Mercato della comunicazione: cambiano i modelli pubblicitari, quale il ruolo di Google e dei broadcaster?

di Raffaella Natale |

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Google

Il mondo mediatico sta cambiando. La rivoluzione che sta travolgendo internet, tlc e il mercato televisivo ha messo sottosopra il modo di fare comunicazione. Al centro di questo profondo mutamento si trovano telcos, broadcaster, ma anche web company che non hanno tardato a raccogliere la nuova sfida e si preparano ad affrontare questa nuova convergenza tecnologica.

 

In questo contesto, Google ha prontamente dimostrato questa capacità, restando però saldamente legata al proprio ruolo principale che è quello della ricerca, senza che le diversificazioni in atto possano cambiare il centro di gravità, perlomeno entro il 2010. Sicuramente per quella data, il nuovo ruolo nella pubblicità sarà diventato largamente importante, ma resterà legato alla eSearch. Ciò che conta in questo campo è il traffico e la ricerca resta il principale crocevia dell’audience internet.

 

In questo segmento, l’acquisizione di YouTube resta certamente la più decisiva e, anche se pagata caramente (1,6 miliardi di dollari), la più potenziale. Con YouTube, Google ha anticipato la rivoluzione del consumo televisivo. Molto presto, gli utenti potranno creare i loro palinsesti, e questo aprirà nuovi scenari per la pubblicità, introducendo diversi modelli di business. Si pensi alla possibilità di studiare meglio le esigenze degli spettatori, lavorando a pubblicità personalizzate e strettamente mirate. Ed è qui che Google è forte, potendo essere dominante su tutte le reti digitali, con strumenti performanti.

 

Risultato? Le televisioni dovranno adattarsi e farlo anche in fretta.

 

Quale futuro per Google allora? Molti sono convinti che la società non diversificherà di molto le proprie attività. Sta dimostrando un certo interesse per il mobile, ma il proprio ruolo centrale gli permetterà di non dover cambiare molto, ma semplicemente rafforzarsi. Tra tre anni, avrà aumentato il numero dei servizi a pagamento, perseguendo la strada dell’innovazione, specie nel segmento contenuti.

 

Per il 2010, Google sarà una gigantesca regia pubblicitaria che avrà indicizzato tutte le informazioni presentate sul web e tutti i dati delle imprese.

Le case editrici di contenuti saranno molto dipendenti da Google, per via delle ricerche che i lettori faranno sul motore ricerca più popolare del mondo, ma anche per la pubblicità che metterà insieme link sponsorizzati e banner.

 

I broadcaster competeranno con Google che attirerà gli inserzionisti con strumenti di analisti più pertinenti, forte della conoscenza degli internati.

Questa è una ragione per cui Viacom e Disney non vogliono essere presenti su YouTube, poiché hanno compreso che “potrebbero essere presi in trappola“, visto che Google ha bisogno di YouTube per legarsi alla pubblicità audiovisiva.

Alcuni operatori americani intendono aumentare l’enorme di quantità di banda passante che genera l’uso del sito. Per essere, quindi, indipendenti strategicamente, Google dovrà divenire operatore di rete.

 

Il proprio obiettivo è anche quello di fare per i professionisti ciò che già si fa su internet con il grande pubblico. Vale a dire, gestire i dati delle aziende. Si vuole mettere le mani su tutti i dati indicizzabili in un motore di ricerca: CRM, content management, mail…

 

Per il 2010, la web company presenterà gratuitamente una serie di servizi che copriranno tutti i bisogni quotidiani degli utenti. Aiuto nella navigazione, ricerca, scambio di foto  video…

Dominerà internet con i propri servizi come Microsoft fa con i Pc. Ma al contrario del gruppo di Bill Gates, Google non gestirà sistemi operativi. Sarà, quindi, un Isp e fornirà l’accesso gratuito finanziato dalla pubblicità.

 

Da qui a tre anni, Google si sarà liberata della propria interfaccia di ricerca. Avrà trovato il tassello mancante tra mente e parola chiave, vale a dire: “Come trasformare ciò che si cerca in parole e keyword efficace?”

Ma non finisce qui, nel prossimo futuro si prevede inoltre l’accesso gratuito a internet in modalità Wi-Fi, così che tutti siano sempre connessi.

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