Cinema: la Ue estende fino al 2009 le regole attualmente in vigore per le produzioni audiovisive

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Viviane Reding

La Commissione Ue ha adottato una Comunicazione che estende fino al 31 dicembre 2009 l’applicazione delle regole attualmente in vigore sugli aiuti di Stato per le opere cinematografiche e audiovisive.

 

Questa disposizione sul cinema proroga le regole fissate nelle Comunicazioni precedenti del 2001 e del 2004 e, col mantenimento delle condizioni attuali, dovrebbe stimolare l’industria europea, ma soprattutto supportarla a raccogliere le sfide future di un mercato altamente competitivo.

 

Neelie Kroes, Commissario Ue per la Concorrenza, ha sottolineato che l’obiettivo è quello di vigilare sugli aiuti pubblici in modo che vengano garantiti a tutti i Paesi della comunità ottimali e uguali condizioni per la creazione artistica e culturale nei settori cinematografici e audiovisivi.

 

Nel proprio intervento, il Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, Viviane Reding, ha evidenziato che questa Decisione, che segue di qualche giorno il raggiungimento dell’accordo sulla Direttiva Tv senza Frontiere, offre agli Stati membri e agli investitori la sicurezza giuridica necessaria per continuare ad investire in film, telefilm e altre opere audiovisive europee.

La Reding ha aggiunto che le nuove norme fissano, per tutte le parti coinvolte, “…i termini per la definizione delle regole future, con l’intenzione di migliorare l’equilibrio tra la promozione della diversità e la necessità di rafforzare la competitività dell’industria audiovisiva”.

 

La proroga decisa ieri significa che la Commissione continuerà ad applicare i criteri attuali per stimare la compatibilità del regime degli aiuti pubblici con le disposizioni previste dalla Comunicazione ‘Cinema’ del 2001, poi estesa al 2004 che dava tempo fino al termine di questo mese. I Paesi della Ue avranno adesso tempo fino al 31 dicembre 2009.

 

Le soluzioni adottate entro quella data dovranno tener conto dei risultati di uno Studio indipendente sull’impatto economico e culturale delle condizioni dette di ‘territorializzazione’, imposte ad alcuni Stati, prendendo in particolare considerazione il loro impatto sulle coproduzioni.

La Commissione ha fatto realizzare questo Studio per valutare se i criteri attuali consentono ancora di far fronte alle nuove sfide e tenere testa al mercato audiovisivo europeo.

 

Alcune clausole di territorializzazione di certi Stati membri impongono ai produttori di spendere una parte specifica del budget in un film nello Stato membro che ha assegnato la linea di aiuti.

La Commissione consente ai Paesi Ue di imporre l’applicazione di queste clausole fino all’80% del bilancio totale del film. In altri termini, i produttori devono avere la libertà di spendere almeno il 20% del budget del film in altri Stati membri, senza alcuna riduzione dell’aiuto.

La Commissione considera che questo si giustifica col bisogno d’assicurare il mantenimento durevole delle risorse umane e delle competenze tecniche necessarie per la produzione culturale.

Le conclusioni preliminari dello Studio indipendente saranno esaminate in occasione di un workshop che si terrà a Bruxelles il 6 luglio 2007. Si tratta di utili risultati per adottare delle soluzioni entro il 2009.

 

Background

 

Nel 2001, dopo aver valutato i differenti regimi nazionali per gli aiuti pubblici nel settore della produzione cinematografica, la Commissione ha pubblicato una Comunicazione in merito alle condizioni per l’assegnazione delle linee di finanziamento a sostegno del patrimonio culturale nelle produzioni cinematografiche e delle opere audiovisive.

Secondo la Comunicazione ‘Cinema’, gli aiuti di Stato sono autorizzati a condizione che non impediscano gli scambi e la concorrenza nel mercato unico.

Questo atto esige il rispetto del ‘principio della legalità generale” e fissa quattro criteri specifici supplementari di compatibilità per autorizzare gli aiuti alla produzione cinematografica e televisiva come sostegni culturali.

 

I criteri sono i seguenti:

  • Gli aiuti devono essere destinati a prodotti culturali;

  • I produttori devono essere liberi di spendere almeno il 20% del budget del film in altri Stati membri, (Clausola di territorializzazione);

  • L’intensità dell’aiuto deve essere limitata al 50% del budget di produzione con alcune eccezioni relative alla difficoltà del film e ai bilanci previsti;

  • Non sono autorizzate linee supplementari di finanziamento a specifiche attività di produzione cinematografica.

Nel 2006, nella Ue sono stati venduti 926 milioni di biglietti per il cinema, con un aumento del 3,6% rispetto all’anno prima. I film europei hanno rappresentato il 28% delle vendite contro il 25% del 2005. E ben 862 film sono stati prodotti in Europa nel 2006, cioè il 47% in più rispetto al 2005.

 

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