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Caso Telecom: America Movil al lavoro su nuova offerta, ma si allungano i tempi per la chiusura delle trattative

Italia


Un atto patriottico, sarebbe questo l’unico motivo che spingerebbe Silvio Berlusconi verso Telecom Italia. Nessun intento di comandare. L’aveva già sottolineato più volte il leader di Forza Italia, e torna sull’argomento ancora una volta, dai microfoni della trasmissione radiofonica di approfondimento Radio anch’io, spiegando che “istituti bancari e imprenditori sono andati da Fininvest e Mediaset dicendo che avevano intenzione di proporre una cordata italiana per mantenere Telecom italiana. Di fronte ai nomi che sono stati fatti, Fininvest e Mediaset hanno dato la loro disponibilità a mettere in questa cordata gli stessi capitali che metteranno gli altri imprenditori”.

 

Fermo restando, continua Berlusconi, che non c’è nessun intento di andare contro l’eventuale ingresso di un’azienda straniera nel capitale di Olimpia, la holding che controlla il gruppo telefonico.

Se un gruppo estero si facesse avanti, certamente non sarebbe uno scandalo, si tratta inoltre di scelte “da lasciare al mercato”, ma se si arrivasse “a una gara tra una cordata straniera e una cordata italiana, da italiani facciamo il tifo per la cordata italiana”.

 

Sul fronte internazionale, intanto, dopo il dietro-front di AT&T, America Movil sarebbe al lavoro per presentare una nuova offerta attraverso la casa madre Telmex, attiva nella telefonia fissa. La posizione del miliardario Carlos Slim non sarebbe cambiata dal primo aprile anche se, dicono i bene informati, prima di giungere a un accordo potrebbero volerci settimane.

 

La dilatazione dei tempi per la chiusura delle trattative, del resto, era stata anticipata ieri anche da Marco Tronchetti Provera che a margine dell’assemblea Pirelli aveva dichiarato che alla Bicocca non c’è alcuna fretta di vendere, quanto meno a un prezzo non adeguato a tutelare il valore degli azionisti.

 

Per quanto riguarda invece il futuro della partecipazione di Edizione Holding nell’azionariato di Olimpia, secondo quanto riferito dal presidente Gilberto Benetton, se il gruppo decidesse di rientrare lo farebbe con una quota minore all’attuale 20%, valutando in base al panorama che si prospetterà nelle prossime settimane.

Edizione Holding, ha detto Benetton, “non è stata interpellata da nessuno” e resta ferma nella posizione di “venditore”.

“Le banche sono al lavoro – ha detto ancora Benetton – ma non potranno esternare nulla fino al primo maggio”.

 

Mentre AT&T, intanto, ha presentato i dati finanziari relativi al primo trimestre 2007 – utile netto raddoppiato a 2,8 miliardi di dollari ed eps in crescita del 21,6% a 0,45 dollari su un fatturato di 29 miliardi di dollari – l’ambasciatore Usa Ronald Spogli invita ancora una volta l’Italia a incoraggiare gli investimenti esteri, pur sottolineando che i “rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti sono estremamente positivi”.

“Spero che l’Italia continuerà ad incoraggiare investimenti da parte di entità non italiane – ha dichiarato Spogli – sarebbe una cosa molto gradita e molto importante sia per l’Italia sia per gli Stati Uniti, sia per gli altri Paesi”.

 

Sulle dichiarazioni contenute nella lettera inviata da Spogli al Corriere della Sera“bisognerebbe concentrarsi – scriveva Spogli tra le altre cose – meno su chi vuole investire e più sul fatto che l’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi europei in termini di crescita del Pil e aumento dei salari e della produttività”, torna invece Kurt Volker, Vice Sottosegretario di Stato Usa per gli Affari Europei ed Euroasiatici.

Dalle pagine de La Stampa, Volker fa sapere che del caso Telecom si discuterà lunedì prossimo in occasione del summit Usa-Ue tra George Bush e il Cancelliere tedesco Angela Merkel, dal momento che si tratta – spiega il vice di Condoleeza Rice – di una questione che non tocca soltanto i rapporti tra Italia e Usa, ma investe anche il mercato Ue.

“Quando un’azienda americana investe in questo mercato tiene presente l’intera cornice della cooperazione Usa-Ue, inclusi i rapporti fra economia e politica”, spiega Volker sottolineando però che “l’economia italiana non è cresciuta velocemente quanto altre in Europa a causa di ragioni strutturali, come le pensioni” e che per questo nel nostro Paese si debba lavorare per “creare un clima favorevole” agli investimenti stranieri, ponendosi l’interrogativo di “come spingere l’economia nella direzione giusta”.

 

“Ciò che l’ambasciatore Spogli ha voluto sottolineare di fronte al passo indietro di AT&T su Telecom è che qui è in ballo una questione ancora più importante: la presenza di un clima fra politica ed economia che spinge una azienda a tirarsi indietro“, conclude Volker sottolineando che la presentazione da parte di Spogli del programma ‘Partnership per la crescita’ nasce proprio dalla volontà di incentivare le compagnie Usa a investire in Italia.

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