A Dow Jones tutto tace. I Bancroft prendono tempo, mentre si discute sulla legittimità dell’ostruzionismo a Murdoch 

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


Rupert Murdoch - presidente News Corp.

I Bancroft non hanno ancora preso una posizione ufficiale riguardo all’offerta da 5 miliardi di dollari, o 60 dollari per azione, avanzata da Rupert Murdoch per Dow Jones. E mentre la famiglia che controlla il pacchetto più grosso del gruppo riflette, il Cda resta bloccato. E’ quanto emerso dall’ultimo Consiglio che si è tenuto a New York e riportato dal Wall Street Journal che cita fonti vicine alla società.

 

Il Consiglio non ha considerato formalmente l’offerta del magnate dei media e così farà fino a quando gli oppositori all’accordo non scenderanno al di sotto del 50% delle azioni con diritto di voto. Al momento, si sono opposti all’offerta i membri della famiglia Bancroft che rappresentano il 64% dei diritti di voto.

 

Stando al quotidiano finanziario, le due fonti avrebbero rivelato che il Cda di Dow Jones sarebbe quasi unanime nell’approvare la proposta di News Corp; molti membri sarebbero rimasti anzi sorpresi dall’opposizione dei Bancroft, considerato il premio che l’offerta di Murdoch presenta, e che è pari al 67% rispetto al valore con cui il titolo Dow Jones ha oscillato prima che la proposta venisse annunciata ai mercati.

 

Ma al momento nessuna mossa ufficiale. I membri della famiglia stanno ancora valutando la lettera invitagli da Murdoch nella quale, oltre a confermare i contenuti dell’offerta, il tycoon ha promesso di assegnare un posto nel Cda composto da 15 membri di News Corp a un membro della famiglia proprietaria di Dow Jones nel caso in cui l’affare andasse in porto.

 

Ha inoltre scritto che uno dei suoi obiettivi sarebbe assicurare l’integrità editoriale delle testate del gruppo, anche attraverso la creazione di un comitato indipendente. Descrivendo se stesso come “…un uomo perfetto per i quotidiani“, il magnate australiano ha assicurato che “…l’integrità editoriale sarebbe di estrema importanza per me”.

 

Alcuni analisti fanno notare tuttavia che il Cda avrebbe comunque il diritto di valutare l’offerta, anche in caso di opposizione al raggiungimento di un accordo dei maggiori azionisti. Anzi, “…gli azionisti di controllo non dispongono del diritto inalienabile di violare l’autorità dei consigli di amministrazione che essi stessi eleggono”, si legge in una decisione presa in passato da un tribunale di Delaware, che ha esaminato i rapporti di potere tra gli azionisti e il Cda.

Tuttavia, nel caso specifico in cui tale sentenza è stata emanata, la transazione vedeva sotto i riflettori non la vendita di un’intera società, ma soltanto di parte delle sue attività.

 

Sta di fatto che, secondo Eric Chappinelli, docente di legge presso la università di Seattle, il Cda in generale dovrebbe avere il diritto di trattare con i potenziali offerenti, anche in caso di contrarietà degli azionisti di controllo.

 

L’opposizione al raggiungimento di un accordo si spiega con il timore che Murdoch possa cambiare quella che reputano un’integrità editoriale, specie delle pubblicazioni che fanno capo a Dow Jones. Tuttavia, non tutti i Bancroft sarebbero così contrari. Alcuni vorrebbero almeno incontrare Murdoch e discutere i termini dell’offerta.

“…Non è chiaro se sono fortemente contrari all’offerta (…) o se desiderano semplicemente premere per una proposta più alta“, ha commentato Brian Shipman, analista di UBS.

L’approccio del magnate dei media è ancora soft, ma si susseguono le voci, nonostante le smentite ufficiali, che sarebbe pronto un rilancio del prezzo. Per il Sun di New York, in particolare, ipotizza un rialzo dagli attuali 60 unitari a quota 70 dollari per azione.

 

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