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Roaming: l’accordo c’è! La parola passa ora al Parlamento Ue

Unione Europea


I membri del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio sono giunti a un accordo sulle tariffe del roaming, che potrebbe portare entro l’estate al tanto atteso taglio dei costi per chiamare dall’estero col telefonino.

 

L’intesa prevede un tetto massimo di 49 centesimi al minuto per le chiamate effettuate e di 24 centesimi al minuto per quelle ricevute quando ci si trova in un Paese straniero.

Per le tariffe wholesale, invece, non si potranno superare i 30 centesimi al minuto.

 

Le nuove tariffe resteranno in vigore per i prossimi tre anni e si prevede, ma la notizia non è stata ancora confermata, che nel corso di questo arco di tempo vengano ulteriormente ritoccate al ribasso: quelle per chiamare dall’estero passerebbero dunque a 46 centesimi nel secondo anno dall’approvazione del regolamento e a 43 centesimi il terzo anno. Le chiamate ricevute, invece, scenderanno a 22 centesimi il secondo anno e a 19 centesimi il terzo anno.

Le tariffe all’ingrosso, infine, caleranno da 30 centesimi a 28 centesimi il secondo anno e a 26 centesimi il terzo.

 

In nome della trasparenza, gli operatori dovranno subito informare tutti i clienti delle nuove disposizioni, mentre per quanto riguarda le modalità di applicazione delle nuove tariffe – uno degli ostacoli che più ha tenuto col fiato sospeso il Commissario Viviane Reding – si è giunti a un compromesso in base al quale esse verranno adottate  in un primo tempo solo da quei clienti che ne faranno richiesta e dopo tre mesi automaticamente passeranno a tutti gli altri che non abbiano aderito a qualche pacchetto promozionale particolare proposto dagli operatori.

 

Il dialogo, secondo quanto riferiscono fonti europee, “è stato costruttivo”, bisogna però attendere che l’accordo venga ratificato dalla sessione plenaria del Parlamento europeo, che si riunirà a Strasburgo mercoledì della prossima settimana. Dopodiché la parola passerà al Consiglio dei ministri delle telecomunicazioni, il prossimo 7 giugno, in tempo – se tutto andrà per il verso giusto – per far passare agli utenti mobili europei un’estate più leggera.

 

I servizi roaming sono utilizzati ogni anno da circa 150 milioni di europei, per un business da 8,5 miliardi di euro.

 

Il problema delle tariffe di roaming praticate ai clienti che viaggiano in Europa è stato individuato per la prima volta a metà del 1999, quando la Commissione ha deciso di condurre un’indagine sui servizi di roaming nazionale e internazionale. Tale indagine ha indotto la Commissione ad avviare procedimenti nei confronti di determinati operatori mobili nel Regno Unito e in Germania, accusati di abuso di posizione dominante per aver imposto tariffe eccessivamente alte per l’uso in roaming delle loro reti in Gran Bretagna.

Nel 2001, secondo l’allora Commissario alla Concorrenza Mario Monti, le tariffe applicate agli operatori stranieri erano pari a circa un euro al minuto, tanto che a volte, i prezzi di accesso all’ingrosso erano superiori di quelli al dettaglio.

 

A ottobre del 2005, la Ue ha anche creato un sito web sui prezzi del roaming. Dai dati presenti sul sito emerge che, di fronte alla minaccia di una normativa comunitaria, alcune compagnie di telefonia mobile hanno iniziato ad offrire speciali pacchetti tariffari a determinati gruppi di clienti. Per la maggior parte dei consumatori che paga tariffe standard, tuttavia, non si è registrato alcun reale progresso.

 

La battaglia di Mario Monti è stata adottata dal Commissario Reding che ha dovuto scontrarsi con l’ostracismo di alcuni Stati membri e dell’industria delle tlc, secondo la quale il taglio delle tariffe provocherebbe serie ripercussioni sulla competitività del settore.

Avvertimenti che non hanno fatto indietreggiare la Reding che, ostinata a concludere la sua missione entro l’estate, ha più volte ricordato che è stato solo sotto la minaccia di regolamentazione che le società hanno deciso di avviare una trasformazione che avrebbe potuto e dovuto avvenire anni fa.

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