Caso Entel: per la Ue spetta all’Italia difendere gli investimenti Telecom in Bolivia

di Alessandra Talarico |

Italia


Entel

Spetta alle autorità italiane e non alla Commissione europea difendere gli interessi di Telecom Italia in Bolivia. Lo ha scritto il Commissario Ue ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding in una lettera indirizzata all’Etno, l’associazione che riunisce gli operatori tlc europei.

L’associazione aveva chiesto alla Ue di intervenire per scongiurare la rinazionalizzazione di Entel Bolivia, società controllata al 50% da Telecom Italia.

Il governo boliviano starebbe infatti tentando di espropriare il controllo della società al gruppo italiano, accusato di alcune irregolarità nella gestione e nell’amministrazione della società, emerse in seguito a un’indagine ‘unilaterale’.

 

Gli stati membri, secondo la Reding, dispongono in casi come questi di strumenti più efficaci rispetto a quelli della Commissione, nel quadro degli accordi bilaterali sugli investimenti.

L’Italia, dunque è in una posizione migliore per giocare un ruolo attivo nella vicenda rispetto alla Ue, che pur “riconosce l’importanza degli investimenti europei in America Latina e dedica enormi energie e risorse con i governi ed i regolatori di questi paesi per creare il migliore ambiente possibile per gli investitori europei”.

 

La Commissione, da canto suo, ha sottolineato presso il governo di La Paz i rischi corsi dalle imprese italiane ed europee che operano sul mercato boliviano che, alla luce di questi contrasti, non sembra essere garantito da “un clima equo e affidabile” e, appena il governo boliviano ha annunciato le sue intenzioni ha ribadito che è necessario “ricreare e sostenere a clima di certezza legale e di stabilità per incoraggiare gli investimenti esteri nelle imprese boliviane”.

 

Anche le associazioni imprenditoriali nazionali ed europee hanno espresso il loro dissenso per l’operato del governo boliviano, che di fatto avrebbe annullato una serie di provvedimenti relativi alla privatizzazione di Entel, eliminando in maniera retroattiva la base normativa con cui dodici anni fa veniva avviata la privatizzazione di Entel.

 

Il tutto accompagnato – denuncia Telecom – da una vera e propria campagna mediatica fortemente aggressiva nei confronti di Entel.

 

Il gruppo italiano, ritenendo le accuse ‘infondate e pretestuose’, ha già detto di voler intraprendere ogni azione atta a tutelare il proprio investimento, dal momento che ETI – la società che controlla Entel ed è controllata al 100% da Telecom – ha portato a termine tutti gli impegni presi col governo boliviano al momento della privatizzazione, realizzando investimenti pari a 720 milioni di dollari contro i 610 milioni di dollari previsti dagli accordi presi col governo boliviano all’atto della privatizzazione.