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eGovernment: la PA sommersa dalla carta. Ancora insufficiente l’uso dei documenti informatici

Italia


La normativa per eliminare l’enorme mole di carta a favore del digitale sta prendendo sempre più una forma definita e i vantaggi di questo cambiamento sono evidenti in termini sia di efficienza sia di risparmio economico. Eppure in Italia i fogli continuano a farla da padrone sulle scrivanie della pubblica amministrazione.

È quanto è emerso dall’incontro svoltosi venerdì 20 aprile a Milano “eGovernment, eDemocracy” organizzato da Siav con il patrocinio del Cnipa, che ha messo in evidenza come ci siano già normative e tecnologie per la dematerializzazione dei documenti, ma manchi ancora manca è la cultura: i dati dicono infatti che con l’attuale livello di efficienza della PA un’azienda andrebbe in fallimento.

 

Il problema di fondo, ha spiegato Pierluigi Ridolfi, già componente del Cnipa e presidente della Commissione per la dematerializzazione, è che “c’è una scarsa fiducia nel documento informatico”.

Dello stesso parere Carlo Notarmuzi, dirigente generale Ufficio politiche per la digitalizzazione della PA – Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie, secondo il quale “l’attuazione del codice dell’amministrazione digitale presuppone un grande cambiamento di cultura, di mentalità”.

 

Accanto a un problema di tipo culturale, sono stati discussi anche aspetti legati a questioni normative e tecniche. Come la scelta del formato da utilizzare per la digitalizzazione, la conservazione dei documenti a lungo termine, la lentezza della pubblica amministrazione ad adeguarsi alle normative sulla dematerializzazione già esistenti.

Alfieri Voltan, presidente di Siav, ha poi sottolineato un altro aspetto che grava sulla PA: la mancanza di un reale meccanismo di misurazione dell’efficienza. “Secondo la classifica della Banca centrale europea l’Italia è al ventitreesimo posto per l’efficienza della pubblica amministrazione con un indice di autoreferenzialità, vale a dire il numero di persone impiegate per far funzionare la struttura interna di un ente, del 46%”, ha affermato Voltan aggiungendo che “questi dati applicati a un’azienda privata la porterebbero rapidamente al fallimento”.

 

Come uscire da questa empasse? Per Voltan è necessaria una “forte introduzione dell’IT nella PA”, così come è stabilito nelle linee strategiche del ministro per le Riforme e l’Innovazione nella PA Luigi Nicolais “e in particolare la reingegnerizzazione dei processi di servizio”.

 

Le linee strategiche prevedono infatti che l’introduzione delle tecnologie IT nella Pubblica Amministrazione siano un presupposto fondamentale per recuperare efficienza, trasparenza, tempi certi ed ottenere una riduzione dei costi.

La struttura organizzativa della PA, sia locale che centrale, stenta tuttavia a individuare e adottare l’organizzazione e gli strumenti che rendano effettivi questi indirizzi e il livello di efficienza percepibile da parte di cittadini e imprese non ha registrato una progressione corrispondente alle risorse investite.

 

Nel corso dell’incontro è stata quindi sottolineata la necessità di dare maggiore vigore applicativo al quadro normativo, dalla legge Bassanini al Codice della PA digitale, introducendo gli strumenti e la riorganizzazione dei processi dei processi di servizio per rendere l’Italia protagonista dell’innovazione amministrativa in europa.

 

Con l’introduzione della gestione elettronica dei documenti, infatti, i vantaggi sono notevoli non solo per i cittadini ma anche per l’organizzazione stessa della pubblica amministrazione: “il lavoro è più semplice ed efficiente ed è possibile misurare le performance in modo oggettivo in modo da poter incentivare i comportamenti eccellenti nella PA”, ha aggiunto Voltan.

 

Esempi pratici dei vantaggi dell’utilizzo della gestione elettronica dei documenti sono stati illustrati durante il convegno: la Mail Room di Poste Italiane, presentata da Andrea Alfieri – responsabile servizi innovativi BU Mail di Poste Italiane -; il sistema del PRA, illustrato da Daniele Bettarelli, amministratore delegato Aci Informatica; il comune di Bressanone con il consulente Luca Agostini; la digitalizzazione dei beni librari messa in atto dal ministero dei Beni culturali.

 

Carlo Notarmuzi ha concluso l’incontro spiegando che l’obiettivo “è quello di informatizzare l’azione amministrativa, non la pubblica amministrazione: bisogna dare modo a ciascun operatore amministrativo, indipendentemente dall’ufficio nel quale lavora, di avere a disposizione un codice valido per gestire al meglio ogni processo utilizzando il digitale”. (a.t.)

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