IP, Larga banda, digitale terrestre, perché questi canali possano raggiungere gli utenti finali.

  

Nella seconda tavola rotonda, moderata da Raffaele Barberio, Direttore di Key4biz, si è discusso dell’esperienza dell’Alta Definizione in Europa e in Italia con uno sguardo alle nuove opportunità per la diffusione di contenuti ad alta definizione.

  

Quali piattaforme per la distribuzione dell’HD in Italia, in Europa, e quale lo stato dell’arte?

Cristiano Benzi, Responsabile servizi video a valore aggiunto di Eutelsat, ha fornito alcuni spunti interessanti dal punto di vista di chi mette a disposizione la piattaforma trasmissiva. In Europa Eutelsat ospita sulla sua flotta di satelliti circa 20 canali in HD su un totale di 2500 canali (l’1% circa contro il 10% del mercato statunitense). “In Europa la piattaforma distributiva è quasi esclusivamente satellitare per diverse ragioni,non ultima quella per cui il satellite offre dei vantaggi legati alla capacità di copertura territoriale rispetto al cavo al protocollo IP o al digitale terrestre”.

  

Sul confronto competitivo tra piattaforme di trasmissione è intervenuto anche Giacomo Mazzone, per sottolineare le peculiarità della situazione italiana. Mentre in Europa il processo di migrazione verso l’HD è caratterizzato dalla nascita delle NGN, Next Generation Network, ovvero da un’integrazione di reti diverse, satellite, cavo, IP, digitale terrestre, per cui ciascuno utilizzerà la quota di rete che gli è necessaria per la distribuzione dei suoi contenuti, in Italia si pone il problema dello switch-off nazionale, non si riesce a fare la transizione al digitale terrestre perché bisogna aspettare che vengano ridistribuite le frequenze.

  

Il problema della rete di trasmissione è invece secondario per Marcello Berengo Gardin, Responsabile per la Comunicazione Istituzionale di Sky Italia.

  

Non bisogna aspettare lo switch-off per far partire l’HD perché oggi ci sono già delle reti di trasmissione a disposizione, dal satellite al protocollo IP. Bisogna invece che il broadcaster, sia pubblico che commerciale, investa in questa direzione per poter raggiungere la massa critica necessaria a creare un mercato che sia tale”. Al momento infatti la resa dell’HD sul piano economico è bassa; il modello non consente di fare profitti, serve invece a consolidare il proprio parco abbonati, elevando il gettito medio che ogni abbonato porta alla piattaforma. Gli abbonati SKY che ricevono contenuti in HD sono circa il 2% sul totale degli abbonati. Il tasso di crescita è legato essenzialmente alla disponibilità di prodotto.

Noi siamo partiti, qualche anno fa cominciando da zero in partnership con le manifatturiere ed i produttori di contenuti cercando di differenziare la nostra offerta che conta oggi programmi sportivi, cinema e a breve anche le fiction.

  

Enzo Badalotti, Amministratore Delegato di Mediacontech, ha offerto il punto di vista di chi interviene all’interno della filiera nella fase della produzione dei contenuti in veste di partner tecnologico, anche in eventi internazionali come gli eventi sportivi. “Abbiamo iniziato a produrre in HD già a partire dal 2005 quando i proprietari dei diritti televisivi per la trasmissione di programmi sportivi hanno chiesto che i contenuti fossero prodotti in HD se pure poi trasmessi in SD (Standard Definition)”. C’è secondo Badalotti un intreccio molto forte tra l’introduzione di nuove tecnologie e l’evoluzione dei player del settore; non è pensabile quindi un’evoluzione del sistema paese indipendentemente dai trend tecnologici.

  

Alta Definizione e Digitale terrestre, ovvero matrimonio inevitabile. Le difficoltà che il percorso incontra sul piano tecnologico le ha spiegate Alberto Morello, Direttore Centro Ricerche della RAI. Il Digitale Terrestre rispetto alla piattaforma satellitare è caratterizzato dalla ristrettezza della banda a disposizione. Su questo sta lavorando, a partire dall’inizio del 2006, un gruppo di lavoro all’interno del Centro Ricerche RAI per sviluppare uno standard TDT di seconda generazione il DVBT2 che ha un ottimo potenziale e che dovrebbe essere immesso sul mercato nel 2009.

  

Dell’esperienza Mediaset sull’HD ha parlato Marco Pellegrinato, Vicedirettore Ricerca e Progettazione Tecnica di Mediaset. Nel 2003 con l’avvento del digitale terrestre il broadcaster inizia i suoi investimenti nel settore.

Quando nel 2003 si cominciò a pianificare il modo di portare il digitale terrestre sulle reti digitali terrestri italiane – ha dichiarato Pellegrinatp – abbiamo comprato banda satellitare e già pensavamo alla possibilità che i canali riceventi il digitale terrestre potessero contenere l’HD”. Con lo switch-off in Sardegna avvenuto il 31 marzo scorso, il canale Rete 4 è stato spento in analogico ed ha iniziato a trasmettere in digitale con delle sperimentazioni in HD. E’ possibile oggi in Sardegna ricevere il segnale HD di Rete 4 se si possiede un decoder ibrido.

    

Gabriele Elia, responsabile Broadcast Solution Innovation, Divisione Technology di Telecom Italia, ha illustrato il ruolo dell’incumbent nel settore dell’Alta Definizione. Telecom Italia sta giocando un ruolo attivo con l’offerta di IPTV “Alice”. Oggi i set-top-box che ricevono gli abbonati sono ibridi quindi non solo HD-ready ma capaci di ricevere anche il digitale terrestre. Telecom sta investendo sia sull’ambiente domestico per creare l’ecosistema digitale che dovrebbe agevolare la fruizione delle nuove tecnologie sia sull’ambiente di rete pensando alle NGN come asset per l’intero sistema Italia.

  

Al termine dei lavori, con il contributo delle aziende componenti il Forum è stata proiettata una sequenza di immagini straordinarie in HD che ha raccolto le esperienze produttive e di riferimento a livello italiano e internazionale per dimostrare il salto di qualità nella produzione dei contenuti audiovisivi, che grazie alla tecnologia HD raggiunge nuove possibilità di sfruttamento e competitività.

E’ assolutamente vero, come emerso durante i lavori, che l’Alta Definizione è un’esperienza che deve essere vissuta ancor prima che spiegata.

  

  

  

Presentazioni:

   

Alta Definizione: il futuro già presente

Benito Manlio Mari

  

Il piccolo schermo si fa grande – Scheda tecnica sull’Alta Definizione

Sebastiano Trigila

 

 

Alta Definizione in Europa: stato dell’arte 2007

Giacomo Mazzone

 

 

 

Ascolta le interviste rilasciate a RadioKey (www.radiokey.biz) in occasione del Convegno “Alta Definizione: il futuro è già presente“:

 

 

Benito Manlio Mari – Presidente – HD Forum Italia

 

Cristiano Benzi – Responsabile Servizi a Valore Aggiunto – Eutelsat

 

Marco Pellegrinato – Vicedirettore Ricerca e Progettazione Tecnica – Mediaset

 

Luigino Righetto – Direttore Sviluppo e Ricerche – Fracarro

 

Alessandro Messi – Vicepresidente Europa – STMicroelectronics

 

Giacomo Mazzone – Direttore Audit Strategico – European Broadcasting Union

 

Roberto Mestriner – Chief Technology Officer – Telsey

 

Enzo Badalotti – Amministratore Delegato – Mediacontech

 

 

 

Ascolta su RadioKey (www.radiokey.biz) tutti gli interventi del Convegno “Alta Definizione: il futuro è già presente

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