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Galileo: per il Consiglio Ue sarà operativo entro il 2012, ma interamente a carico del settore pubblico

Unione Europea


Se il sistema di navigazione satellitare Galileo doveva essere il primo esempio di partenariato pubblico-privato europeo, la sua missione è ufficialmente fallita.

La costruzione del sistema, ha decretato anche il Consiglio dei ministri europei dei Trasporti, sarà interamente a carico del settore pubblico, alla luce del fallimento definitivo del negoziato col consorzio concessionario del sistema, composto da 8 aziende: Finmeccanica, AENA, Alcatel, EADS, Hispasat, Immarsat, TeleOp e Thales.

 

I ministri hanno ribadito la volontà dei 27 paesi della Ue di rendere operativo il progetto entro il 2012 e hanno chiesto alla Commissione europea di presentare al Consiglio entro il prossimo settembre un documento di valutazione contenente le proposte alternative per il finanziamento, gli appalti e la successiva fase di sfruttamento commerciale del sistema.

Il Consiglio ha preso nota della comunicazione della Commissione sui negoziati sulla concessione di Galileo e sugli scenari alternativi per la sua attuazione e ha chiesto all’esecutivo di indicare anche le sue proposte per una corretta gestione pubblica della struttura, sulla base di “una chiara divisione tra l’esecutivo, l’ESA, l’Autorità di controllo di Galileo, gli Stati membri e Consiglio”.

 

L’Europa non vuole, ma soprattutto non può perdere l’occasione di sviluppare un proprio sistema di navigazione satellitare, anche perché, come ha ribadito la Commissione nella sua Comunicazione dello scorso 16 maggio al Parlamento e al Consiglio, se il progetto Galileo venisse affossato prima di decollare verrebbe a ricrearsi – anzi ad “aumentare sensibilmente” – la dipendenza dal sistema americano GPS e, potenzialmente, dai sistemi Glonass (Russia) e Compass/Beidou (Cina).

 

Questi sistemi, ha ricordato la Commissione, sono stati realizzati con fondi pubblici per scopi civili e militari o solo militari, e se l’Europa non andasse avanti con Galileo sarebbe l’unica grande economia a non disporre di tecnologie proprie. In assenza di competenze tecniche residenti, inoltre, il settore privato europeo avrebbe difficoltà a sfruttare i benefici del mercato mondiale dei servizi e delle applicazioni di navigazione satellitare, che dovrebbe attestarsi attorno ai 450 miliardi di euro l’anno a livello mondiale a partire dal 2025.

Nonostante la cifra sia molto allettante il mercato per il titolare della concessione, che fornisce i segnali nello spazio, sembra meno certo. Questo per il fatto che il GPS è gratis e c’è ancora incertezza sulla misura in cui le autorità pubbliche utilizzeranno il servizio per l’utenza istituzionale PRS (Public Regulated Service) di Galileo. Come ha detto qualcuno: chi comprerebbe Pepsi se potesse avere Coca Cola gratis?

 

L’Europa ha già impegnato 2,5 miliardi di euro per lo sviluppo dei programmi europei di navigazione satellitare (Global Navigation Satellite System – GNSS) e il forfait del consorzio concessionario, che chiedeva alla Ue di accollarsi i rischi connessi allo sviluppo di Galileo, è stato un rischio sottovalutato dalle istituzioni, oltre a far accumulare un ritardo tale che potrebbe far slittare il debutto del sistema al 2009 e la sua realizzazione completa al 2014 o anche oltre.

 

Tra le conseguenze di un’eventuale modifica radicale del progetto, l’annullamento dei contratti attualmente sottoscritti con l’industria per la fase di sviluppo e, quindi, la necessità di indire nuovi bandi di gara per l’intero programma, con tutti gli ulteriori ritardi che ciò comporterebbe.

 

Uno scenario di questo tipo, secondo la Commissione, “innescherebbe l’effetto cumulativo di perdita degli investimenti effettuati finora per il progetto, di un’entrata tardiva sul mercato di un sistema con prestazioni ridotte e una resistenza necessariamente debole alla concorrenza rappresentata dai nuovi sistemi come il GPS-III”.

 

In base a questa valutazione, la Commissione ha proposto una soluzione che garantisca il proseguo del programma in due fasi:

Fase 1: partire, attraverso una concessione specifica, con l’attuazione immediata di EGNOS – il sistema che fa da precursore a Galileo – rendendo disponibili i primi servizi all’inizio del 2008, e integrare l’attuale appalto pubblico dei satelliti e delle infrastrutture iniziali realizzando la prima costellazione completa di Galileo nell’ambito di un appalto pubblico, puntando a raggiungere la piena capacità operativa entro la fine del 2012.

Fase 2: in parallelo, negoziare e costituire un partenariato pubblico-privato per la successiva fase di esercizio di EGNOS e Galileo articolata nel periodo 2010-2030.

 

Questo scenario, che prevede l’appalto pubblico della prima costellazione e la successiva costituzione del partenariato pubblico-privato, implica la mobilitazione di 3,4 miliardi di euro nel periodo 2007-2013, mentre l’impegno di bilancio per l’intero periodo si ridurrà a circa 9 miliardi di euro.

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