Internet strumento di conoscenza e intrattenimento, ma resta alto il rischio pedofilia. Indagine Meter

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I ragazzi di oggi sono cittadini del cyberspazio, ma questo li espone a dei rischi. È il quadro che emerge dalla ricerca-sondaggio di Meter onlus, elaborata in due anni (2005/2006) e patrocinata dalla Regione Sicilia e presentata ieri 6 maggio a conclusione della Giornata della Memoria dei Bambini Vittime.

L’equipe coordinata dagli psicologi e dagli avvocati, coordinatori dei progetti dell’Associazione Meter, l’associazione antipedofilia e a tutela dell’infanzia fondata e diretta da Fortunato Di Noto,  ha coinvolto 4 province (Siracusa, Ragusa, Catania, Messina) e quasi 1.800 tra bambini e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori della Sicilia, ai quali è stato distribuito un questionario con una eccellente collaborazione di tutti i dirigenti scolastici, docenti e alunni.

 

In particolare, si tratta di 756 bambini ripartiti nei tre gradi della scuola media inferiore, e 1.043 per quella superiore. Di questi, 562 provengono dai licei e 481 da istituti professionali e tecnici.

 

Dall’analisi dei dati, i ragazzini delle medie inferiori mostrano di avere un rapporto molto personale con il computer e quasi privato: il 56,4% degli intervistati ha ammesso di avere il Pc in camera anche se lo usa, nel 33% dei casi, per giocare. Solo il 21% preferisce scaricare file ed immagini.

 

Il dato inquietante, però, è questo: il 70% dei ragazzi ha ammesso di non dire nulla delle amicizie virtuali e in buona parte (42,55%) non ha mai navigato insieme ai genitori. Ecco quindi che il computer diventa uno strumento di intrattenimento ma il rischio di brutti incontri – e la possibilità di contare sul silenzio della potenziale vittima – è dunque abbastanza alto.

 

Diverso il caso dei ragazzi delle superiori, che hanno un rapporto completamente diverso rispetto a quello dei “fratelli minori”. L’88,9% naviga in rete e il 91,7% sa che cosa sia una chat, tant’è vero che almeno il 74,5% degli intervistati ha già chattato. Scende però la presenza di pc in camera, “privilegio” di cui gode solo il 46% dei giovani oggetto dell’indagine.

 

Ma internet? Per il 38,1% la rete è uno strumento che serve per sfogare il desiderio di curiosità e scoperta che caratterizza l’adolescenza. In alcuni casi con un coinvolgimento emotivo importante, dal momento che il 23,6% si sente addirittura euforico davanti al computer e il 21,3% dei ragazzi, evidentemente stimolati dalle nuove tecnologie, ritiene più semplice instaurare dei rapporti di amicizia. Che evidentemente non sono sempre sinceri, se il 26% ha ricevuto delle proposte d’incontro da parte di chi ha conosciuto (e quindi a rischio di un contatto con un pedofilo), mentre il 25,6% del materiale sessuale non richiesto. Cosa che, almeno nell’11,8% dei casi ha prodotto dell’imbarazzo.

 

Per Don Fortunato Di Noto, “le nuove tecnologie non sono un tabù per gli adolescenti del XXI secolo. Che anzi si trovano a proprio agio e non temono di servirsene. Esponendosi così al rischio di cattive frequentazioni o incontri non poco rassicuranti. È proprio per questo che Meter suggerisce un controllo maggiore – ma discreto – da parte dei genitori, e un dialogo sulle amicizie telematiche dei figli. Proprio perché la Rete continui ad essere una rete da cui prendere informazioni serenamente, e non per essere presi.”

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