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Dow Jones: i Bancroft rifiutano l’offerta da 5 mld di dollari di Murdoch. Ma il tycoon non molla 

Stati Uniti


La famiglia Bancroft ha annunciato che rigetterà l’offerta di Rupert Murdoch per rilevare la Dow Jones. La decisione é stata annunciata al Cda dal direttore Michael B. Elefante. Secondo molti analisti, adesso, per la Dow Jones potrebbe scatenarsi una guerra a suon di rilanci, che potrebbe vedere protagonisti, nonostante le smentite, General Electric (proprietario del network CNBC), Washington Post, Gannett e perfino Google. In un’intervista rilasciata ieri pomeriggio, Murdoch aveva affermato di aspettarsi un incontro con rappresentanti della famiglia Bancroft “nelle prossime due o tre settimane”.

Cinque miliardi di euro per avere la Dow Jones. E ‘ quanto intende pagare il magnate australiano dei media per rilevare la casa editrice che tra l’altro pubblica il Wall Street Journal.

Con una mossa a sorpresa, il tycoon procede nella strategia della News Corporation di rafforzare l’informazione finanziaria. Obiettivo della holding americana è infatti quello di lanciare una Tv via cavo orientata all’informazione finanziaria per fare concorrenza alla CNBC.

Già alcuni avevano preannunciato la difficoltà dell’impresa, visto che la famiglia Bancroft , principale azionista di Dow Jones (24,7%), aveva già fatto sapere che si sarebbe opposta al tentativo di Murdoch, annunciando di detenere diritto di voto per il 64,2%. E’ anche possibile che si presentino altre offerte concorrenti a quella di Murdoch. Già in passato si è parlato della possibilità che la famiglia Bancroft potesse cedere la proprietà di Dow Jones.

Gioca però a favore di Murdoch l’entità dell’offerta, considerata considerevole. Parliamo di 65 dollari per azione con un premio del 65% rispetto alla chiusura del titolo di lunedì, prima dell’annuncio del magnate dei media.

Ieri il titolo Dow Jones ha vissuto una seduta pirotecnica mettendo a segno un balzo del 54% a 56,20 dollari.

In una intervista a Fox News, Tv del suo gruppo, Murdoch ha sottolineato che il Wall Street Journal avrebbe grande benefici a entrare in un gruppo come News Corp con l’assicurazione di aumentare la diffusione e la presenza su internet.

Due mesi fa Murdoch in una intervista confermò il suo antico interesse per il quotidiano finanziario, aggiungendo comunque che la famiglia Bancroft non ha intenzione di vendere. L’editoria americana da qualche tempo vive una fase movimentata. Il mese scorso uno dei big del settore immobiliare, Sam Zell, ha rilevato per 8 miliardi di dollari Tribune Corporation.

L’anno scorso McClatchy ha acquistato la Knight Ridder , secondo editore di quotidiani in America, dopo una rivolta degli azionisti. Al tempo stesso il New York Times sta affrontando l’ira degli investitori a causa di una performance economico-finanziaria molto deludente e la settimana scorsa azionisti in rappresentanza del 42% hanno votato contro il management della società, un chiaro e pubblico segnale di insoddisfazione nei confronti della famiglia Sulzberger, che controlla il giornale.

Si apprende intanto che la Pay TV inglese di proprietà di Murdoch ha chiuso il terzo trimestre con un utile in calo del 6% a 142 milioni di sterline, con un aumento degli abbonati a banda larga che in parte compensa i costi per l’avvio del servizio internet. La flessione del risultato, secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, è infatti inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto un utile di 132 milioni di sterline.

Le vendite sono cresciute dell’8,7% a 1,16 miliardi di sterline. BSkyB ha lanciato il servizio internet lo scorso agosto per attrarre clienti dalle società concorrenti nella Tv via cavo Virgin Media e BT: i nuovi clienti Internet nel periodo sono stati 264mila, mentre quelli della Tv satellitare 51mila.

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